Animali e letteratura

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Famiglia con il coniglio

Il mondo degli animali nella letteratura è da sempre considerato molto affasciante e misterioso, ricco di sorprese, segreti ed emozioni. Per questo molto spesso diviene il protagonista di storie, poesie e leggende.

A cura di Ilaria Lupi

Gli animali e la letteratura italiana

In questo articolo vedremo alcuni degli animali su cui hanno composto famosi poeti e scrittori italiani, molto spesso affidandogli un significato molto più profondo, che va oltre l’apparenza e la fisicità.

Letteratura sugli animali cane con il libro in mano

Gli animali: uno strumento per esprimersi

Talvolta il mondo animale viene utilizzato come allegoria della società, della vita e della figura femminile; in altri casi come termine di paragone per evidenziare qualità e caratteristiche umane o per esprimere il proprio stato d’animo; altre volte ancora l’animale appare nella sua specificità di essere vivente, come altro dall’uomo, in cui i suoi difetti diventano pregi, la sua presunta inferiorità e diversità diventano una ricchezza o addirittura un modello di comportamento.

Divina Commedia

Di animali nella letteratura italiana ce ne sono tanti, come per esempio nella Commedia dantesca: il sommo poeta inserisce in diverse occasioni l’elemento animalesco, che ha spesso una connotazione negativa; infatti, più si scende negli inferi più i personaggi che Dante incontra assumono connotati bestiali, allegoria di una progressiva perdita delle capacità razionali.

Ricordiamo, ad esempio, i serpenti che tormentano i ladri nell’VIII cerchio e la descrizione della loro metamorfosi; oppure i caproni e i cani a cui vengono paragonati i traditori (tra cui il conte Ugolino) nel IX cerchio e la celebre rappresentazione di Lucifero con tre paia di ali di pipistrello.

L’immagine animalesca certamente più nota è quella delle tre fiere infernali, la lonza, il leone e la lupa, che si oppongono al cammino dantesco e sono rispettivamente allegoria della lussuria, della superbia e dell’avarizia.

Ragazza con il gatto

“Il giorno” di Parini

Altrettanto conosciuta è poi la poesia satirica contenuta nel poemetto Il giorno del 1763 di Giuseppe Parini, in cui l’autore descrive la giornata di un giovin signore e della sua dama.
Quest’ultima racconta l’episodio di quando la sua cagnolina, la vergine cuccia, diede un morso al suo servo e lui, per difendersi, le diede un calcio. Per colpa di questo gesto la dama decide di licenziare e lasciare nella povertà il misero servitore. La poesia, con ironia, vuole mette in luce l’insensibilità e la superbia della dama e di una classe sociale per cui conta di più il benessere di un cane (che viene divinizzato) piuttosto che un fedele servitore.

“Il passero solitario” di Leopardi

Anche il celebre Giacomo Leopardi ha contribuito con Il passero solitario (1829-1830) alla letteratura su animali. Questa composizione ci permette di comprendere lo stato d’animo del poeta, in quanto esso si descrive mediante un parallelismo con il passero, protagonista della poesia. Entrambi sono per carattere solitari, distaccati e diffidenti dai divertimenti e dalle abitudini dei coetanei e si lasciano scappare i momenti migliori della vita, senza vivere appieno la loro “primavera”. La differenza tra il poeta e l’uccellino è che il primo si pentirà di questa gioventù sprecata e avrà rimpianti, mentre il secondo, essendo un animale e avendo agito puramente d’istinto, alla fine della sua esistenza non avrà alcun rimorso.

“L’assiuolo” di Pascoli

Ricordiamo L’assiuolo di Pascoli (1897), una poesia ambientata in una campagna notturna, dalla quale il poeta ne ode in lontananza il triste e lamentoso verso. L’assiuolo, un uccello notturno, il quale gli ispira lugubri pensieri legati alla morte e al destino dell’uomo. Il testo è caratterizzato dalla frequente presenza di onomatopee, ovvero dalla scrittura del suono prodotto dell’animale. Chiù infatti chiude ogni strofa, come presagio di sventura e simbolo di inquietudine e dolore.

Il passero per animali e letteratura una poesia di Leopardi

“A mia moglie” di Saba

Citiamo anche la celebre composizione di Umberto Saba A mia moglie (1911), in cui il poeta, per celebrare l’amata moglie, la paragona a vari animali. La gallina, la giovenca, la cagna, la coniglia, la rondine, la formica e l’ape, animali sereni che avvicinano a Dio, come troviamo scritto nella poesia.

Di ciascuno di questi animali Saba coglie le migliori qualità. Per esempio, della gallina evidenzia il portamento eretto e superbo, della giovenca il sentimento materno e della cagna l’amore fedele e tenace. La donna è anche generosa come una coniglia, dalle movenze leggiadre come la rondine, è laboriosa e instancabile come una formica e un’ape. Il poeta in questa dolce e ingenua poesia guarda al mondo della natura con occhi semplici e infantili, cogliendone gli elementi più belli e apprezzabili.

“La carriola” di Pirandello

Nota è inseguito la lunga novella di Luigi Pirandello La carriola (1917), in cui viene mostrata la doppia essenza del personaggio protagonista. Un avvocato, che si trova intrappolato nella maschera che indossa di uomo facoltoso e padre di famiglia, celando in questo modo la sua vera persona. Durante un viaggio in treno egli capisce che la sua vita è una messa in scena, poco autentica e soddisfacente, ma non può sfuggire al ruolo che gli altri gli hanno attribuito.

L’unica cosa che può fare per ribellarsi è compiere in gran segreto un gesto particolare ma autentico: prendere la sua cagnolina per le zampine posteriori e farle compiere la carriola.
La povera cagnetta dopo questo atto fissa dubbiosa e spaventata l’uomo, rappresentando di fatto lo sguardo della società.

“L’anguilla” di Montale

Ricordiamo infine L’anguilla (1948), una poesia complessa ed ermetica di Montale. In questo componimento viene rappresentata un’anguilla durante il suo lungo viaggio dai Mari del Nord al Mediterraneo e la risalita dell’Appennino tramite i fiumi, dove infine riesce a deporre le sue uova.

Questo animale e le difficoltà affrontate sono simbolo della donna, in quello che appare un viaggio salvifico e di speranza. Il messaggio che il poeta vuole comunicare è che anche in situazioni di totale desolazione. Vi sono elementi profondi su cui far leva per riaffermare la vita, e proprio l’anguilla donna diventa la creatura in cui è racchiuso tutto il vitalismo, la possibilità di resistere e salvarsi.

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