Nelle foreste tropicali del Sud America il consumo di argilla in natura è particolarmente comune nei pappagalli, nelle scimmie, tapiri, pècari, cervi, guan, (uccelli appartenenti alla famiglia delle Penelopi), Cracidi e nei Ciacialaca (uccelli galliformi).
A cura di PASQUALE QUITADAMO (Raggio di Sole)
Dopo aver studiato per molti anni la geofagia nella foresta amazzonica del Perù; il biologo conservazionista Charles Munn ha concluso che quasi tutti i vertebrati che si nutrono di frutti, semi e foglie mangiano anche argilla.
La geofagia, il consumo di suolo, roccia macinata, argilla e terra, è estremamente comune nei mammiferi, negli uccelli, nei rettili e negli invertebrati. Questa abitudine si trova ancora tra molti popoli indigeni attuali, inclusi gli aborigeni dell’Australia e le popolazioni rurali dell’Africa orientale e della Cina.
La geofagia: un’abitudine diffusa
Qual è il motivo di questo comportamento alimentare? Perché i pappagalli si nutrono di argilla in natura?
Un’ipotesi sostiene che il consumo di alimenti vegetali tossici, fogliame, frutti o semi, debba essere necessariamente accompagnato dalla geofagia; poiché l’argilla può assorbire e neutralizzare le tossine delle piante.
Secondo una seconda ipotesi, la geofagia sarebbe legata a richieste nutrizionali aggiuntive legate per esempio al periodo riproduttivo. In passato si credeva che gli animali mangiassero terra per ottenere minerali, come sale (cloruro di sodio), calcio (carbonato di calcio), rame, ferro o zinco. È indubbio che animali selvatici cerchino minerali dai depositi naturali, ma questa necessità non è una spiegazione universale della geofagia.
Argilla una protezione naturale per i pappagalli
Recenti ricerche indicano che il profilo argilloso a piccole particelle del suolo è spesso la ragione principale della geofagia. Nel corpo, le argille possono legare micotossine (tossine fungine), endotossine (tossine interne), sostanze chimiche tossiche artificiali e batteri e possono proteggere il rivestimento intestinale dalla corrosione, agendo come antiacido e frenando la diarrea.
Quindi l’argilla è particolarmente utile in medicina. L’aggiunta di argilla bentonitica, per esempio, migliora l’assunzione di cibo e l’efficienza di conversione del mangime in ambito zootecnico.
Lo studio
Nel 1999, l’ipotesi che sostiene che gli animali mangino l’argilla allo scopo di inattivare le tossine vegetali è stata testata sperimentalmente con gli Ara da James Gilardi e un gruppo di scienziati del campus di Davis in California.
In primo luogo, hanno stabilito che i semi mangiati dagli Ara contengono alcaloidi vegetali tossici. Quindi, hanno nutrito un gruppo di Ara con una miscela di un alcaloide vegetale innocuo (chinidina) più argilla. Un secondo gruppo di Are è stato nutrito solo con la chinidina, senza argilla.
Diverse ore dopo, gli Ara che avevano mangiato la chinidina con l’argilla avevano il 60% in meno di alcaloidi nel sangue rispetto al gruppo di controllo, dimostrando che l’argilla può effettivamente impedire il movimento degli alcaloidi vegetali nel sangue.
Poiché gli Ara non hanno una risposta diarroica alle tossine, il consumo di argilla può essere una parte essenziale della loro dieta, consentendo loro di utilizzare con successo cibi che altri animali non sono in grado di tollerare.
Argilla fonte di sodio in natura per i pappagalli
D’altro canto, vi sono prove che individuano nell’esaurimento stagionale dei nutrienti il principale motore della geofagia nei pappagalli del bacino amazzonico. Le regioni in cui si verifica la geofagia dei pappagalli sono lontano dall’oceano; i cibi vegetali locali preferiti dai pappagalli contengono quantità estremamente basse di sodio. Il sodio è un nutriente essenziale che aiuta il corpo a mantenere il corretto equilibrio tra acqua ed elettroliti e supporta correttamente le funzioni nervose e la contrazione muscolare.
I terreni argillosi del bacino amazzonico sono particolarmente ricchi di sodio. Le concentrazioni di sodio sono 40 volte maggiori di quelle che si trovano nei tipici alimenti a base vegetale consumati dai pappagalli selvatici e i rapporti sodio-potassio di questi terreni sono 4.500 volte maggiori; questo rende l’argilla un’importante fonte di sodio per i pappagalli selvatici e altri uccelli e fauna selvatica.
A differenza degli alimenti di origine animale, che sono ricchi di sodio, gli alimenti vegetali sono ricchi di potassio. Non solo il potassio interferisce con l’assorbimento di sodio, ma aumenta anche la sua escrezione e di conseguenza ne intensifica la privazione.
Di conseguenza, per gli animali del bacino amazzonico che si nutrono esclusivamente di alimenti a base vegetale, il sodio è un nutriente importante, anche se estremamente scarso. I ricercatori hanno notato che la geofagia nei pappagalli selvatici varia stagionalmente.
Secondo Donald Brightsmith, professore presso il Schubot Exotic Bird Health Centre presso la Texas A&M University e direttore del Tambopata Macaw Project in Peru; la geofagia è legata alla stagione riproduttiva e guidata probabilmente dal sodio.
Esistono quindi prove consistenti che avvalorano entrambe le ipotesi. Le più attuali ricerche tuttavia propendono per una geofagia guidata dalle richieste nutrizionali stagionali.