Primavera tempo risveglio per le tartarughe

Le tartarughe terrestri, che in autunno si sono interrate per affrontare il letargo, il risveglio con la primavera ed escono all’aperto.

A cura di MARTA AVANZI – Medico Veterinario – AAEONLUS – www.aaeonlus.org

Il risveglio delle tartarughe in primavera

Il sonno invernale ha permesso loro di superare la stagione fredda durante la quale il loro metabolismo rallenta al massimo restando in una fase di animazione sospesa. L’aumento della temperatura le “riattiva”, segnalando loro che possono uscire al caldo.

Idratazione

Durante il letargo la tartaruga è sopravvissuta sfruttando le riserve corporee accumulate nei mesi precedenti e attingendo l’acqua accumulata nella vescica. Ora la tartaruga per prima cosa ha bisogno di bere, in modo da reidratarsi e liberarsi dalle tossine accumulate. Entro una settimana dovrebbe anche riprendere a mangiare con appetito. 

Temperature troppo basse…

Il letargo è un periodo delicato, in cui molte cose possono andare storte, soprattutto in questi anni in cui il cambiamento climatico ha alterato lo svolgersi delle stagioni. Sotto diversi centimetri di terreno in teoria la tartaruga dovrebbe essere protetta dal freddo, ma se questo è stato troppo rigido e per un periodo troppo lungo può aver causato danni da congelamento ai tessuti portando a paralisi, danni cerebrali o cecità.

Una splendida tartaruga in primo piano

…o troppo alte

Se la temperatura è stata relativamente elevata a causa di un inverno particolarmente mite, la tartaruga durante il letargo avrà consumato le riserve corporee ad un ritmo troppo rapido, producendo nel contempo una quantità eccessiva di tossine.

Al risveglio sarà emaciata e disidratata e stenterà a riprendersi. Analogamente, se la tartaruga non era in condizioni ottimali prima del letargo, avrà esaurito troppo presto le sue riserve, risvegliandosi troppo debilitata per riattivare il metabolismo.

Essendo del tutto inerte e indifesa durante il sonno invernale, i roditori possono averla attaccata causandole gravi danni. Ancora, se prima del letargo aveva un’infezione in atto poiché il sistema immunitario era “sospeso” come il metabolismo, questa può essersi aggravata.

Se dopo il letargo la tartaruga appare in buone condizioni la prima cosa da fare è permetterle di bere

Attento esame

Per questo motivo è importante esaminare con cura la tartaruga quando emerge dal letargo e osservare il suo comportamento. Se la tartaruga ha affrontato il letargo in condizioni ottimali non dovrebbe aver perso più del 10% del peso corporeo.

È quindi importante registrare il peso del rettile prima del letargo, per confrontarlo con quello del risveglio. Se appare troppo magra, con le ossa delle zampe sporgenti ed è apatica, è importante farla visitare subito perché da sola potrebbe non riuscire a riprendersi.

Occhi aperti

Vanno esaminati gli occhi, che devono essere ben aperti, lucidi, non infossati. Le narici devono essere pulite, senza scolo. Le zampe devono avere la pelle integra, senza lesioni. Se la tartaruga appare in buone condizioni generali la prima cosa da fare è permetterle di bere, ponendola in un recipiente basso e largo.

L’acqua, tiepida e pulita, deve arrivare a livello del piastrone (la metà inferiore della corazza). Entro un paio d’ore la tartaruga dovrebbe bere e urinare, dopo di che la si può togliere dall’acqua.

Bevute in libertà

Le tartarughe di terra devono sempre avere a disposizione un contenitore d’acqua a cui accedere liberamente, abbastanza largo da permettere loro di immergersi completamente, ma per la prima settimana è consigliabile metterle in acqua quotidianamente per stimolarle a bere e urinare. Entro una settimana dal risveglio la tartaruga normalmente ricomincia a mangiare. L’alimentazione ideale è rappresentata da erba e piante di campo (tarassaco, piantaggine, trifoglio ecc.) senza alcuna aggiunta di verdure commerciali (come insalata e pomodori) o peggio di alimenti innaturali e dannosi (come pane o carne).

Se la tartaruga non riprende a mangiare entro una settimana dal risveglio dal sonno invernale siamo di fronte a una condizione patologica detta anoressia post letargo.

Anoressia post letargo

Se la tartaruga non riprende ad alimentarsi spontaneamente entro una settimana siamo di fronte a una condizione patologica detta anoressia post letargo. Si tratta di un problema serio, che va affrontato prontamente perché le probabilità di ripresa sono minori più è il tempo trascorso senza assumere cibo e acqua. Ogni tartaruga che al risveglio appare debilitata va fatta visitare senza indugio.

Sondino

Il trattamento dell’anoressia post letargo consiste nel porre il rettile in un ambiente controllato, un terrario che offra condizioni di temperatura, umidità e luce ideali, nel reidratare quotidianamente l’animale e, dopo aver normalizzato la funzione renale, nell’iniziare a somministrare alimenti con un sondino, per riattivare il metabolismo.

In genere si eseguono degli esami del sangue per valutare in modo approfondito lo stato fisico della tartaruga. Inoltre si trattano eventuali problemi concomitanti, come le infezioni. In genere, con le cure adatte la tartaruga riprende ad alimentarsi e può ritornare al suo giardino.

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