Il mio gatto è geloso?

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Il mio gatto è geloso?

Come capire se il nostro gatto è veramente geloso o se sta cercando di comunicarci qualcosa? Spesso sentiamo dire e forse anche noi l’abbiamo detto: “Da quando è arrivato il bambino, il mio gatto è diventato geloso”; “Quando coccolo l’altro gatto, lui si mette in mezzo!”. Ma è davvero gelosia quella che vediamo? Oppure stiamo usando la parola sbagliata?

A cura della Dott.ssa EWA PRINCI Consulente esperta in comportamento ed etologia del gatto Centro di Cultura Felina – culturafelina.it

Che cos’è la gelosia (nell’essere umano)?

Vediamo, innanzitutto, cos’è la gelosia per l’essere umano. La gelosia è un’emozione secondaria e complessa, che implica:

1- Una triade relazionale
Io, un Altro significativo e un Terzo percepito come minaccia.
2- Confronto e insicurezza
L’Altro ha qualcosa che Io potrei perdere.
3- Paura della perdita affettiva
Non solo oggetti o spazi, ma la relazione stessa è minacciata.
4- Autocoscienza
Presuppone la capacità di riflettere su sé stessi in relazione agli altri.
5- Costrutti mentali complessi
Come il possesso, l’autostima, la rivalità.

È quindi un’emozione cognitiva ed evoluta.

Il gatto può provare questa forma di gelosia?

I gatti non provano gelosia come la intendiamo noi umani (cioè un’emozione complessa che implica confronto, possesso e paura della perdita affettiva in un triangolo relazionale).

Quello che accade nel gatto è più semplice (ma non meno importante); sta provando a comunicare un disagio legato a un cambiamento nel territorio, nella routine o nella relazione.

Il gatto è geloso insieme alla sua umana sul divano

Non possiamo parlare di gelosia come avviene per noi umani perché Micio:

  • Non si paragona agli altri per capire se vale di più o di meno.
  • Non pensa di “possedere” il suo umano come farebbe una persona.
  • Non ha un’idea complessa di sé stesso in una relazione (tipo: “chi sono io per te?”).

Il gatto ha capacità cognitive ed emotive complesse ma questo non significa automaticamente che provi emozioni umane complesse come la gelosia, la colpa o il senso morale. Quello che noi leggiamo come “gelosia” è una risposta adattiva a un cambiamento relazionale, una strategia per mantenere la connessione o difendere la sicurezza percepita.

Il gatto non è un bambino umano peloso. È un essere senziente con un suo mondo emotivo, ma diverso dal nostro. Interpretarlo con categorie umane può portare a fraintendimenti, che rendono difficile la vera comprensione.

Questo non significa che non possa provare disagio, frustrazione, competizione o attivazione emotiva quando:

  • cambia qualcosa nella relazione primaria con l’umano,
  • un altro animale entra nel territorio,
  • viene trascurato, ignorato, spostato sul piano relazionale.

Il gatto è geloso o stiamo proiettando noi stessi?

Quando ci riferiamo al nostro gatto come un soggetto geloso, stiamo in realtà proiettando. Non perché non provi nulla ma perché: interpretiamo il suo comportamento con la nostra testa e il nostro cuore! Lui lo vive con il suo corpo, i suoi sensi, il suo linguaggio.

Questo si chiama antropomorfismo: ovvero, quando umanizziamo il comportamento del gatto, pensando che provi gelosia come un fidanzato abbandonato, rabbia come un bambino capriccioso o vendetta come se avesse un piano contro di noi.

Ma il gatto non ha intenzioni umane. Sta semplicemente rispondendo a un cambiamento nel suo ambiente o nella relazione, con mezzi felini. L’antropomorfismo ci fa fraintendere il suo disagio e, quindi, lo sgridiamo, lo puniamo, o lo escludiamo, invece di comprendere il suo bisogno reale. Il gatto non è geloso ma confuso, disorientato, bisognoso di contatto.

Ecco, invece, cosa può nascondersi dietro al “comportamento geloso”:

  • Richiesta di attenzione: si mette in mezzo mentre coccoli un altro animale o una persona? Sta cercando di ristabilire una connessione con te.
  • Senso di insicurezza: nuovi arrivi (bambini, altri gatti, partner…) modificano l’equilibrio e l’animale può reagire per riappropriarsi di uno spazio relazionale.
  • Bisogno di prevedibilità: il cambiamento improvviso della routine può generare stress. Il comportamento “geloso” è allora una strategia di coping.
due gatti davanti alla finestra che si annusano

Cosa possiamo fare? Mantieni rituali rassicuranti e costanti con il tuo gatto

Il gatto si orienta nel mondo attraverso le abitudini. I rituali (come la coccola del mattino, il gioco prima di cena, la nanna sul divano) sono punti fermi che gli danno sicurezza.

Mantieni gli stessi orari per pappa, pulizia lettiera e momenti di relazione. Anche se hai meno tempo (perché è arrivato un bimbo, un altro gatto, un nuovo lavoro), mantieni almeno 1-2 gesti familiari ogni giorno. Se devi cambiare qualcosa, fallo gradualmente, spiegandoglielo con voce dolce e calma.

Riconosci la sua presenza anche nei momenti di novità

Quando arriva qualcosa o qualcuno di nuovo, il gatto può sentirsi escluso dal legame affettivo. Quando interagisci col nuovo arrivato, guarda anche Micio, chiamalo per nome, rendilo partecipe.

Se lui si avvicina, non mandarlo via con fastidio: fagli spazio, accarezzalo, rassicuralo. Usa la voce come ponte relazionale: “Bravo amore, sei sempre con me”, “Ti vedo, Micio”, “Tranquillo, ci sei anche tu”. Evita di sgridarlo se si intromette: ti sta parlando a modo suo. Il gatto non “disturba” per capriccio. Se si mette in mezzo o miagola quando ti stai dedicando a qualcun altro, sta cercando un contatto. Fermati un attimo, guardalo e chiediti: “Cosa mi sta dicendo?”

Se puoi, accarezzalo o digli qualcosa di rassicurante

Se il momento non è adatto, allontanalo con dolcezza, proponendo un’alternativa: “Ora no, ma tra poco giochiamo insieme”, e mantieni la promessa. Offri tempo dedicato solo a lui ogni giorno, anche pochi minuti, ma pieni! Anche brevi momenti di attenzione esclusiva e qualità relazionale possono ricostruire sicurezza nel legame.

Dieci minuti al giorno per coccole, gioco o semplicemente sederti accanto a lui in silenzio. Se il tempo scarseggia, scegli un momento fisso, tipo appena svegli o prima di dormire. Fagli sentire che c’è ancora uno spazio tutto per voi.

Segnali di stress profondi

Il gatto esprime il disagio attraverso il corpo e il comportamento. A volte lo fa in modo sottile o silenzioso.
Controlla se noti:

  • pipì fuori dalla lettiera,
  • grooming eccessivo o leccamenti ripetitivi,
  • nascondersi più spesso del solito,
  • riduzione dell’appetito o dell’attività.

Questi sono segnali che il cambiamento è stato troppo destabilizzante e, quindi, può essere utile:

  • contattare un consulente esperto,
  • arricchire l’ambiente (mensole, tiragraffi, rifugi),
  • ripristinare ordine, silenzio e presenza nei momenti critici.

In conclusione, non devi “correggere” il gatto ma comprendere il suo bisogno relazionale e riportare armonia nel campo affettivo condiviso.

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