Alda D’Eusanio

Alda D’Eusanio, lontana dagli schermi televisivi, resta una donna con una personalità forte e decisa ma anche ricca di profonda sensibilità. E lo dimostra, per esempio, quando parla degli animali.

A cura di Federica Rinaudo Giornalista Direttore Artistico Pet Carpet Film Festival

Alda D’Eusanio: amore incondizionato per gli animali

Sono nata a Tollo, in provincia di Chieti, un piccolo paese agricolo. Vivere in mezzo alla natura mi ha permesso di entrare in contatto con numerosi animali e, in molti casi, di salvarli insieme ai miei fratelli.

Quando non riuscivamo a farlo ci occupavamo di garantirgli una rispettosa sepoltura. Dietro casa nostra c’era un piccolo orticello dove, a modo nostro, facevamo addirittura i funerali ad uccellini, lucertole ed altre povere creature che non riuscivano a sopravvivere. Gli mettevamo perfino una croce fatta di canne ed una boccettina con fiorellini di campo.

A mia madre portavo sempre in casa cani e gatti trovati ovunque. Ma non solo. E quando uno dei cagnolini morì andai in chiesa pregando il parroco di celebrare una messa per lui. Non acconsentì subito ma, in seguito alle mie lacrime e alla mia disperazione, piano piano si convinse.

Ad un certo punto il trasferimento a Roma. Come è cambiata la tua vita?

È stato un trauma. Il passaggio da una completa immersione nella natura ad una totale mancanza di animali e rapporti sociali è stato inizialmente molto doloroso. In città non c’era quel clima di comunità che respiravamo in paese.

Ho iniziato con il portare in casa delle tartarughe. Con il tempo mi sono adeguata ad uno stile di vita diverso ma non ho mai smesso di essere quella che ero e gli animali hanno fatto sempre parte della mia esistenza.

Alda D’Eusanio con Giorgio il suo amatissimo pappagallo

Quali sono quelli che ti hanno accompagnato in passato e che ricordi con maggiore affetto? E poi raccontaci dei tuoi attuali amori, il pappagallo Giorgio e la barboncina Mia.

Non potrò mai dimenticare, tra gli altri, la mia cagnolina Penelope, il mio Canarino (di nome e di fatto), i due gatti Gastone e Giovanni, che dopo una settimana dalla morte di mio marito hanno seguito il suo stesso terribile destino.

Ho ritrovato l’amore grazie al mio pappagallo Giorgio, che vola libero in casa ed è la mia ombra, e la piccola Mia, una barboncina dolcissima sempre pronta a farmi le coccole.

Una famiglia insolita. Come è la vostra convivenza?

Per Giorgio è stato difficile accettare Mia. Lui è il “padrone di casa”, gelosissimo di me, e quindi il nuovo arrivo non lo ha preso per il verso giusto. All’inizio le faceva dei veri e propri agguati.

Con il passare del tempo la situazione è un pò cambiata, anche se qualche volta ancora gli rompe i giochini. Durante la pandemia abbiamo giocato ore ed ore tutti insieme. Ed è stato grazie a loro che ho superato l’angoscia per l’isolamento. Non mi sono mai sentita sola, ma d’altronde con loro in casa è impossibile non divertirsi.

Giorgio è il più esigente. Un esempio? Durante la stagione invernale predilige cappuccino e solo una specifica marca di biscotti, mentre d’estate adora la spremuta. E guai a cambiare le sue abitudini!

Quanto è importante secondo te la presenza di un animale nel nucleo familiare?

È fondamentale per tutti i componenti della famiglia, ma soprattutto per bambini e anziani. Beneficiare della presenza di un amico a quattrozampe, o con le ali, consente di ricevere una dose immensa di amore incondizionato. Una sensazione meravigliosa, un grande insegnamento per noi umani.

Sei stata tra i conduttori della seconda edizione del Pet Carpet Film Festival. Che cosa ti ha lasciato questa rassegna?

Una brillante idea quella di realizzare un festival per gli animali. Mi ha colpito tantissimo uno dei video vincitori (ndr “L’abbandono”) che ha messo in parallelo l’abbandono di un cane con quello di un nonno. È stato un colpo a cuore. Gli esseri umani hanno perso il vero significato del concetto di “donare senza chiedere qualcosa in cambio”.

Questo festival evidenzia proprio la bellezza dei sentimenti puri, sinceri, assoluti, che gli animali ci trasmettono. È importante comunicarlo. Io d’altronde sono da sempre convinta che non dovrebbe esserci una casa senza animali, se la casa vuole davvero essere tale.

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