Per molti, viaggiare con il proprio gatto sembra un’idea bizzarra o addirittura stressante. Eppure, con le giuste attenzioni etologiche e comportamentali, può diventare un’esperienza arricchente per entrambi.
A cura della Dott.ssa EWA PRINCI – Consulente esperta in comportamento ed etologia del gatto. Centro di Cultura Felina
Ogni gatto è un individuo unico: capire la sua personalità, i suoi bisogni e i suoi segnali è il primo passo per un viaggio sereno e rispettoso.
Il gatto e il territorio: una questione identitaria
Viaggiare con il proprio gatto non è “solo” spostarlo fisicamente, ma toccare un aspetto molto profondo della sua identità. Dal punto di vista etologico, il gatto è un animale fortemente territoriale. La casa non è solo un rifugio: è un’estensione del suo corpo, un ambiente segnato da odori, routine e percorsi rituali. Attraverso l’olfatto, lega emozioni e percezioni agli oggetti e ai percorsi quotidiani.

Cambiare ambiente significa azzerare quella mappa interiore. Ecco perché lo spostamento può generare insicurezza, smarrimento e perfino comportamenti regressivi (pipì fuori dalla lettiera, nascondimento, vocalizzi intensi).
Spostarsi significa, per lui, abbandonare una parte della propria identità. Per questo motivo, non tutti i gatti sono adatti a viaggiare, e non tutti i viaggi sono adatti. Ma alcuni felini (se abituati progressivamente) possono affrontare piccoli o grandi spostamenti con relativa serenità.
Tutti i gatti possono viaggiare?
Ci sono gatti che, fin da piccoli, hanno avuto esperienze positive fuori casa: visite veterinarie serene, gite brevi, o semplicemente una buona socializzazione ambientale. Questi soggetti sono più flessibili e meno stressabili. Al contrario, un gatto adulto, abituato solo agli spazi domestici e sensibile ai cambiamenti, può percepire il viaggio come un’invasione. Osserva il tuo gatto: come reagisce quando lo metti nel trasportino? Ha già viaggiato in macchina? È curioso o si immobilizza? I suoi segnali ti diranno se è pronto a partire.
Prepararsi a viaggiare con il proprio gatto: le fasi
1- Il trasportino
Da nemico a posto sicuro per il gatto: il trasportino dovrebbe essere un luogo sicuro, non una trappola.
Abitualo gradualmente: lascialo aperto in casa, con una coperta morbida e il suo odore, qualche snack o gioco all’interno.
Non usarlo solo per le visite veterinarie: così eviterai l’associazione negativa.
Per 5-10 minuti al giorno, invita il gatto a entrare nel trasportino con premi e carezze. Una volta dentro, chiudi brevemente lo sportello, poi riaprilo con calma. Ripeti per una settimana.

2- Brevi viaggi di prova
Prosegui chiudendo la portella del trasportino e sollevandolo da terra per poi concludere con un breve tragitto, ad esempio macchina per 10-15 minuti e osserva il comportamento del gatto. Si lamenta? Si lecca eccessivamente? Resta immobile? O si rilassa gradualmente? Registra i progressi, giorno dopo giorno.
Durante il viaggio: sicurezza e comfort Mai libero in auto: un gatto spaventato può interferire con la guida. Il trasportino deve essere ben fissato, preferibilmente sui sedili posteriori. Odori familiari: inserisci nel trasportino un indumento con il tuo odore o una coperta che usate abitualmente.
No cibo subito prima del viaggio: per evitare nausea, meglio farlo mangiare almeno 3 ore prima. Soste regolari: se il viaggio supera le 5-6 ore, valuta una sosta in un luogo tranquillo dove il gatto possa bere, usare la lettiera (portatile) o semplicemente respirare un po’ d’aria. Tutto questo va sempre fatto in totale sicurezza con portiere chiuse, mai liberare il gatto con le portiere o finestrini aperti.
L’arrivo in un nuovo luogo: riconoscere, esplorare, integrare. Una volta arrivati, è fondamentale creare un micro-territorio di sicurezza. Non liberarlo subito in tutta la casa o stanza.
Prepara uno spazio con: trasportino aperto, ciotole acqua/cibo, lettiera familiare, graffiatoio o gioco noto.
Lascia che il gatto decida quando uscire, cosa esplorare, quanto tempo impiegare. Non forzarlo. In una casa vacanza, ad esempio, crea un angolo vicino a una parete (i gatti preferiscono postazioni protette) e stai con lui in silenzio, offrendo presenza ma non invadenza. Se inizia a esplorare, seguilo con lo sguardo e non con i piedi.
Quando viaggiare non è la scelta giusta
Alcuni gatti non si adattano. Alcuni, per temperamento, età, esperienze passate o condizioni di salute, vivono lo spostamento come un trauma e non come un’avventura. Viaggiare con loro può compromettere il loro equilibrio psicofisico e incrinare la relazione.
Se il gatto mostra segnali chiari di disagio (ipersalivazione, vocalizzi continui, urina o feci nel trasportino, aggressività o letargia prolungata), è meglio optare per una cat sitter di fiducia che lo assista nel suo ambiente, anziché forzarlo a spostarsi.

Viaggiare a piedi o con zaino da trasporto
Negli ultimi anni sono aumentate le uscite a piedi con i gatti, grazie a zaini trasparenti o passeggini felini.
Anche in questo caso, l’abitudine e il rispetto dei tempi è fondamentale. Mai forzare. Alcuni gatti godono della vista e dei suoni, altri si chiudono in sé stessi.
Prima di portarlo all’aperto, abitualo allo zaino in casa per almeno una settimana, esattamente come abbiamo visto per il trasportino. Fai piccoli giri nel giardino o nel cortile. Porta sempre con te un asciugamano per coprire lo zaino in caso di rumori forti o traffico. È necessario che lo zaino sia “in sicurezza”: chiusura sicura e anti-fuga; ventilazione adeguata; materiali solidi ma confortevoli; fissaggio interno.
Se viaggi in bici, moto o mezzi pubblici, non appendere lo zaino in modo instabile: va sempre portato sul petto o fissato al corpo in modo saldo. In auto, meglio bloccarlo con la cintura di sicurezza sul sedile.
Il viaggio come occasione di connessione
Viaggiare insieme può essere un’occasione speciale per rafforzare il legame: affrontate insieme un’esperienza nuova, imparando a fidarvi l’uno dell’altro. Il gatto percepisce la tua calma o il tuo nervosismo: diventa tu il suo riferimento sicuro, con voce dolce, movimenti lenti e presenza costante.
In fondo, il vero viaggio non è la distanza percorsa, ma è l’esperienza condivisa.
In conclusione, viaggiare con il gatto richiede empatia, preparazione e spirito di osservazione. Non è adatto a tutti, ma può rivelarsi un’esperienza unica, capace di rafforzare il legame e offrire nuovi scenari alla relazione. Come ogni esploratore felino insegna, non conta tanto la meta, quanto la qualità del sentiero.