L’alimentazione dei pappagalli in cattività

Pancia mia fatti capanna!

A cura del Dott. GINO CONZO – Medico Veterinario

In natura, la maggior parte dei pappagalli si nutre di semi immaturi

Frutti, noci, germogli, foglie, polline; a volte anche di larve e insetti. Spesso i pappagalli traggono dal suolo gli elementi minerali necessari al loro organismo. I pappagalli in cattività hanno delle esigenze nutrizionali molto diverse da quelli selvatici e, comunque, non sarebbe possibile fornire loro gli stessi alimenti che troverebbero in natura. Nelle foreste tropicali, ad esempio, è possibile reperire una gran varietà di frutti, spesso notevolmente energetici e nutrienti, fondamentali per far fronte al dispendio energetico dei pappagalli allo stato libero.

Tale alimentazione risulterebbe, ovviamente, eccessivamente calorica per i pappagalli “pet” in cattività, generalmente piuttosto sedentari. Diverse ditte produttrici d’alimenti per animali hanno, in tempi recenti, sviluppato alimenti bilanciati (in forma di estrusi o pellettati) dedicati alle diverse specie di pappagalli, analogamente a quanto è stato fatto in precedenza per cani e gatti.

Riteniamo che sia opportuno che circa una metà della dieta dei pappagalli sia basata su tali alimenti. Tuttavia, sia per il benessere fisico che psicologico dei pappagalli, è opportuno che una parte dell’alimentazione giornaliera includa la stessa tipologia d’alimenti per i quali essi si sono evoluti, come semi e vegetali freschi.

Molti tipi di frutta e verdura possono essere offerti ai pappagalli,

In particolare quelli ricchi di carotenoidi come carota, papaia, zucca, melone, albicocche, peperoni rossi dolci e piccanti, broccoli siciliani, cime di rapa, rughetta, tarassaco (o dente di leone).
Molto indicati  sono anche banana, frutto della passione, mela, pera, fichi d’India, melograno, fichi, agrumi, ananas, mango, kiwi, frutti di bosco, uva, peperoni verdi dolci, patate (bollite e prive delle parti verdi e dei germogli), sedano, indivia, pomodori (solo quelli maturi e senza le foglie), cetrioli, zucchini, cicoria.

Da evitare i vegetali eccessivamente acquosi e poco nutrienti, come la lattuga ed il cocomero. Una valida soluzione alimentare è quella di offrire ai pappagalli legumi cotti, cibi che garantiscono un buon apporto di proteine a fronte di un ridotto contenuto di materie grasse. I cereali (frumento, farro, orzo, avena, miglio, ecc.) possono essere somministrati tanto crudi che cotti.

In breve, un’alimentazione sana dovrebbe includere giornalmente: – Cibi formulati (estrusi o pellet) di buona qualità;

– Legumi cotti;
– Cereali (cotti o crudi);
– Frutta e verdure fresche, sbucciate o ben lavate.

Valido anche l’impiego di yogurt magro che contribuisce alla colonizzazione intestinale di lattobacilli.


Saltuariamente, come fonte di proteine animali, possono essere somministrati piccoli quantitativi di ricotta, formaggio magro stagionato e uovo sodo. Tali alimenti, unitamente a biscotti semplici (fette biscottate, gallette, ecc..) possono essere anche offerti come “premio” per dei comportamenti del pappagallo desiderati.

Non è necessaria, invece, la somministrazione di carne il cui utilizzo è spesso controindicato. Gli alimenti secchi, come gli estrusi, possono essere lasciati nelle mangiatoie per l’intera giornata a differenza di quelli umidi (semi cotti, frutta e verdura) che vanno mantenuti nelle mangiatoie per poche ore al fine di evitare, in particolare nei periodi più caldi, la formazione di pericolose muffe.

I vegetali freschi possono essere offerti ai pappagalli in forma di “macedonia”,

Anche in associazione con i legumi ed offerti in determinate ore della giornata. L’acqua da bere deve essere sempre pulita, sostituita giornalmente o più volte al giorno se è sporca. Accade sovente, infatti, che i pappagalli immergano in acqua il cibo prima di ingerirlo.

Bisogna in ogni caso considerare che le esigenze nutrizionali dei pappagalli “pet” possono variare molto a livello individuale in considerazione della specie d’appartenenza, dell’età,  del loro stato fisiologico, dell’ambiente in cui vivono, delle loro condizioni di salute generale.
E’, quindi, compito del veterinario consigliare la dieta più appropriata e suggerire, a secondo del caso, le opportune correzioni o integrazioni alimentari.

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