Cos’è l’etologia relazionale, appare abbastanza scontato dire che tutti noi, che sfogliamo la rivista Petfamily o che stiamo leggendo questo articolo sul sito in questo momento, “amiamo” gli animali.
A cura di ARIANNA MOSSALI
Myriam Jael Riboli spiega l’etologia relazionale
Ma siamo sicuri che il nostro amore sia autentico e fondato su una reale conoscenza dei nostri coinquilini su questo pianeta? Oppure il nostro è un amore egoistico, umanizzante, snaturante, che ci fa apprezzare gli animali solo se e quando ci sono utili o si comportano come noi vorremmo?
Etologia Relazionale® è un approccio formativo che da anni aiuta diversi operatori del settore a comprendere quali, tra i nostri paradigmi di relazione con gli animali, siano davvero fondati su empatia, comunicazione e conoscenza rispettosa reciproca. Myriam Jael Riboldi da sempre naturalista nell’animo, fondatrice dell’unica scuola accreditata alla formazione in questo approccio, ha risposto alle nostre domande.
Qual è stata la “molla” che ti ha fatto capire che la via da intraprendere per te era segnata dagli animali?
Tutto è cominciato da bambina, quando ho iniziato a percepire un forte legame con gli altri animali, contrapposto al senso di forte incomprensione che sentivo nelle relazioni con la mia famiglia e in generale con “gli adulti”.
Ho deciso che avrei dedicato la mia vita agli animali, ma sono serviti molti anni prima di riuscirci. Ci sono stati molti momenti personali di svolta e tutti, in un modo o nell’altro, penso siano stati importanti per il mio presente, anche quelli non direttamente connessi agli animali.
Trasferirmi, da Milano, in una cascina tra i boschi è stato solo l’ultima tappa di un lungo percorso, per nulla lineare, che mi ha permesso di ritrovare me stessa e la mia bambina interiore. Lo studio degli animali e la vita con loro alla fine sono diventati un tutt’uno, permettendomi di mettere insieme le conoscenze e le intuizioni da cui poi è nato l’approccio dell’Etologia Relazionale®.
Purtroppo una forma di emicrania cronica molto grave ha quasi annullato la mia possibilità di spostamenti e contatti sociali, e quindi anche di insegnamento, ma un’intuizione ha salvato il progetto di diffondere questo approccio: dal 2010 svolgo la formazione totalmente online.
L’idea ha funzionato! Nel 2015, cinque anni dopo la nascita del portale di Etologia Relazionale® (etologiarelazionale.it) e della scuola online. Ho fondato l’associazione scientifico-culturale Cascina Myriam – Scuola di Etologia Relazionale®. Che è oggi la realtà che più di tutte mi rappresenta, avendo unito in un’unica entità sia il mio progetto di formazione che il mio progetto di rifugio privato per animali domestici.
Definiamo “etologia relazionale”, questa realtà che tu hai contribuito a creare.
Etologia Relazionale® è un approccio olistico all’osservazione e allo studio degli animali in relazione, registrato presso l’UIBM dal 2010. Essendo una mia creazione è insegnato in esclusiva presso la Scuola di Etologia Relazionale®, attraverso un percorso online che può sfociare in una qualifica certificata.
Pur non coincidendo con l’etologia in senso accademico, per diversità di metodi, scopi e livello di analisi, l’Etologia Relazionale® si basa principalmente sulla letteratura scientifica. La mia esperienza diretta con animali di diverse specie, mi ha reso consapevole di una cosa: gli individui e le relazioni sono universi di unicità. Espressioni imprevedibili, momenti irripetibili, a cui non si può rendere giustizia, con la sola considerazione degli etogrammi di specie e con il distacco emozionale dello sguardo scientifico.
Il mio approccio considera gli animali come individui unici e gli eventi aneddotici come elementi fondamentali dello studio relazionale. Uno degli assunti fondamentali è che la dinamica relazionale ha il potere di modificare gli stati interiori e i comportamenti di tutti i soggetti coinvolti.
Per capire come serve un’osservazione partecipe, l’Etologia Relazionale® impone consapevolezza di sé, delle emozioni, dei pensieri. Nonché una comprensione dell’empatia nelle sue diverse sfaccettature e della sua importanza nel dialogo con altri animali (vera chiave di volta della formazione).
Uno dei demoni che cerchiamo di combattere attraverso l’ER® è lo specismo: definiamo questo termine.
Prima ancora che una battaglia, è una constatazione di cui riteniamo indispensabile essere consapevoli, perché molte culture umane sono impregnate di questa idea. “Specismo” è l’assunzione che gli esseri umani siano superiori per status e valore agli altri animali.
Questo sguardo, dall’alto verso il basso, ha implicazioni negative per la relazione con altre specie, non solo per i diritti che riconosciamo loro, ma proprio per il modo in cui le studiamo (anche a livello scientifico). Lo specismo limita enormemente la nostra possibilità di conoscere gli altri animali per ciò che sono. Essere consapevoli di questo difetto di prospettiva è l’unico modo per discostarsene e, così, riuscire a porsi senza pregiudizi.
Un concetto derivato dallo specismo, è quello di “schizofrenia empatica”, cioè l’idea che gli animali accolti nella cerchia famigliare come cani e gatti, siano superiori. Quindi meritevoli di status e diritti diversi rispetto ad altre specie (animali selvatici e domestici sfruttati a scopo zootecnico, sportivo, rituale, intrattenitivo). La strada per superare lo specismo è il “biocentrismo”.
Come facciamo a far capire ai lettori che tutto questo non significa necessariamente farsi piacere per forza tutti gli animali. Anche quelli di cui abbiamo un po’ timore, ma bensì portare un paradigma nuovo, un cambiamento all’interno del nostro rapporto con gli animali?
Penso sia giusto accettare che preferenze, timori, repulsioni e fobie facciano parte di tutti noi.
Possono avere motivazioni diverse e non sempre è possibile liberarsene. L’importante è non costruire su questi meccanismi una cultura di odio sistematico verso ciò che ci è sgradito (ad esempio: “i ragni non dovrebbero esistere”, “bisognerebbe uccidere tutti i serpenti”, etc…).
Lo studio spesso aiuta: ci permette di sviluppare forme di rispetto che vanno al di là dell’esperienza personale. Dobbiamo imparare, inoltre, a riconoscere che queste paure sono un nostro limite, e non un difetto della natura che va corretto.
Per andare un po’ oltre al discorso delle paure e ripensare a strategie di costruzione del rispetto per la biodiversità, nella formazione di Etologia Relazionale® lavoriamo sullo sviluppo di diversi strumenti che si favoriscono l’uno con l’altro in feedback: curiosità, conoscenza, empatia, ammirazione, rispetto.
Per finire, gli obiettivi della tua scuola di Etologia Relazionale®: cosa ti aspetti dai tuoi studenti e dai progetti che portano nel mondo?
La scuola ha un’utenza davvero variegata: veterinari, operatori in pet therapy, biologi, educatori cinofili, esperti di gatti, esperti di esotici, responsabili di rifugi per animali, guardie zoofile, psicologi, insegnanti, operatori olistici, pet sitters, avvocati, etc.
Non è possibile immaginare un’applicazione unitaria dell’Etologia Relazionale®. Ma i nostri operatori sono accomunati da una prospettiva sugli altri animali e sulle relazioni che, al di là di arricchire le pratiche professionali e non, ha un grande potenziale di cambiamento sociale. Spero che attraverso tanti progetti diversi, si possa arrivare a costruire una visione nuova e più inclusiva. Che possa cambiare in meglio il nostro modo di relazionarci gli altri animali.
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