Alcuni credono che fosse l’enigmatico compagno dei monasteri cistercensi, altri giurano che la sua provenienza sia da ricercare nelle incantevoli terre di Francia. Di certo il Certosino dalla vellutata pelliccia nero blu da sempre ha affascinato migliaia e migliaia di appassionati in tutto il mondo.
A cura dell’associazione Club del Certosino
Scopriamone origini, caratteristiche e alimentazione.
Gatto Certosino: origini
L’allevamento moderno del gatto Certosino risale agli anni 30, quando due signore francesi, le sorelle Léger, iniziarono ad allevare dei gatti blu che comparivano numerosi in un’isola dell’Atlantico. Pochi anni dopo la loro gatta “Mignonne” fu dichiarata all’esposizione di Parigi “il più bel gatto Certosino del mondo”.
In contemporanea si era sviluppato un allevamento di gatti blu, decisamente più robusti, nella zona del massiccio centrale francese. In Italia i Certosini sono arrivati grazie all’interessamento del signor Tonelli di Bologna, titolare dell’allevamento “Dei Rosacroce” e fondatore del Club del Gatto Certosino in Italia.
Ma da dove viene il gatto Certosino e perché si chiama cosi? Ci sono buoni motivi di credere che il Certosino sia arrivato dal Medio Oriente e più precisamente dalle regioni montagnose a nord della Siria, in seguito ai commerci aperti dalle crociate. Che provenga da una zona fredda ce lo dimostra il suo pelo fitto e lanoso, che molto probabilmente è anche all’origine del suo nome.
Si conosce infatti un tipo di lana spagnola particolarmente pregiata, che nella Francia del XVI secolo veniva chiamata Pile de Chartreu. Contrariamente a quello che dice il nome, i gatti Certosini non sono mai stati allevati dai monaci cistercensi, non hanno mai abitato nelle Certose, né il loro colore ricorda il saio dei monaci certosini.
La selezione del Certosino è cominciata negli anni ’20/’30 a partire dai gatti blu grigio che vivevano allo stato naturale a Belle-ile-en-Mer, nel dipartimento di Morbihan.
In un articolo pubblicato sul giornale La Vita in Campagna del 15 aprile 1935 la signorina Lèger descrive con ammirazione questi animali: “Dal primo anno del nostro arrivo a Belle-Ile – dice – siamo stati stupiti dal numero e dalla bellezza dei gatti grigio blu a pelo raso che chiamavano Pilais (città principale di Belle-Ile), ossia i gatti dell’Ospedale.
In campagna abbiamo ritrovato questi gatti che, malgrado gli incroci con gli Europei del paese, avevano mantenuto le caratteristiche della loro razza. Noi abbiamo acquistato molti di questi gatti e già dalla prima generazione abbiamo ottenuto dei notevoli risultati“.
Ancora un po di storia
E continua: “Dal primo incrocio da una gatta blu con un gatto blu abbiamo avuto un parto di gatti tutti blu e tigrati. Sembra dunque che ci sia stata la ricostruzione di una razza che attraverso gli anni e gli incroci ha mantenuto le sue caratteristiche primarie.
Alla prima gatta blu acquistata a Palais, Marquoise e incrociata da noi con maschio blu dell’Ospedale , il Coquito, ci è nata la famosa Mignonne nominata in seguito campione internazionale della Coppa Belga e del Premio di Bellezza Parigi 1933, dichiarata da Miss Wade che l’ha giudicata a Parigi nel 1931 il più bel gatto certosino del mondo“.
Contemporaneamente alla selezione di Belle-ile, nella regione parigina nel massiccio centrale, si sviluppava un altro allevamento di certosini praticato da altri allevatori del AT Club, a partire da gatti blu grigi esistenti allo stato naturale, e, nel 1936, con un apporto di sangue di gatto persiano per rinforzare il colore degli occhi.
I gatti della Belle-ile e quelli del ceppo del Cat Club erano leggermente diversi. Per il vento di queste isole e il clima rigido, quelli della Belle-ile si presentavano un po’ più leggeri ma più eleganti di quelli del continente.
Negli anni tra il 1965 il 1970, certi allevatori ebbero l’idea di ibridare i gatti certosini con dei British Blue, gatto molto robusto e abbastanza simile al Certosino ma caratterizzato da notevoli differenze genetiche.
Le ibridazioni furono troppo numerose e nel 1970 la Federazione Felina Internazionale decise di riunire i Certosini e i British blu. Questo, chiaramente, fu un serio pericolo per l’esistenza del gatto Certosino. Un certo numero di allevatori protestò dunque contro questo stato di cose e continuò ad allevare dei veri Certosini.
Alla fine, nel 1977, la Federazione Internazionale Felina decideva la divisione dei Certosini e dei British blue, il che permise la salvezza della razza che si è successivamente sviluppata non solo in Francia ma anche in Belgio, in Svizzera, in Italia e in molti altri Paesi.
Aspetto e caratteristiche
Il Certosino è un animale muscoloso con petto largo e ben sviluppato. Il naso è diritto, e se si presenta più o meno stoppato indica un’antica derivazione dal British BIue o dal persiano. Le orecchie sono piazzate alte sulla testa, e donano al gatto Certosino un aspetto vigile e attento. Le guance sono piene ma soprattutto nei maschi adulti di due o tre anni, mentre i giovani maschi hanno, in generale, poche guance come le femmine.
Gli occhi, che vanno da un giallo scuro a un giallo cuoio senza tracce di verde, sono grandi, non troppo rotondi e dalle estremità leggermente inclinate verso l’alto. Il pelo è spesso, denso, leggermente lanoso, il colore è grigio blu e può andare dal grigio blu chiaro al grigio blu scuro. La femmina è nettamente più piccola e meno guanciuta del maschio, ma deve comunque restare robusta e muscolosa.
Gatto Certosino: carattere
Da sempre considerato un buon cacciatore di topi, sul piano caratteriale il Certosino è un gatto dolce e miagola poco. Sopporta molto bene la vita in appartamento ma sicuramente ama uscire spesso in un giardino. (Eva Wieland-Schilla – Giudice Internazionale FIfe).
Ecco le cose che un vero amante dei Certosini non dovrebbe mai farsi mancare in casa: cassettina per i bisogni, preferibilmente chiusa (trattiene la lettiera e ci sono meno odori); lettiera, agglomerante o meno a seconda delle esigenze; ciotole, una diversa per il cibo secco, l’umido e l’acqua; tiragraffi, per evitare che il gatto si faccia le unghie su divani o tappeti; cuccia, magari chiusa (anche se questi animali si appisolano volentieri su qualsiasi cuscino, sedia o divano a portata di zampa!); pettini, per eliminare i peli morti (i certosini non devono essere spazzolati frequentemente come invece accade per altre razze); giochi, come i nastri (preferibilmente di stoffa, così se li masticano non succede nulla), le palline, o i topolini piccoli di peluche (ne vanno matti).
Alimentazione e salute
Per quanto riguarda la dieta è indispensabile tenere un’alimentazione varia, che comprenda cibi secchi e cibi umidi come scatolette o carne, pesce con riso e verdure, e infine un’adeguata quantità di acqua.
Per le dosi lasciate che la scelta spetti al gatto. Cominciate con una quantità minima (partite da 50 g di secco o seguite le istruzioni sulla scatola dei croccantini), e osservate se il gatto verrà a chiedervi altro cibo oppure se quella razione basterà a saziarlo.
Riguardo i croccantini optate per prodotti Super premium, acquistabili in negozi specializzati. Per gli alimenti umidi siate attenti: sicuramente i gatti gradiranno di più scatolette qualitativamente inferiori perché in genere sono più gustose. Scegliete una via di mezzo!
Evitate assolutamente formaggi piccanti, latticini grassi e salati; salumi e affettati; croccantini del supermercato (fanno venire i calcoli ai reni!); albume crudo; ossa (si scheggiano) e sale.
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