La corretta alimentazione durante il cambio stagionale del proprio pet è uno step veterinario fondamentale per il benessere e la salute animale. Una dieta su misura per ogni singolo esemplare poiché sono numerose le variabili che influiscono sulle esigenze nutrizionali, tra queste anche alla stagionalità.
Rubrica a cura di ANMVI Articolo del Dott. Alessio Arbuatti Medico Veterinario
Una razione corretta per il pet con numerosi parametri
Stabilire il corretto razionamento alimentare di un pet e dunque il singolo fabbisogno energetico di mantenimento individuale è un’operazione che richiede un’approfondita anamnesi e una scrupolosa visita veterinaria di base e specialistica.
Le esigenze energetiche dipendono da numerosi parametri, alcuni legati all’esemplare come razza, attitudine, età, taglia, attività fisica svolta, condizioni di salute, altre allo stile di vita che conduce e all’ambiente come ad esempio la temperatura.
Ogni razza possiede infatti una propria zona di neutralità termica, in relazione alla selezione e alle proprie caratteristiche fisiche. Questa rappresenta una gradazione centigrada ambientale ideale alla quale la temperatura corporea si mantiene costante e ottimale senza richiedere ulteriore energia in aggiunta a quella derivante dal metabolismo basale.
Energia per il benessere dei pet
Per riscaldare o raffreddare il proprio corpo è infatti necessaria energia aggiuntiva che deriva, direttamente o indirettamente, dagli alimenti. L’intero processo di calcolo del razionamento è dunque complesso, è supportato da programmi di calcolo matematici e prevede l’applicazione anche di specifici coefficienti di correzione.
Dunque, l’alternanza ciclica delle stagioni, unita allo stile di vita, può dunque divenire un parametro che rende necessaria la modifica della dieta. Le scienze dell’alimentazione animale sono però competenze veterinarie e il cambio di dieta deve avvenire sempre previa consulenza poiché ogni errore potrebbe compromettere il benessere dell’animale.
Ricordiamoci sempre che i pet non sono piccoli umani
Con l’avvicendarsi delle stagioni siamo soliti modificare la nostra alimentazione sia in termini di materie prime consumate sia di lavorazioni, cotture e dosi.
È corretto traslare le proprie abitudini alimentari stagionali, tal quali, nei nostri pet? La risposta è no, innanzitutto perché cani e gatti sono specie ben differenti dalla nostra, con specifiche esigenze nutrizionali.
Non dimentichiamo mai inoltre altri due aspetti.
Alcuni alimenti per noi commestibili possono essere potenzialmente pericolosi se ingeriti dai pet e inoltre ogni modifica apportata della dieta richiede sempre un lento e progressivo passaggio da tenere quotidianamente sotto controllo.
In natura è indubbio che la ciclicità delle stagioni sia uno dei parametri che influisce maggiormente in termini quantitativi e talora qualitativi sull’alimentazione degli animali, ma i nostri pet che stile di vita conducono?
Attitudini e stili di vita dei nostri amici animali
È evidente che il rapporto uomo cane/gatto si sia evoluto con la società umana e oggi la maggior parte degli animali da compagnia viva tutto l’anno in ambiente domestico.
Analizzando la gestione dei cani di proprietà, solo alcune categorie trascorrono la maggior parte del tempo fuori casa.
All’interno di queste ricadono i cani da pastore, quelli da caccia e quelli utilizzati per la guardia. Questi esemplari sono spesso ospitati in strutture come box esterni al di fuori dell’ambiente domestico e di conseguenza possono risentire più direttamente dei cambiamenti stagionali.
Altre categorie che passano molte ore all’aperto sono quelle dei cani impiegati in attività sportive o da lavoro.
Cosa dire però di quei cani che vivono in casa a temperatura costante tutto l’anno ed escono solo per brevi passeggiate o degli esemplari il cui aumento dell’attività fisica è stagionale e coincide con le ferie dei proprietari?
Nel gatto la situazione si complica ulteriormente poiché a fronte di molti esemplari che vivono solo in casa, vi è un’ampia fetta della popolazione felina che entra ed esce dalla dimora e la cui dieta non è sempre facile da controllare.
Per questo motivo, nel calcolo del fabbisogno energetico, tra i vari coefficienti da applicare ve ne sono alcuni sia relativi all’attività che il pet svolge, sia alla relazione che lega le differenti razze con la temperatura ambientale.
Alimentazione durante cambio stagionale
Come visto l’alternarsi delle stagioni può avere un impatto variabile sulle necessità dietetiche del cane e del gatto domestico; ma tutti gli organismi viventi seguono una propria stagionalità biologica che corrisponde alle differenti fasi della vita e dunque a specifiche esigenze nutrizionali.
L’età è un parametro fondamentale nella pianificazione della corretta dieta. Possono infatti essere necessarie percentuali diverse di proteine, lipidi e carboidrati. Allo stesso modo, in relazione all’età, può rendersi necessaria l’integrazione di specifici elementi o persino un minore apporto dietetico.
Cambio stagionale un utile supporto per l’alimentazione
Durante il cambio stagionale esiste però un processo fisiologico che coinvolge molti cani e gatti due volte l’anno: la muta. La sostituzione stagionale del pelo è il frutto di un insieme di fattori esogeni ed endogeni tra loro correlati.
La modificazione ambientale, come la diminuzione del fotoperiodo e delle temperature, agisce sui fattori endogeni come la melatonina, gli ormoni di origine surrenalica e quelli sessuali che influenzano lo sviluppo pilifero. Non tutte le razze canine e feline compiono però la muta allo stesso modo.
Vie ne sono alcune come i Barboni che non effettuano alcuna muta, altre, come le razze canine artiche, che sostituiscono il manto ogni 1-2 anni. Non solo una questione di selezione zootecnica genetica ma un parametro che varia in relazione allo stile di vita.
Il trascorrere la maggior parte della vita all’aperto o in casa, condiziona la comparsa e la durata muta. Nel primo caso è più intensa e di minor durata; al contrario negli esemplari che vivono per lo più in ambiente domestico perdura per più tempo poiché questi esemplari sono meno esposti all’influsso che le imponenti modificazioni stagionali hanno sull’organismo.
Previo consiglio veterinario, fin da prima dell’inizio del periodo di muta, è possibile la somministrazione di alimenti complementari a base di acidi grassi essenziali; omega 6, omega 3 (EPA e DHA), zinco, biotina, metionina, cisteina e antiossidanti disponibili in commercio sotto forma di integratori veterinari. I quali supportano lo sviluppo di sottopelo e pelo rendendoli non solo ben strutturati e lucenti ma funzionalmente efficienti.
Non dimenticare l’acqua
Spesso molte persone la considerano quasi un corollario dietetico, ma l’acqua è fondamentale di per sé; poiché compone i fluidi corporei ed è coinvolta in tutte le altre attività fisiologiche. Che si segua una dieta secca, umida o barf, l’acqua deve sempre essere sempre presente con una disponibilità costante.
Il consumo varierà sia in relazione alla dieta, alla temperatura, alla razza e alle condizioni del singolo esemplare. Di certo non deve mai mancare nemmeno in inverno quando si potrebbe erroneamente pensare che la necessità sia inferiore.
Inoltre, un occhio sempre attento deve essere mantenuto durante tutta la stagione calda; in questo periodo l’acqua, mai fredda, deve essere sempre a disposizione e accompagnare il pet durante i brevi spostamenti.
Durante questi mesi massima attenzione all’azione delle alte temperature su tutti i pet e non solo nelle categorie di cani a rischio (brachicefali, malati, anziani, cuccioli) non solo durante le ore centrali della giornata ma anche di sera quando la combinazione umidità/temperatura può divenire una pericolosa trappola invisibile per i pet.