Comprendere un cavallo in forma

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Comprendere la forma fisica del cavallo

Per allenare un cavallo occorre comprendere quando è in forma per farlo lavorare in maniera adeguata e progressiva in relazione alla attività che è solito svolgere.

A cura del Dott. ANDREA BRIGNOLO Medico veterinario

Come fare per comprendere se il tuo cavallo è in forma

Da un lato esistono cavalli che vengono sottoposti ad una quantità di lavoro insufficiente che avrà come risultato uno scarso o nullo miglioramento della sua capacità atletica. Molti cavalli destinati ai concorsi ippici e da campagna sono in questa categoria e lavorano, in media, meno di un’ora al giorno, e spesso il passo è l’andatura tenuta per il 70% ed oltre del tempo totale.

Frasi come “lo porto mezz’ora in passeggiata per fare fiato”, nascondono il serio rischio di non incidere per nulla dal punto di vista atletico, anche se gli effetti benefici di una passeggiata sulla serenità del cavallo sono innegabili.

Dall’altro lato esistono cavalli cui viene somministrata una quantità di lavoro eccessiva. Questo può succedere per vari motivi: i cavalli che entrano in una scuderia nuova, ad esempio, sono spesso reduci da periodi di lavoro ridotto o assente perché a volte soggiornano presso le scuderie dei commercianti.

Da soggetto a soggetto

La stessa quantità di lavoro, poi, può essere affrontata senza sforzo da un cavallo sano, ma dimostrarsi eccessiva per un soggetto non in salute (ad esempio, con un problema respiratorio, anche non troppo evidente), debilitato o reduce da malattie che minano la sua capacità di lavoro, come la piroplasmosi.

due cavalli in primo piano
Foto di Ulrike Leone da Pixabay

Anche cavalli semplicemente affetti da parassitosi intestinali sono meno adatti a sopportare gli sforzi. Persino cavalli sanissimi sono a volte sottoposti a sforzi eccessivi in allenamento: spesso la prova di un cavallo nuovo si trasforma in un “calderone” di esercizi intensi che non tengono conto della forma atletica del momento. E quante volte le “sfide” tra cavalieri dello stesso circolo si risolvono in prove ben più impegnative delle gare ufficiali, perché senza regole?

Sensibilità del cavaliere e segnali oggettivi per comprendere la forma del cavallo

Dobbiamo ricordare, inoltre, che esistono molte patologie muscolari anche gravi che possono essere indotte da una attività non ben preparata o ad uno squilibrio fra alimentazione e attività fisica.
Un corretto allenamento sta nel mezzo tra queste due situazioni.

Per capire quale sia il giusto mezzo, è necessaria la sensibilità di un cavaliere preparato e consapevole, capace di cogliere i segnali di stanchezza e trasformarli in utili indicazioni relative allo stato di forma. Esistono, tuttavia, anche segnali oggettivi che aiutano a capire quando il cavallo è in grado di lavorare e quando invece il suo stato di forma non è perfetto.

Lo stato generale del cavallo

Un primo, approssimativo esame dello stato di forma di un cavallo si ottiene semplicemente valutandone lo stato generale: peso, lucentezza del pelo, risposta agli stimoli (nel senso che un cavallo in buona salute sarà, normalmente, più attento, mentre una maggiore abulia è tipica di uno stato più scadente).

Questo primo esame ci può dare alcune indicazioni, ma certamente non può essere considerato esauriente. Tutte le altre valutazioni, infatti, sono più approfondite ma necessitano dell’intervento di un esperto. Il peso, ad esempio, può essere meglio valutato con la tecnica del “body condition score” che é una valutazione, attraverso il tatto, dello spessore del grasso sottocutaneo, che viene poi tradotta in un indice.

Spendido cavallo in primo piano da comprendere la sua forma fisica

Sudore

La sudorazione è una misura diretta della quantità di lavoro svolto: più un cavallo lavora, più suda. Esistono però alcuni fattori esterni di cui tenere conto nel modulare il lavoro, a seconda di quanto il cavallo è sudato. Innanzitutto, lo stato di eccitazione.

Un cavallo nervoso, a parità di lavoro, suda molto di più di un cavallo tranquillo. Ovviamente, la temperatura ambientale ha grande importanza, come la umidità relativa dell’aria (se questa è alta, il sudore non può evaporare e resta più a lungo sul mantello del cavallo, o gocciola a terra).

Se si tiene conto di questi parametri, il sudore riassume il suo ruolo centrale.

Infatti, esiste un vero e proprio “allenamento alla sudorazione” per cui lo stesso lavoro, somministrato a due cavalli con diverso stato di forma, produrrà sudorazione profusa in un cavallo poco allenato e poca sudorazione in un soggetto in perfetta forma. Anche il sudore prodotto fornisce comunque una stima piuttosto empirica della forma di un cavallo, se confrontato con mezzi moderni.

Respirazione

Un dato che certamente è molto correlato all’intensità dello sforzo prodotto è il ritmo respiratorio: un cavallo che “soffia” sta facendo un lavoro che gli risulta gravoso. Anche su questo dato, tuttavia, incidono fattori che non hanno niente a che vedere con lo stato di forma: temperatura ed umidità e nervosismo, ma anche eventuali malattie del sistema respiratorio o cardio circolatorio.

Cavallo al trotto  per comprendere la sua forma fisica

Cardiofrequenzimetro

Il cardiofrequenzimetro, come dice il nome, dà informazioni rispetto al ritmo cardiaco. È dunque utile durante le sedute di allenamento (o almeno le principali), le simulazioni di gare e le gare stesse. È indispensabile nelle gare di endurance. Serve anche nei test da sforzo per calcolare la soglia anaerobica e gli altri parametri di “fitness”.

Infine, può essere utile applicarlo ad un cavallo in riposo, per studiarne l’emotività, la reattività, il livello di attività, oppure ancora per evidenziare alcuni difetti di funzionamento cardiaco. Applicato al cavallo, ci dà informazioni molto accurate rispetto all’intensità dello sforzo in ogni istante.

Esami del sangue

Un ulteriore livello di verifica della buona forma fisica del cavallo è rappresentato dagli esami del sangue. Un esame di questo tipo è utile ad inizio stagione, e successivamente ad intervalli regolari, ad esempio ogni 4 mesi.

I parametri più importanti da controllare sono molti. Tra questi troviamo quelli legati alle diagnosi di anemia (numero dei globuli rossi, emoglobina ed ematocrito), spesso causa di scarsa attitudine al lavoro. Anche gli enzimi legati al metabolismo muscolare, ed in particolare la CK (o creatinkinasi), sono importantissimi. Altri enzimi come LDH, AST o ALT danno indicazioni accessorie. Il vostro veterinario di fiducia saprà consigliarvi, anche sulla base di una visita clinica, se limitarsi ai parametri essenziali o procedere ad una analisi più approfondita.

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