La pet therapy con il coniglio

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Immagine del coniglio nano in mano alla sua educatrice per la pet therapy

La pratica della pet therapy, si basa essenzialmente sull’interazione dell’uomo con l’animale, con il coniglio in questo caso ma anche con cane, gatto…. Intessendo una sorta di relazioni comunicative fatte di parole, carezze, contatto e giochi.

A cura della Dott.ssa EMANUELA TETTA Medico Veterinario – Adelfia (BA)
Emanuela.tetta@virgilio.it

Cos’e la pet therapy

Il termine “pet-therapy”, significa “attività o terapie assistite dagli animali”, dove la parola “pet”, sta per “animale da compagnia”, ossia animale da coccolare e accarezzare. I “pet-partner” invece, sono i conduttori degli animali utilizzati.

È fondamentale però, non considerare la pet-therapy come una medicina alternativa, la sua applicazione infatti, analizza e studia, gli influssi positivi. I quali possono derivare da un buon rapporto con l’animale, inoltre, essa non sostituisce, semmai affianca, le prescrizioni mediche tradizionali, svolgendo una importante funzione coadiuvante.

Obbiettivi della pet therapy

Naturalmente, perché questa pratica porti frutto, non è la scelta del tipo di animale da utilizzare, ma è l’interazione tra paziente, operatore e pet. Gli animali utilizzati per la pet-therapy, devono possedere caratteristiche che non penalizzano il rapporto con l’alterità umana ma qualificarla ed esaltarla.

Così cani, gatti, uccelli, conigli, cavie, diventano protagonisti di un progetto che ha, come scopo ultimo, il benessere di coloro che godono di tale interazione. Ma anche e soprattutto quello di salvaguardare il benessere dell’animale, in ogni fase del programma riabilitativo.

Quando viene applicata

La pet-therapy, interviene in molti settori del comportamento e della comunicazione umana, che sfrutta questa relazione, per superare momenti difficili della propria esistenza; alleggerire il peso di una malattia grave, rallegrare il cuore di bambini lungo-degenti, confortare gli anziani, i detenuti, gli ospiti di comunità, malati terminali, etc.

AAA e TAA

La disciplina, che si occupa dell’interazione uomo-animale di tipo assistenziale, prevede due campi di applicazione: le “Attività Assistite Da Animali” (AAA) e le “Terapie Assistite Da Animali” (TAA), molto differenti nelle procedure e negli ambiti di operatività.

Le AAA, hanno un ruolo sostanzialmente di supporto, di socializzazione, di rieducazione e ricreazione mentre le TAA, hanno una finalità di tipo medico-sanitaria.

Sia nel caso delle AAA ma soprattutto nelle TAA, è necessario essere operatori qualificati, ossia preparati da corsi ad hoc. Corsi che riguardano l’etologia, la zooantropologia, le norme igienico-sanitarie, la conoscenza degli ambienti in cui si dovrà operare.

Questo perchè, sia le TAA che le AAA, sono realizzati attraverso precisi protocolli di intervento e grazie a team di professionisti di diversa formazione come veterinari, medici, psicologi, pedagogisti ed educatori cinofili.

Come agisce la pet-therapy

Il successo della pet therapy, si fonda sul rapporto con l’animale e sulle sue capacità di interagire e comunicare le sue emozioni, mettendo a disposizione del paziente le sue potenzialità terapeutiche o di sostegno.

Dal semplice contatto fisico con un pet, si scatenano dei meccanismi fisiologici importanti, come l’attivazione di neurotrasmettitori quali la dopamina, la serotonina, la noradrenalina. Che agiscono attraverso il sistema nervoso, sulla vigilanza, sulla motivazione, sull’umore, apportando dei miglioramenti negli stati d’ansia, di stress e di depressione.

Inoltre, la presenza di un legame affettivo con un animale, è in grado di ridurre i fattori di rischio per le cardiopatie, di regolare la pressione sanguigna e la frequenza cardiorespiratoria; di liberare endorfine, intervenendo sui mediatori dello stress, migliorandone l’umore.

Tutti gli animali possono essere utilizzati?

La risposta è no, non tutti gli animali sono adatti per questo scopo; solo quelli domestici, possono partecipare a programmi di pet-therapy come il cane, il gatto, il coniglio nano, la capretta tibetana. L’ideale è un animale che non ha paura dell’uomo ma anzi, che ricerca l’interazione con lui; Naturalmente deve essere sano, sottoposto periodicamente a chek-up veterinario, tenuto in buone condizioni igieniche, in buona forma fisica e mentale.

Inoltre, deve essere abituato all’interazione con il prossimo, quindi con un buon grado di socializzazione, mite e collaborativo; essere educato ed istruito, pronto in ogni situazione che si troverà ad affrontare.

Coniglio colore bianco e nero disponibile per la pet therapy

La pet-therapy con il coniglio

Viene utilizzato nella pet-therapy, anche se l’utilizzo può essere marginale perché, è un animale che deve essere trattato e gestito, con molta cautela.
Il coniglio nano, è molto fragile e delicato, è di piccole dimensioni (non sempre); è fortemente socializzato, intelligente, dinamico e giocherellone. Cerca l’interazione con l’uomo perché, è un animale gregario, che in natura vive in colonie che protegge a costo della vita.

Rispetto della sua natura

Esso, viene spesso associato a pazienti bambini o ad anziani ma, la sua presenza in casa, fa bene a tutte le categorie di persone. Nonostante, abbia tutte le carte in regola, per essere adatto alla pet-therapy, ci sono alcuni aspetti della sua personalità, che bisogna tener conto soprattutto nell’approccio con i pazienti.

Il coniglio, anche se ha la capacità di interagire sorprendentemente con l’uomo, non ha la capacità di sostenere un contatto prolungato o indesiderato, con persone e situazioni problematiche, soprattutto quando si tratta di bambini, che lo vedono come un peluche.

Molto spesso, si fraintendono alcuni atteggiamenti che il coniglio assume nelle manipolazioni, come quando lo si mette a pancia in su e lui sta fermo e sono tutti contenti ed entusiasti. La verità invece, è un’altra: il coniglio, rimane immobile in quella posizione, perché è terrorizzato, ipnotizzato.

Reagisce comportandosi coì come farebbe in natura per sfuggire a possibili predatori, ovvero fingersi morto. Si, è una forma furba e intelligente, che però nel suo habitat, gli consente di sfuggire al nemico, tanto che, come può si rialza e scappa.

Anche quando il coniglio viene continuamente accarezzato, non si fa altro che trasferire sul suo mantello il nostro odore o il sudore e una volta terminato il contatto, lui si toeletterà in maniera compulsiva per rimuovere questi secreti.

Gestione qualificata del coniglio nella pet therapy

Il coniglio è un animale autonomo, indipendente e, preferisce provvedere personalmente ai suoi bisogni; che vanno dalla ricerca del cibo, alla libertà di eludere le attenzioni umane, rifugiandosi nella sua tana. Spesso si dimostra aggressivo, verso chiunque cerchi di toccarlo. È un animale che reagisce in maniera imprevedibile, nonostante si sia dimostrato sempre mite e timido.

Tutte le situazioni nuove, piacevoli o spiacevoli che il coniglio subisce, hanno delle ripercussioni importanti sul suo sistema endocrino, che reagisce innescando la produzione di catecolamine che se in eccesso, possono addirittura, causarne la morte.

Se in un normale percorso di pet-therapy, con qualsiasi altro animale, sono necessari dei pet-partners qualificati, nel coniglio non solo devono essere qualificati ma essere dei medici veterinari; che conoscono la fisiologia e la fisiopatologia di determinati eventi fisiologici, che sono vitali per il benessere psico-fisico del coniglio.

Attenzione dunque, quando si decide di utilizzare nella pet-therapy, il coniglio, diventa di vitale importanza non sottovalutare le peculiarità di specie, anche se è così morbidoso e carezzevole!

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