Tutela animali: intervista alla Deputata Francesca Flati

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Deputata MoVimento 5

Tutela della salute e del benessere degli animali: a che punto è il nostro Paese? Da diversi anni la deputata del MoVimento 5 Stelle Francesca Flati si batte in Parlamento per i diritti degli animali.

Con lei vogliamo cercare di capire quanta strada deve ancora fare il nostro Paese e quali interventi sta mettendo in campo la politica per risolvere i problemi esistenti.

Sempre più spesso leggiamo notizie di maltrattamenti sugli animali. Episodi davvero incomprensibili per chi ha la fortuna di vivere una vita in loro compagnia. Fenomeni come le violenze, lo sfruttamento intensivo e l’abbandono – che secondo la LAV, ogni anno in Italia interessa circa 80mila gatti e 50mila cani – non sono più accettabili. 

La salute dei nostri amici animali dipende in larga parte dalle nostre azioni. Ma la legislazione ha un peso importante nel definire tutele e limiti invalicabili quando si parla di benessere animale.

Come è possibile che in Italia, ancora oggi, ci siano persone che considerano gli animali come dei semplici oggetti?

Purtroppo, in tema di tutela di diritti degli animali c’è veramente tantissimo da fare. È innegabile che nel nostro Paese ci sia un problema culturale; sono ancora molti gli italiani che dimostrano di non avere alcun rispetto per gli animali. Personalmente, sto lavorando da tempo per migliorare l’attuale legislazione in materia dei loro diritti.

A partire da una norma di assoluto buonsenso affinché, una volta per tutte, gli animali siano considerati esseri senzienti, non beni o oggetti, e siano così tutelati i loro diritti. La mia proposta di legge sul tema è in Parlamento, occorre soltanto approvarla. Inoltre, al Senato il Movimento 5 Stelle ha presentato un’altra proposta di legge per inasprire le pene per chi maltratta gli animali, un altro intervento assolutamente urgente.

Su questo tema sembra che in Europa finalmente qualcosa si stia muovendo. Cosa prevede la sua proposta di legge?

È vero, in tutto il mondo le leggi stanno cambiando, con lo scopo di garantire la tutela dei nostri amici animali: da poco la Spagna ha riconosciuto giuridicamente gli animali d’affezione come esseri senzienti.

Come detto, la proposta presentata alla Camera si fonda proprio sulla necessità di ridisegnare i confini dei diritti attribuiti ai nostri compagni di vita.

Considerarli esseri senzienti dotati di implicita dignità, ossia dotati di una loro sensibilità è un obbligo non più rinviabile. La proposta, peraltro, oltre a intervenire sul benessere dei nostri amici, la prevenzione e la gestione del randagismo, prevede la creazione di un’anagrafe nazionale degli animali d’affezione e di un registro di coloro che si sono macchiati di reati contro qualsiasi animale. A queste persone saranno precluse le attività a contatto con gli animali stessi. Peraltro, chi usa violenza contro di loro, evidentemente potrebbe farlo anche sugli esseri umani.

Quali risultati avete raggiunto fino ad oggi?

Ci sono alcune battaglie che porto avanti da tempo e che, nonostante i provvedimenti presentati in questi anni, non siamo ancora riusciti a far approvare, per via del forte ostruzionismo delle altre forze politiche o a causa dei vincoli di bilancio. Altre invece che, fortunatamente, con grandi sforzi, siamo riusciti a portare a termine. Nell’ultima manovra economica, ad esempio, abbiamo rifinanziato il Fondo per il randagismo, istituito con la legge 281 del 1991. Un fondo che dovrebbe rinnovarsi ogni anno e che, invece, troppo spesso rimane vuoto. Abbiamo stanziato 2 milioni di euro che finanzieranno la sterilizzazione e la sensibilizzazione, uniche vere chiavi per superare questa emergenza. Lo stesso fondo poi serve a coprire le spese per la cura e il ricovero degli animali meno fortunati. Altri 8 milioni invece sono destinati alla costruzione e alla messa a norma di rifugi per cani randagi per i comuni in dissesto, pre-dissesto o strutturalmente deficitari.

E riguardo ai maltrattamenti sugli animali?

Ad esempio, grazie a un altro emendamento alla Legge di Bilancio, entro 6 mesi si prevede la chiusura di tutti gli allevamenti di animali per la produzione di pellicce ancora attivi in Italia. In questo modo, salviamo visoni, volpi, cincillà e animali affini da una morte terribile e insensata. Nello specifico, dal 1° gennaio 2022 è vietato allevare, far riprodurre, catturare e uccidere animali di qualunque specie con lo scopo di produrre pellicce. Entro il 30 giugno poi, gli allevamenti dovranno essere smantellati. Quelli attualmente ancora attivi dovranno lavorare sulla sterilizzazione degli animali che potranno anche essere affidati alle associazioni animaliste. Inoltre, stiamo salvando milioni di pulcini dagli allevamenti intensivi.

In che modo garantite la tutela di questi animali?

Molti consumatori non sono a conoscenza di un aspetto nascosto della produzione di uova: i pulcini maschi vengono uccisi appena nati, triturati vivi. Questo perché sono considerati “scarti” in quanto non in grado di generare uova. Ecco perché come MoVimento 5 Stelle abbiamo presentato un emendamento che impegna il Governo a recepire una direttiva europea, che prevede entro il 2026 il divieto totale per questa pratica disumana. L’emendamento è stato approvato dall’Aula di Montecitorio e adesso l’Italia dovrà lavorare, anche dal punto di vista tecnologico, per implementare strumenti che garantiscano di identificare tempestivamente il sesso del pulcino prima della schiusa. Un ottimo risultato, a cui adesso dovranno seguire delle azioni concrete, per ottenere questo cambiamento nei termini previsti.

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