La coccidiosi del coniglio è una malattia parassitaria. Sostenuta da protozoi che sono responsabili di due forme cliniche ed anatomo-patologiche distinte: la coccidiosi epatica e la coccidiosi intestinale.
A cura della Dott.ssa EMANUELA TETTA Medico Veterinario – Adelfia (BA)
Colpisce conigli di tutte le età con sintomi e manifestazioni cliniche differenti. Nel coniglio l’Eimeria stiedai è l’agente eziologico della coccidiosi epatica, mentre l’Eimeria magna colpisce, insieme ad altre Eimerie, diversi tratti dell’intestino.
Cosa sono i coccidi
I coccidi sono parassiti intracellulari dell’epitelio intestinale. Il ciclo vitale è caratterizzato da una fase sessuata (sporogonia) e da una fase asessuata (schizogonia), che si compie in un solo ospite. Mentre la fase di sporulazione (maturazione delle cellule infettanti) si compie nell’ambiente esterno al di fuori dell’ospite.
Come si trasmette la coccidiosi del coniglio
La coccidiosi si trasmette attraverso l’ingestione da parte del coniglio di oocisti mature disseminate nell’ambiente in cui vive. La sua diffusione, invece, è favorita da condizioni igieniche scadenti, da sovraffollamento e dalla mancata igienizzazione e disinfezione delle gabbie dove hanno soggiornato soggetti infetti.
Spesso i conigli arrivano nelle nostre case sono già portatori di coccidiosi, la quale può indurre quadri patologici importanti, fino a condurre a morte l’animale. Per questo motivo, non appena il coniglietto viene acquistato e portato a casa, è bene sottoporlo all’attenzione di un Medico Veterinario Specializzato. Il quale, attraverso l’esecuzione di un esame coprologico, potrà accertare o meno la presenza della parassitosi.
Attenzione! I conigli NON vengono sottoposti alla cosiddetta “sverminazione”, così come avviene per il cane e per il gatto. Se il coniglio dall’esame coprologico presenta una particolare parassitosi essa viene trattata in maniera specifica, con sostanze farmacologiche mirate a contrastare la diffusione di quel parassita fino alla sua negativizzazione.
Come agiscono i coccidi
La coccidiosi del coniglio è molto diffusa e assume carattere di particolare gravità nei soggetti giovani. Una volta ingerite le oocisti (forme infettanti), sotto l’azione dei succhi digestivi, liberano tutte le forme infestanti che alla fine di un complesso ciclo vitale danno origine alle oocisti che verranno eliminate nell’ambiente, permettondogli di riprende un nuovo ciclo.
A causa delle estese distruzioni delle cellule epiteliali intestinali e dei villi del tenue compare diarrea diffusa, sanguinolenta, seguita da disidratazione, emaciazione e occasionalmente la morte. La diarrea dunque è il segnale di una coccidiosi ormai in stadio avanzato, con un danno più o meno grave della mucosa intestinale.
A seguito delle lesioni intestinali e lo sviluppo di processi fermentativi, l’intestino, e spesso lo stomaco, si distendono enormemente: il coniglietto presenta il ventre gonfio, a cui spesso fa seguito la morte.
L’Eimeria stiedai responsabile invece della coccidiosi epatica, una volta ingerita viene veicolata attraverso la circolazione del sangue al fegato. Qui, nelle cellule epiteliali dei dotti biliari, ha inizio il ciclo di divisioni cellulari del parassita, che porterà alla formazione delle forme infestanti (oocisti) che, tramite il coledoco, raggiungeranno l’intestino e dunque l’ambiente esterno.
Nelle forme gravi di coccidiosi epatica, si osservano: anoressia, dimagrimento, disidratazione, anemia, addome meteorico, diarrea intermittente o continua non emorragica e talvolta ittero e ascite. La mortalità in questo caso è molto elevata.
Relazione tra coccidiosi e alimentazione del coniglio
Quando i conigli raggiungono l’età di 20-25 giorni di vita, oltre all’alimentazione lattea cominciano a nutrirsi di fieno e pellet, ossia assumeranno la stessa dieta della madre. Si ritiene che i pellet con coccidiostatico siano particolarmente dannosi per il coniglio, ma questa considerazione non è proprio esatta, in quanto, solo l’uso prolungato di questo pellet, può arrecare al coniglio danni renali.
Nello svezzamento, invece, sortisce un effetto coadiuvante ad una corretta profilassi parassitologica perché, anche se i coniglietti hanno i coccidi, essi vengono tenuti a bada dal coccidiostatico presente nel pellet. Una volta svezzati e portati via dalla nidiata, è buona noma fare analizzare un campione di pellet fecali per accertare la presenza o meno del parassita.
Alimentazione
La somministrazione dei vegetali verdi va effettuata gradualmente e di pari passo con la maturazione della delicata flora microbica. Che deve essere in grado di processare tutti i nutrienti presenti nei vegetali. Spesso si associa la comparsa della coccidiosi con la somministrazione di alimenti vegetali verdi o che la somministrazione degli stessi sia vincolata alla presenza o meno del parassita.
Questa considerazione però non ha nessun fondamento scientifico, giacchè la coccidiosi quando è presente provoca, a seconda dei casi, diarrea profusa. E la somministrazione dei vegetali verdi, ricchi di acqua, potrebbe solo aggravare il quadro della disbiosi ma non esserne la causa della sua comparsa. Questo vale per qualsiasi alimento consumato normalmente dal coniglio.
La coccidiosi è una parassitosi insidiosa e, una volta diagnosticata, deve essere prontamente trattata fino alla sua negativizzazione. Fondamentale per il benessere del coniglio è la bonifica sistematica degli ambienti condivisi con altri consimili, per evitare le infestazioni e reinfestazioni.