I sensi del coniglio, vi siete mai chiesti come vedono il mondo i nostri piccoli e teneri amici? Il coniglio allo stato selvatico è un animale da preda: per poter sopravvivere i suoi sensi devono essere sempre all’erta.
a cura della Redazione Petfamily
La vista del coniglio
La vista del coniglio è un senso assai sviluppato: gli occhi, molto prominenti e posti lateralmente, donano all’animale un campo visivo molto ampio, quasi a 360°.
L’acuità visiva è massima sulla linea dell’orizzonte, per la necessità di scorgere da lontano i predatori in avvicinamento. Per quanto riguarda la visione dei colori i conigli possono distinguere il blu e il verde, ma non hanno la percezione del rosso.
La sensibilità alla luce è otto volte superiore a quella umana, permettendo una buona visione in condizioni di scarsa luminosità come all’alba e al crepuscolo, orari in cui l’animale è più attivo.
L’udito del coniglio
Anche l’udito svolge un importante ruolo nella difesa dai predatori: è molto sviluppato e particolarmente sensibile alle alte frequenze.
I padiglioni auricolari nel coniglio selvatico sono molto lunghi allo scopo di raccogliere i suoni, hanno però un’altra importante funzione che non ha nulla a che fare con l’udito, quella della termoregolazione: rappresentano il 12% della superficie corporea e hanno una diffusa rete di vasi sanguigni che si possono restringere o dilatare per conservare o dissipare il calore corporeo. I conigli, infatti, non sudano come noi e non ansimano come i cani se hanno troppo caldo.
Il gusto del coniglio
La lingua del coniglio è ricca di papille gustative, pertanto possiamo supporre che il suo senso del gusto sia molto sviluppato. Allo stato selvatico questo animale deve saper distinguere le piante nutrienti da quelle velenose, cosa che impara ancor prima dello svezzamento.
I coniglietti, infatti, durante le prime fasi di vita ingeriscono le feci della madre, assumendo informazioni utili sul tipo di vegetali di cui si è nutrita e flora intestinale benefica. Sicuramente i conigli hanno un debole per i sapori dolci, ghiotti come sono di frutta, che in natura consumano raramente o mai. Sta a noi evitare di farli ingrassare: i frutti vanno limitati a qualche premio sporadico.
Che orecchie piccole hai…
In molte razze domestiche i padiglioni auricolari sono modificati rispetto al tipo “selvatico”. Le razze nane hanno padiglioni auricolari molto corti, mentre le razze ariete hanno padiglioni penduli, incapaci di movimento.
Queste modificazioni sono state selezionate dall’uomo a puro scopo estetico e non portano alcun vantaggio all’animale che, se fosse liberato in natura, ne avrebbe al contrario un handicap. Il coniglio di casa, tuttavia, al sicuro dai predatori, non risente di particolari svantaggi.
L’ olfatto del coniglio
L’olfatto non solo si combina con il gusto per la selezione degli alimenti, ma serve anche alla comunicazione sociale. I conigli possiedono ghiandole che producono particolari sostanze odorose dette feromoni; queste ghiandole si trovano sotto il mento e ai lati dell’ano.
Sfregandole sulle superfici i conigli lasciano una traccia olfattiva che noi non riusciamo ad avvertire, ma che gli altri conigli riescono a “leggere” e a interpretare. È per questo motivo che il coniglio di casa sfrega il mento su vari oggetti, come se vi applicasse l’etichetta “questo è mio” o vi affiggesse il cartello “qui ci sono io, intrusi alla larga”.
Il tatto del coniglio
I conigli non presentano particolarità rispetto a noi riguardo il senso del tatto sulla superficie corporea, tranne che per strutture specializzate poste sulla testa, le vibrisse (i “baffi” e i lunghi peli sopra gli occhi). Con le vibrisse gli animali riescono a percepire gli oggetti posti intorno a loro anche al buio, in modo da non battere la testa.
Sono organi sicuramente utili ai conigli selvatici per percorrere in sicurezza le lunghe gallerie sotterranee che scavano per ricavare una tana sicura, probabilmente molto meno utili ai conigli di casa.