Vivere con il gatto, un figlio “peloso” il Felis silvestris, progenitore del nostro gatto, è una specie formata da cinque specie interfeconde tra loro. Tra queste, l’antenato più vicino al nostro gatto domestico, dal punto di vista genetico, è il Felis silvestris lybica.
A cura della Dott.ssa Sabrina Giussani – Medico Veterinario Esperto in Comportamento Animale
Diplomato Medico Veterinario Comportamentalista ENVF Master in Etologia applicata e Benessere animale – Presidente senior SISCA sabrinagiussani@yahoo.it
Attraverso un complesso processo evolutivo, il piccolo felino si è adattato a vivere nella società umana e quest’ambiente ora può essere considerato la sua nicchia ecologica.
Mamma gatta stringe con i propri piccoli una relazione molto particolare.
La sintonia emozionale inizia durante la gravidanza e prosegue dopo la nascita: la mamma lecca, abbraccia, riscalda e sfama i nuovi nati. Inoltre, la femmina secerne dalle ghiandole poste tra la file delle mammelle i feromoni di appagamento, che aiutano i cuccioli e i gattini a sentirsi “bene” e rilassati.
Durante il parto nasce il legame di attaccamento tra la mamma e i propri piccoli che permette la crescita fisica e psichica dei neonati fino a quando rimangono con la famiglia di origine. La mamma rappresenta una base sicura e una maestra di vita: tranquillizza, rassicura e mostra “come si fa”.
Con la crescita il legame di attaccamento con la madre biologica si “allarga” ai membri del gruppo con cui il piccolo vive e ai componenti della famiglia umana. Il legame tra gatto e referente è da considerarsi al pari dell’attaccamento del bambino alla propria mamma. L’essere umano è, a tutti gli effetti, la figura di riferimento/accudimento di questi animali e tra le due specie nasce una vera e propria relazione affettiva.
Conoscersi per capirsi
Il processo di domesticazione ha permesso agli animali di trascorrere molti anni al nostro fianco. Questa vicinanza ha favorito la nascita di una “comunicazione condivisa”: il gatto è capace di “leggere” le emozioni che provano gli esseri umani osservando il movimento dei muscoli del volto e ascoltando la loro voce. I piccoli felini, quindi, ci capiscono e adattano il loro comportamento al nostro stato emotivo.
Gli animali non sono in grado di conversare con le parole ma riescono a farsi capire in modo diverso! Il cane, il gatto e molti altri mammiferi sono capaci di provare emozioni primarie o di base come la gioia, la paura, la tristezza, la rabbia, il disgusto e la sorpresa.
La paura, per esempio, è un’emozione che insorge in modo automatico come risposta a uno stimolo esterno considerato minaccioso: la pupilla si dilata, la frequenza del respiro e il battito cardiaco aumentano e il corpo si prepara a rispondere all’evento stressante.
Il loro linguaggio
Le espressioni del viso (dilatazione delle palpebre e della pupilla, posizione delle orecchie) e la tensione dei muscoli del corpo indicano che cosa sta provando il gatto in quel momento.
Il messaggio trasmesso è completato anche dai movimenti della coda.
I vocalizzi, i messaggi olfattivi e quelli feromonali permettono al gatto di “orientarsi” nell’ambiente e allo stesso tempo rappresentano il mezzo di comunicazione con i propri simili e gli esseri umani. I piccoli felini utilizzano un’ampia gamma di suoni: i trilli, i miao sommessi e “gridati”, i soffi, i ringhi, gli “sputi” consentono al gatto di trasmettere emozioni e desideri. Il trillo, per esempio, è emesso per salutare un membro della famiglia mentre soffi, ringhi e “sputi” indicano che il piccolo felino è spaventato o arrabbiato.
I feromoni
Il gatto secerne numerosi feromoni ma fino a oggi ben pochi sono stati identificati e studiati. Mamma gatta, dopo qualche giorno dal parto, produce dalle ghiandole poste tra le mammelle un feromone che rilassa e rassicura i gattini (feromone di appagamento).
Le graffiature sono una combinazione di segnali visivi (le tracce lasciate dai graffi) e feromonali (i feromoni prodotti dalle ghiandole poste tra le dita). I feromoni facciali sono deposti dal gatto mediante lo sfregamento della parte laterale del viso (dagli angoli della bocca fino alla zona di cute senza pelo posta a livello delle tempie) sugli oggetti (per esempio le gambe del tavolo e delle sedie) e sugli esseri viventi (per esempio i membri umani e non della famiglia). Così facendo, il gatto li esplora e li conosce: oggetti ed esseri viventi non rappresentano più un pericolo!
I feromoni secreti dai sacchi anali e dalle ghiandole poste nei cuscinetti plantari delle mani e dei piedi trasmettono un segnale di allarme: la percezione di queste molecole da parte del gatto provoca evitamento e fuga. Per questo è necessario lavare accuratamente con acqua e sapone neutro il trasportino dopo ogni viaggio così da asportare i feromoni di allarme.
Convivere e condividere
I nostri compagni di vita trascorrono la maggior parte della giornata in solitudine. L’uomo incontra il gatto soprattutto la sera e la notte: si occupa del piccolo felino somministrando cibo e coccole.
La consapevolezza di appartenere a specie diverse, comporta la conoscenza delle necessità dei nostri piccoli compagni.
Mangiare, bere, dormire, evacuare le deiezioni sono considerati fabbisogni fisiologici, primari per tutti gli esseri viventi. Gli animali, così come l’essere umano, possiedono anche fabbisogni comportamentali e di sicurezza poiché sono soggetti dotati di una mente, con emozioni che caratterizzano la loro “personalità”. La creazione di una corretta relazione fondata sul pieno riconoscimento delle rispettive diversità è alla base della coabitazione con il piccolo felino.
La relazione deve essere composta di più “parti”, tra cui le più principali sono affettiva (dare, e ricevere affetto), ludica (giocare e lasciarsi coinvolgere nel gioco), affiliativa (sentirsi parte di un gruppo e coinvolgervi il partner), sociale (fare delle attività con il gatto e lasciarsi ingaggiare da lui) e quella epistemica (osservare il comportamento del piccolo felino lasciando che il suo modo di agire “ci contagi”).
Coinvolgere il piccolo felino nelle attività quotidiane umana, come per esempio riordinare l’abitazione, lavorare al computer e così via, permette al gatto di collaborare e sentirsi parte integrante della famiglia.
Per migliorare il benessere e la qualità della vita del gatto possiamo trasformare la nostra casa, così da soddisfare anche le esigenze di Micio. Disporre in modo diverso le risorse (il cibo, l’acqua, i luoghi di riposo, le cassette e i graffiatoi, i giocattoli) ed espandere lo spazio a disposizione, sono i punti fondamentali per raggiungere questo obiettivo.
Consigli per vivere con un gatto
Il gatto mangia sia durante il giorno che durante la notte, compiendo fino a quindici/sedici piccoli pasti nelle ventiquattro ore. Questa modalità di assunzione del cibo deriva dal ricordo ancestrale del piccolo felino legato alla cattura di molte prede di ridotte dimensioni.
Fin dall’adozione il gattino dovrebbe avere a disposizione cibo secco (l’intera dose quotidiana) il giorno e la notte in modo da imparare a regolare la quantità necessaria alle proprie attività.
L’acqua deve essere sempre fresca e abbondante. Poiché molti gatti gradiscono l’acqua corrente, è possibile predisporre, oltre la classica ciotola, una fontanella indoor a riciclo di acqua. Alcuni materiali come il vetro e la ceramica mantengono inalterato il gusto dell’alimento e dell’acqua.
All’interno dell’abitazione il gatto deve avere a disposizione almeno due cassette (poiché una volta diventato adulto preferisce urinare e defecare in cassette diverse), lontano dai luoghi particolarmente rumorosi della casa, dalle ciotole del cibo e dell’acqua e dai luoghi di riposo.
La cassetta deve avere dimensioni adeguate alla taglia del gatto.
In commercio ci sono strutture per gattini a bordo basso ed altre XXL che permettono anche ai gatti di taglia grande di avere un bagno comodo e confortevole. È necessario pulire la lettiera (togliendo la parte sporca) due volte il giorno.
Il gattino dovrebbe dormire durante la notte, sin dall’inizio della convivenza, nella stanza dei proprietari poiché la condivisione del luogo di riposo è la base della relazione con l’essere umano. Una volta adulto, soprattutto durante il giorno, non dorme per lunghi periodi nello stesso luogo ma lo cambia frequentemente.
Per “indirizzare” la scelta, possiamo collocare substrati particolarmente attraenti (di cotone, pile o lana cotta) in alto e in basso, in luoghi nascosti o in bella vista così che Micio possa riposare in tutta tranquillità.
La maggior parte dei gatti emette graffiature su superfici verticali mentre alcuni anche sopra aree orizzontali. Le graffiature svolgono prevalentemente una funzione di comunicazione attraverso la combinazione di segnali olfattivi (i feromoni escreti dalle ghiandole poste tra le dita) e visivi (i graffi).
Per preservare l’arredamento dell’abitazione, è opportuno disporre graffiatoi nei pressi dei luoghi dove il gatto preferisce riposare e vicino ai luoghi di passaggio (come per esempio la porta d’ingresso, il corridoio, vicino alla porta finestra che permette l’accesso al balcone).
I graffiatoi devono essere ben fissati in modo che la struttura sia stabile.
Nel caso in cui fossero a torretta, l’altezza del graffiatoio deve essere superiore a quella del gatto. I giocatoli devono essere collocati in un contenitore così che il gatto possa utilizzarli quando lo desidera.
È necessario lasciare a disposizione solo alcuni oggetti alla volta e presentarli a rotazione dopo qualche settimana per tenere viva la curiosità del piccolo felino.
Si consiglia di non realizzare attività che aumentano l’eccitazione emozionale del gattino e del gatto adulto (come per esempio giocare con le nostre mani e piedi) poiché favoriscono la comparsa di morsi e graffi a carico dei membri della famiglia. I giochi di luce e ombra o il laser, invece, aumentano la frustrazione e l’agitazione del piccolo felino poiché la preda è impalpabile.
Preferenze ambientali per vivere con il gatto
Per quanto riguarda lo spazio a disposizione, il gatto ha idee molto precise: predilige un ambiente disposto su più livelli così da potersi arrampicare e balzare da un mobile all’altro. Espandere la superficie calpestabile aumenta la possibilità del gatto di esprimere i comportamenti tipici della specie.
È possibile predisporre più mensole, camminamenti aerei (ponti tibetani) e nascondigli collegati tra loro, graffiatoi che arrivano fino al soffitto, amache applicate ai caloriferi o ai davanzali interni delle finestre, scale a muro e così via.
Le soluzioni proposte per vivere con il gatto sono numerose e permettono un maggiore confort per lui e per i proprietari, poiché lo spazio vitale disponibile diventa più ampio e soddisfa tutto il gruppo.
L’arricchimento ambientale dovrebbe essere costruito “su misura” per ogni famiglia poiché ciascun gatto mostra un punto di vista differente. Inoltre è necessario modificarne la disposizione di tanto in tanto così da mantenere vivo l’interesse dell’animale.
Terrazzi e balconi permettono al gatto di “assaggiare” l’ambiente esterno: guardare il mondo, prendere il sole, ascoltare il rumore della pioggia oppure osservare le luci della città durante la notte sono attività che il gatto svolge con piacere. Per evitare incidenti è opportuno mettere in sicurezza tali strutture e collocare una gattaiola così il gatto possa accedervi a propria discrezione.