Il coniglio nano è un mammifero appartenente all’ordine dei Lagomorfi, genere Oryctolagus. Discende dal coniglio selvatico europeo l’Oryctolagus cuniculus, dal quale ha preso origine anche tutte le razze di conigli che sono state selezionate dall’uomo e in maniera spontanea, nel corso degli anni.
A cura della Dott.ssa EMANUELA TETTA – Medico Veterinario Adelfia (BA) – Emanuela.tetta@virgilio.it
Il coniglio nano attraverso la storia
L’evoluzione e la diffusione del coniglio selvatico sono poco note, a causa dei pochi reperti paleontologici rinvenuti. Il nome scientifico del coniglio, Oryctolagus cuniculus, deriva dal greco e dal latino: Oryctolagus deriva dalle parole greche orux (scavatore) e lagos (lepre), mentre cuniculus in latino significa cunicolo o galleria, proprio per l’attitudine del coniglio di scavare cuniculi nel terreno.
Origine e diffusione del coniglio nano
La patria di origine del coniglio selvatico, progenitore del coniglio domestico, é con molta probabilità la Spagna. Tale ipotesi, sembra trovare conferma non solo dalle fonti storiche reperibili dal tempo dei Romani, ma più scientificamente da studi operati con l’impiego e analisi di marcatori genetici, come il DNA mitocondriale prelevato da resti fossili e da animali contemporanei, che hanno evidenziato l’esistenza di linee materne proveniente da una zona dell’Andalusia, Las Lomas e nelle altre regioni della Spagna e in Francia.
Il processo di addomesticamento del coniglio, inizia attorno al 1100 a.C., con i Fenici che fornirono le prime notizie storiche su questo animale. Essi lo osservarono nella Penisola Iberica e sulle coste dell’Africa Nord-occidentale e, avendo notato delle similitudini tra questa specie e gli iracidi o procavie (piccoli mammiferi che vivono in Siria e Palestina), chiamarono questi luoghi “I-Shephan-Im” (Paese delle procavie o dei conigli).
Fino al IV secolo a.C., però, il coniglio non era molto considerato a differenza invece della lepre. Solo più tardi cominciò ad essere apprezzato e ricercato per via della sua carne, considerata molto buona. Nel XVI secolo, il coniglio era presente in gran parte dell’Europa sia nella forma selvatica che domestica, grazie anche ai marinai che, per avere selvaggina fresca al ritorno dai loro viaggi, lasciavano in ogni porto una coppia di conigli che però si riprodussero a dismisura.
Chi dice coniglio dice danno
La diffusione del coniglio nano rappresentò una vera calamità per i contadini che vedevano i propri campi invasi da una miriade di conigli che danneggiavano il raccolto, stremando la popolazione.
Plinio narra, che nelle isole Baleari e Lipari, il coniglio si era talmente diffuso da costringere l’imperatore Augusto, ad inviare milizie per cercare di debellare i numerosissimi conigli, che devastavano i campi coltivati.
Nella caccia al coniglio, venne impiegato anche il furetto, predatore naturale del coniglio.
In Australia, da pochi conigli liberati, si originò una popolazione che contava 20 milioni di individui.
Ciò rappresentò un vero problema soprattutto per gli allevatori di ovini. Quindi, per fronteggiare tale piaga, vennero impiegati, senza successo, molti mezzi tra cui, i rabbiters, cacciatori di conigli, e la guerra batteriologica proposta da Pasteur.
Fu solo attraverso la diffusione del virus della mixomatosi che si ottenne un certo successo verso il 1950.
Il virus della mixomatosi, importato dal Sud America dimostrò la sua letalità nei confronti del coniglio europeo, soprattutto quando venne diffuso in regioni ricche di acqua e nelle quali, grazie alla presenza delle zanzare, la malattia si diffuse rapidamente.
Classificazione tassonomica
In passato, conigli e lepri, furono considerati appartenenti all’ordine dei Roditori per alcune similitudini, relative soprattutto alla dentatura e a certe abitudini alimentari. Attualmente conigli, lepri ed ocotonidi, appartengono all’ordine dei Lagomorfi, suddivisi a loro volta in due famiglie: la famiglia Leporidae, di cui fanno parte lepri e conigli e la famiglia Ochotonidae a cui appartengono i pikas (conigli delle rocce o lepri fischianti).
Sono tutti animali di piccole dimensioni, simili nell’aspetto esterno e nella morfologia cranica ai Roditori, con i quali condividono la specializzazione della dentatura. I Roditori e i Lagomorfi sono comunque raggruppati in un unico super-ordine (Coorte dei Glires), anche se oggi sono universalmente considerati separati e distinti l’uno dall’altro.
La caratteristica che distingue i due ordini é data dalla specializzazione e dal numero degli incisivi, per i quali i Lagomorfi vennero chiamati “Duplicidentati”, per la presenza sulla mascella superiore di due paia di incisivi, di cui un paio più piccoli disposti dietro ai primi per distinguerli dai Roditori o “Simplicidentati”, che presentano due incisivi superiori e due inferiori.
La famiglia Leporidae comprende 11 generi e 47 specie e si divide in due sottofamiglie: Paleolaginae, a cui fanno capo generi e specie più simili ai pikas che non al nostro coniglio; Leporinae, che comprende le forme più tipiche, come le lepri e i conigli veri e propri con 6 generi.
I generi dei conigli
I generi del coniglio sono: Lepus, la specie più diffusa in Italia è la Lepre comune (Lepus europeus); il genere Oryctolagus a cui appartiene il coniglio domestico (O. cuniculus); il genere Sylvilagus, presente soprattutto in Piemonte ed in Lombardia e in Toscana. Completano la famiglia i generi Coprolagus con C. hispidus dell’Himalaya, il Nesolagus con il N. netscheri e il Brachylagus, con la specie B. Idahoensis, noto anche come “coniglio pigmeo”.
La famiglia Ochotonidae, conta 14 specie di pika, tutti dello stesso genere e sono più piccoli dei conigli. Hanno orecchie piccole e arrotondate, coda non visibile. La parola pika e il nome del genere Ochotona sono derivati dai termini locali usati dai popoli mongolici. Oggi gli Ochotonidi sono rappresentati dal solo genere Ochotona, diffuso con una dozzina di specie in Asia e due in America settentrionale.
A differenza delle lepri e dei conigli, le ochotone hanno zampe anteriori e posteriori di lunghezza pressoché uguali. I grandi incisivi superiori sono larghi e ciascuno di essi é scavato da un profondo solco longitudinale, che divide il dente in due parti che si consumano in modo diseguale.
La coda é molto corta e nascosta dalla pelliccia; un pelo fitto ricopre i cuscinetti plantari e palmari e li protegge dal contatto col suolo.
Il coniglio nano genetica
Il coniglio nano è stato geneticamente selezionato partendo dal coniglio selvatico, di cui conserva diversi caratteri morfologici, soprattutto le dimensioni. Non è una specie a se stante ma rappresenta il risultato di numerosi incroci, che si sono susseguiti riproducendo soggetti sia in consanguineità (ossia accoppiando conigli la cui parentela è molto stretta) che hanno permesso di ottenere una maggiore uniformità genetica, sia attraverso la riproduzione di rinsanguamento, ossia accoppiando conigli la cui parentela è più lontana, al fine di ottenere soggetti in grado di generare una prole con caratteri intermedi rispetto a quelli dei genitori.
In particolare, il coniglio nano è frutto di una mutazione genetica spontanea, in cui il gene del nanismo, nell’assetto cromosomico, è allo stato eterozigote, ossia può essere trasmesso solo da uno dei due genitori. Spetta agli inglesi il merito di aver selezionato per primi, nel 1880, esemplari di conigli che presentavano struttura morfologica e caratteriale diversa dal coniglio domestico.
Dove tutto ebbe inizio…
Tutto accadde per caso quando in una nidiata di conigli olandesi è comparso, un coniglio tutto bianco con occhi rossi, molto simile al Polacco piccolo selezionato in Polonia e introdotto in Inghilterra, solo che era più piccolo e molto più delicato. Seguirono incroci, prima in consanguineità per fissare determinati caratteri, e successivamente con conigli selvatici. I soggetti che risultarono da questi incroci erano di diversi colori, anche se continuavano a comparire conigli bianchi con occhi rossi e azzurri.
Nel corso dei secoli la domesticazione del coniglio selvatico da parte dell’uomo, con il contributo delle leggi Mendeliane, ha permesso attraverso un delicato processo di selezione genetica, la “creazione” di nuove razze di conigli con la comparsa di nuovi caratteri morfologici (es. colore del mantello, la lunghezza delle orecchie, le dimensioni del corpo, etc…), anatomici e fisiologici, nelle popolazioni domestiche, distinguendole così da quelle selvatiche.
Genesi del coniglio nano e del nanismo
Ci sono due tipi di nanismo: il nanismo pituitario, caratterizzato da un gene che, allo stato eterozigote, riduce per acondroplasia fetale (morte degli embrioni e aborti verso la fine della gravidanza) e il nanismo armonico, che sfruttando il principio dell’eterosi (ossia il fenomeno per cui la prima generazione mostra maggiore vigore e resistenza e più produttività rispetto alle linee da cui derivano), ha generato normali conigli, che sono delle vere e proprie miniature delle razze da cui derivano.
Razze di conigli allevate in Italia
Attualmente esistono in tutto il mondo oltre 60 razze ben definite di Oryctolagus, di cui 42 sono classificate e descritte nello Standard Italiano delle razze cunicole, curato dall’Associazione Nazionale Coniglicoltori Italiani (ANCI), riconosciuto con D.M. del 19.01.1976 e del 21.07.1989, dal Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste.
Lo standard, descrive in maniera dettagliata le caratteristiche somatiche (mantello, peso del corpo, colore del mantello, struttura del corpo) che una determinata razza deve possedere.
Esso varia da paese a paese:
- lo Standard Francese ne annovera 46, con la suddivisione in razze giganti, medie, leggere, nane e “a struttura di pelo speciale”;
- lo Standard Olandese ne prevede 46. Rispetto all’Italia ne inseriscono una quinta, riservata alle razze nane. Sono tre le razze riconosciute in questo gruppo;
- lo Standard del Belgio ne annovera 26;
- lo Standard Ungherese ne annovera 23;
- lo Standard Svizzero ne annovera 41;
- lo Standard Tedesco ne conta 60. Oltre alle tre differenziazioni dei francesi (giganti, medie, leggere), aggiungono un raggruppamento specifico per i Rex (se ne contano 15) uno per l’Angora e uno per il Volpe;
- lo Standard Italiano, ne conta 42, con la suddivisione in: razze pesanti, razze medie, razze leggere, razze a “struttura di pelo speciale”, impiegate per la produzione di lana e di pellicce.
Le razze amatoriali
Dallo Standard Italiano delle razze cunicole sotto la voce “Nani colorati”, si definiscono i parametri morfologici che una razza nana deve possedere per essere definita tale, ossia:
- il tipo “nano” deve essere estremamente caratterizzato ed evidente;
- il corpo è raccolto, corto e arrotondato, egualmente largo davanti e dietro;
- le zampe sono corte ed esili;
- la coda piccola e perfettamente aderente;
- la testa, in proporzione al corpo è grossa e sferica;
- la fronte e il muso sono larghi;
- l’occhio è grande, rotondo e ben aperto;
- le orecchie sono corte e dritte, fini e pelose, con una lunghezza ideale di 5,5 cm;
- il peso preferito è intorno a 1-1,2 kg.
Colorazioni ammesse
Sono ammesse tutte le colorazioni delle varie razze riconosciute, escluse quelle pezzate. La colorazione di partenza del mantello, è stata quella del coniglio selvatico, grigio-rossastro con sfumature sui fianchi, coda superiormente bruna e nella parte inferiore bianca. Le altre colorazioni ottenute successivamente sono il bianco, il beige, grigio-azzurro, il nero, il bruno e naturalmente tutte le varietà pezzate ottenute con gli incroci.
- Il colore del mantello costituisce un elemento distintivo delle varie razze:
- Ermellino (bianco) con occhi azzurri o grigi;
- Cincillà (grigio o argentato) con occhi marrone e addome bianco;
- Albino o polacco (bianco)con occhi rossi;
- Nano colorato (tutti i colori) con occhi azzurri, grigi o marroni (i mantelli pezzati non sono riconosciuti idonei alle mostre);
- Californiano (bianco) con macchie nere su arti, coda, naso;
- Olandese (nero con faccia bianca) presenta una striscia bianca verticale sulla testa;
- Alaska (nero) con occhi bruno scuro e mantello folto e lucido;
- Angora (tutti i colori) con occhi azzurri, grigi o marroni e mantello a pelo lungo e morbido;
- Ariete (bianco punteggiato di nero)
- con occhi azzurri o grigi,
- orecchie pendule e naso camuso;
- Siamese (nero focato);
- Testa di leone (vari colori)
- con pelo folto e lungo.
- Razze di conigli nani più diffuse:
- Nano Polacco o Ermellino.
- Ariete Nano.
- Nano d’Angora.
- Nani Rex.
NANI COLORATI (N.C.)
- Nano Colorato Giarra Bianca.
- Nano Colorato di Hotot.
- Nano Colorato Cincillà.
- Nano Colorato Russo.
- Nano colorato Giallo o Siamese.
- Nano Colorato Alaska.
- Nano Colorato di Hotot.
- Nano Colorato Californiano.
- Nano Colorato Olandese.
- Nano Colorato Fulvo di Borgogna.
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