Educatore e responsabile nazionale CSEN Cinofilia
a cura Redazione PetFamily
Come educare un cucciolo
Cane educato… cane fortunato… ma è bene partire dal proprietario!
Un cucciolo è come un serbatoio vuoto. E creta da plasmare. Dopo le prime settimane di vita, in cui è fondamentale l’imprinting dato dalla madre e le interazioni con la cucciolata, fondamentale è il lavoro che l’essere umano deve fare per educare, guidare e assicurare all’animale uno sviluppo armonico.
Ecco perché è importante comprendere quali sono gli errori, le ingenuità che possono compromettere lo svilupparsi di un sano rapporto uomo animale. Esistono professionisti che dedicano la propria vita a questo lavoro, con competenza ed esperienza riescono a risolvere situazioni complesse ed ingestibili. Massimo Perla è educatore e responsabile nazionale CSEN Cinofilia, da anni insegna ai proprietari ed animali come impostare una – sana, gratificante e corretta convivenza.
Il 5 e 6 Ottobre è stato protagonista al Parco Esposizioni Novegro di QuattrozampeinFiera”, presso lo stand Bayer, dove ha fornito consigli ai visitatori dell’esposizione “Petfriendly” più famosa d’Italia. Abbiamo chiesto a Massimo Perla quali sono i principali “scivoloni” , le criticità da affrontare e gli errori da evitare se si vuole educare un cane e farne un animale felice.
Accogliere un animale in famiglia non è cosa da tutti esordisce l’educatore, soprattutto richiede un grande senso di responsabilità
Il periodo più delicato è quello tra i 2 ed i 4 mesi; in quella fascia d’età il cucciolo dovrebbe essere progressivamente esposto ai vari stimoli, ambientali, affettivi, logistici e acustici per permettergli di conoscere il luogo in cui vivrà, dalla campagna alla città. Un cane deve muoversi per conoscere gli spazi, i pericoli, gli odori, i rumori dal traffico, finanche l’interazione con altri animali.
Se ad esempio un cane viene vaccinato -prosegue Massimo Perla- non deve restare chiuso in casa per paura di contrarre malattie, perché sarà un cane che si spaventerà per qualsiasi rumore, non appena metterà il muso fuori dalla porta, ed il rischio è quello che metta in atto comportamenti inadeguati. Basta semplicemente evitare luoghi in cui ci siano troppi cani”
È importante comprendere quali sono gli errori che possono compromettere lo svilupparsi di un sano rapporto uomo animale.
Come si può facilitare tale training dunque?
“Esistono CD che contengono molteplici stimoli acustici, dal cinguettio di un volatile, al clacson, al motore di un camion, ad un sistema di allerta.
Un animale che ha fatto “esperienza” di questi stimoli sarà un cane meno facilmente spaventabile e quindi più facile da gestire.
E’ come un bambino che venga iscritto a scuola: la formazione non può iniziare a 20 anni, ma deve essere precoce, progressiva e costante. Più si attende per educare il cane, e più è difficile il recupero per “cancellare” eventuali abitudini sbagliate. Correggere un comportamento è sempre possibile ma occorre anche tenere conto delle abitudini del proprietario del cane e correggere eventuali cattive abitudini “umane”.
Ci può fare un esempio concreto?
“Certamente. Quando si è a tavola e il cane rivolge lo sguardo tenero per avere un pezzo di cibo, è sbagliato cedere alla tentazione di fornirglielo. Questo creerà un’abitudine difficile da eliminare, rendendo l’animale schiavo di un’aspettativa e disturbando il nostro pasto o quello dei nostri ospiti. E ancora -prosegue Massimo Perla- portare un cane ad una sagra di paese, ad una fiera ad alta concentrazione umana, e ad alta esposizione sonora, significa che bisogna essere consapevoli dei rischi che comporta il contesto. Essere pronti a prevedere le reazioni del cane, significa conoscere a fondo il proprio animale e comunicare con lui”.
Un’ altra grossa ingenuità è pensare che il cane ragioni con logica umana. “A volte gli umani proiettano sugli animali frustrazioni, ansie, conflitti e angosce che appartengono al genere umano e trattano i cani come tali. Non è così. Il cane necessita di una guida che eserciti leadership che sia saggia, fornisca regole ed informazioni in maniera costante e continuativa.
La comunicazione cane-animale è fondamentale. Io molti proprietari di cani con i loro cani li definisco “separati in casa”, perché vivono sotto lo stesso tetto ma di fatto non comunicano. I proprietari spesso conoscono pochissimo del comportamento del loro cane e non sanno tirarne fuori le capacità».
Per educare un cane è necessario educare prima di tutto il proprietario. Educare significa condividere delle regole, rispettarle con coerenza e avere costanza nell’applicarle. Solo così si può ottenere che il cane sappia stare al guinzaglio, che non si spaventi, non salti addosso a bambini o ad altri cani. Se i proprietari conoscessero a fondo il loro animale ne beneficerebbe il rapporto con complicità e collaborazione.
Anche i bambini vanno educati al rispetto dell’animale che non è un giocattolo ma un essere vivente con bisogni ed esigenze di cui è necessario aver cura.
Insegnare ad un bambino a prendersi cura di un animale, rispettandone le esigenze ed i bisogni significa educare il bimbo al senso di responsabilità e sensibilità. Sono corrette abitudini che fanno sì che il cane sia davvero un membro della famiglia, a vantaggio di tutti. Cane educato uguale cane fortunato: e lo è anche il proprietario che può vivere appieno esperienze di socializzazione senza limitare la propria libertà personale e la felicità dell’animale.