La maggior parte delle specie di pappagalli presenti in natura è distribuita prevalentemente in paesi tropicali dell’emisfero meridionale.
A cura del Dott. GINO CONZO – Medico veterinario Specialista in Patologie Aviarie
Presenza nelle città
Da alcuni decenni, tuttavia, alcune specie di Psittacidi hanno colonizzato nuove aree geografiche diffondendosi in paesi profondamente diversi da quelli d’origine ed andando ad aggiungersi all’elenco delle tante specie animali “alloctone”.
La presenza di pappagallini in vari paesi europei è così frequente che molte guide di “Birdwatching” annoverano ormai alcune specie di Psittacidi tra quelle “indigene”. I pappagalli che più frequentemente è dato osservare in Europa appartengono a due specie: il Parrocchetto dal Collare Indiano (Psittacula krameri manillensis) ed il Parrocchetto Monaco (Myopsitta monachus).
Il primo è originario del sud est asiatico a differenza del Monaco che ha origini sudamericane. Meno frequentemente è segnalata la presenza dell’Amazzone a fronte blu (Amazona aestiva), pappagallo proveniente anch’esso dal Sud America. Con ogni probabilità si trattava originariamente di pappagalli selvatici, prelevati in passato dal loro ambiente naturale ed importati in Europa per alimentare il mercato del “pet”, che successivamente sono fuggiti dalla cattività.
La loro origine selvatica, unitamente al comportamento sociale ed alla disponibilità di alimenti, ha permesso a questi pappagalli di adattarsi ad un ambiente per loro insolito ed a riprodursi. Le suddette specie sono presenti, allo stato selvatico, anche nel nostro paese e, soprattutto per le prime due, ne è stata documentata la riproduzione allo stato libero in molte regioni. Sebbene mantengano preferibilmente contatto con parchi o zone verdi, questi pappagalli sono osservabili anche nelle grandi città.
Gruppi stabili di Parrocchetti sono, ad esempio, presenti a Roma (parco della Caffarella e Giardini Vaticani), Napoli (Orto Botanico), Milano e Genova, analogamente a quanto si può osservare in altre città europee. Una folta colonia di Monaci è presente anche al parco Natura Viva di Pastrengo (VR) ed in tante altre località della nostra penisola.
La nidificazione dei pappagalli
Essi nidificano nel cavo degli alberi; meno frequentemente in cavità artificiali. Molto più tipica è la nidificazione dei Monaci che li differenzia da tutte le altre specie di Psittacidi. Essi, infatti, usano costruire un grosso nido comunitario, con diverse camere d’incubazione, abitato dall’intera colonia.
Allo scopo usano rami di vario calibro che trasportano alacremente su di un albero ritenuto sicuro per edificare l’abitazione della colonia. Alcuni nidi possono raggiungere dimensioni ragguardevoli (anche alcuni metri di diametro), rappresentando un serio problema nel momento in cui i rami dell’albero non dovessero più essere in grado di reggerne il notevole peso.
Decisamente più rare le segnalazioni di nidificazione dell’Amazzone fronte blu; una significativa popolazione di questa specie sembra essere presente solo a Genova. Questo pappagallo, inoltre, passa spesso inosservato a causa delle abitudini piuttosto elusive. Altre specie di pappagalli vengono talora osservate in città, ma si tratta, con ogni probabilità, di singoli soggetti sfuggiti alla cattività.
Il comportamento spiccatamente sociale dei pappagalli li porta a frequentare luoghi di riposo notturno comuni, facendoli spostare da un luogo all’altro della città in gruppi più o meno consistenti.
La loro presenza viene tradita dai tipici versi emessi in volo o quando sono intenti ad intrattenere rapporti sociali sui rami degli alberi. Le fonti alimentari di questi pappagalli possono essere varie e comprendere una grande varietà di semi e frutti, da quelli di Magnolia e Cipresso a quelli degli Agrumi ornamentali dei giardini.
Come per altre specie esotiche anche per i pappagalli ci si domanda, non senza una certa preoccupazione, del ruolo che essi potrebbero svolgere nei confronti dell’ambiente da loro colonizzato. In tanti casi, infatti, l’introduzione, accidentale o voluta, di specie animali ha avuto ripercussioni negative sull’ambiente ed in particolare nella competizione con le specie autoctone.
Al momento la presenza di questi pappagalli nel nostro paese non sembra causare particolari problemi né all’avifauna né alle coltivazioni. La loro lenta ma continua diffusione non va però trascurata e gli ornitologi stanno monitorando il fenomeno con attenzione.
Non è escluso, infatti, che un aumento numerico dei pappagalli cittadini possa condurre a competizione insostenibile per i nostri volatili selvatici, piccoli passeriformi in particolare, o rappresentare un possibile veicolo di nuove patologie.
Anche se alcuni possono ritenere piacevole osservare pappagalli liberi in ambiente cittadino è, quindi, sicuramente da evitare, per i motivi sopra esposti, la liberazione di uccelli esotici, anche se questi potrebbero adattarsi a vivere liberi in città.
Il Parrocchetto: il pappagallo con il collare
E’ lungo circa 40 cm, e deve il suo nome alla presenza, nel maschio, di un evidente collare rosa-nero, che si estende dalla gola alla nuca. Nella femmina, al contrario, questo collare è molto meno marcato ed colore verde pallido. La specie si riconosce con facilità dalla precedente per le maggiori dimensioni, la lunga coda, ben visibile quando l’animale è in volo, il piumaggio verde brillante, con sfumature blu sulle timoniere, e il vistoso becco rosso.
Parrocchetto Monaco: il pappagallo verde
E’ lungo circa 35 cm, comprendendo la lunga ed appuntita coda. Il colore predominante è verde con gola e petto grigi. Non esiste dimorfismo sessuale. Di dimensioni maggiori e di forma più tozza è l’Amazzone fronte blu che presenta coda corta e larga, livrea verde ed aree gialle sulla testa, oltre ad un’ampia macchia blu alla regione frontale.