Ci sono storie di amicizie che, pur sfidando qualunque logica e sovvertendo le regole che la natura sembra aver stabilito con rigore, sembrano improbabili ma si realizzano con una naturalezza disarmante. Dando vita a legami che sorprendono, inteneriscono e, talvolta, ci costringono a rivedere il nostro modo di intendere l’empatia.
A cura di ILARIA LUPI
Alcune storie di amicizie improbabili
Nell’universo animale, dove istinto e comportamento rispondono a codici tanto antichi quanto precisi, capita che due individui appartenenti a specie del tutto differenti decidano (contro ogni previsione) di percorrere insieme un tratto del proprio cammino.
Di fronte a questi rapporti singolari gli etologi parlano di imprinting, bisogni sociali, dinamiche ambientali, cercando di razionalizzare ciò che talvolta pare sfuggire a qualsiasi spiegazione.
È indubbio che alcune amicizie nascano da circostanze particolari, come può accadere nei casi di salvataggi, convivenze forzate o perdita di figure affettive di riferimento; tuttavia, resta la sensazione che ci sia dell’altro. Un qualcosa che, forse, nemmeno la scienza riesce pienamente a inquadrare e che ci parla di empatia in forme che superano le barriere di specie, dimensione o comportamento.
Il cane e l’anatra
Prendiamo, ad esempio, la storia del vecchio Labrador del Wisconsin, Max, che, dopo aver accolto nel giardino di casa un’anatra selvatica ferita, battezzata Quackers, ha cominciato a comportarsi come un vero custode. Max dormiva accanto a lei, la seguiva a passo lento nei suoi spostamenti, mentre Quackers, quasi a ricambiare quella protezione silenziosa, emetteva versi più frequenti del normale, come se volesse stabilire un contatto costante.
Giorno dopo giorno, i due hanno finito per diventare due piccole celebrità locali: chiunque li incontrasse, passeggiando uno al fianco dell’altra lungo la strada del quartiere, non poteva che restare colpito da quella pacata e insolita amicizia.

Il gatto e il cervo
Non meno toccante è la vicenda della gatta Tilda e del giovane cervo che, in una zona rurale della Svezia, per mesi si sono dati appuntamento ogni mattina, sempre alla stessa ora. In un primo momento si limitavano a osservarsi a distanza, quasi a studiare reciprocamente le intenzioni; poi, lentamente, hanno ridotto le distanze.
Tilda ha iniziato a strofinarsi contro le zampe del cervo, che, a sua volta, abbassava il capo per toccarla delicatamente con il muso. Un rituale tanto semplice quanto straordinario, interrotto soltanto dal cambio di stagione e dalla migrazione del cervo verso altre aree.
La famiglia della gatta, che ha immortalato questi momenti in una serie di fotografie diventate virali online, parla di un legame nato dalla curiosità e consolidato dall’abitudine, come se tra i due fosse scattato un tacito patto di reciproco riconoscimento.
La tigre e il maiale
Ancora più sorprendente è ciò che accade in un parco faunistico della Thailandia, dove una tigre, rimasta orfana alla nascita, è stata allattata da una scrofa nell’ambito di un programma di recupero. Il risultato è andato oltre ogni aspettativa: la tigre non solo è sopravvissuta, ma ha continuato a considerare la sua madre adottiva e i suoi cuccioli come parte integrante della propria famiglia.
Pur trattandosi di un predatore, l’animale si è dimostrato capace di giocare con i maialini e persino di dormire accanto a loro, sotto gli occhi increduli dei visitatori e degli studiosi, che hanno documentato tutto con attenzione. In questo caso, è evidente come l’imprinting abbia avuto la forza di superare persino le leggi più rigide della natura.
Il pappagallo e il cane cieco
Ricordiamo poi la storia di Charlie, un barboncino cieco di Napoli, e del suo insolito amico Kiwi, un pappagallo cenerino che ha letteralmente assunto il ruolo di guida e aiutante. Dopo che Charlie ha perso la vista, Kiwi ha iniziato a emettere vocalizzi specifici per indicargli la posizione delle ciotole o della porta, adattando il proprio comportamento alle nuove necessità del compagno a quattro zampe.
Secondo i proprietari, prima di allora il pappagallo non aveva mai mostrato particolari attenzioni nei confronti del cane; era come se avesse compreso la nuova condizione dell’amico a quattro zampe, adattando i suoi comportamenti in funzione delle sue necessità. Una vera forma di sostegno, nata spontaneamente.
Cosa ci insegnano questi legami di storie di amicizie improbabili?
Al di là della loro evidente carica emotiva, storie come queste ci insegnano che l’affetto e la solidarietà non sono prerogativa esclusiva dell’essere umano. Spesso tali legami nascono da esperienze condivise di fragilità o isolamento, ma altre volte sembrano frutto di una scelta deliberata, come se certi animali avessero la capacità di guardare oltre le differenze e di cogliere nell’altro un possibile alleato, o forse semplicemente un compagno di vita.
L’impatto su di noi
In fondo, ciò che più ci colpisce di queste storie è la loro capacità di rispecchiare parti di noi e delle nostre vite. Ci obbligano a riflettere su cosa significhi davvero amare, accudire o prendersi cura di qualcuno che è, per natura, “altro” rispetto a noi.
Perché se è vero che l’amicizia non sempre risponde a un calcolo razionale, è altrettanto vero che proprio gli animali, con la loro spontaneità, sembrano ricordarci il senso più autentico della fratellanza: un istinto a connettersi che, superando ogni confine e ogni logica, parla un linguaggio universale che tutti, in qualche modo, possiamo comprendere.