Nel coniglio nano per “intossicazioni” si intende l’ingestione di sostanze vegetali, minerali o farmacologiche attive che alterano lo stato fisico e mentale del soggetto, provocando una serie di manifestazioni patologiche che, se non prontamente individuate e trattate, possono essere causa di morte.
A cura della Dott.ssa EMANUELA TETTA Medico Veterinario – Adelfia (BA) Emanuela.tetta@virgilio.it
Intossicazioni più comuni del coniglio nano
Le intossicazioni nel coniglio nano sono nella maggior parte dei casi di natura accidentale, soprattutto perché lo stesso non vive più relegato all’interno di una gabbia ma è libero di girovagare nell’ambiente domestico dove qualsiasi condizione non controllabile da parte dell’’uomo costituisce un pericolo per la sua incolumità.
Le intossicazioni che interessano il coniglio nano sono scatenate quasi sempre dall’ingestione di alimenti mal conservati e che hanno subito una modificazione significativa delle caratteristiche organolettiche originarie. Spesso, infatti, si ritiene che alcuni alimenti per il coniglio (come il pellettato, gli snack o i vegetali verdi) non possano subire alterazioni tali da provocare una sindrome tossica. In realtà il pellet se non correttamente conservato può essere attaccato da insetti che influiscono sulla sua qualità, danneggiandolo irreparabilmente e rendendolo non appetibile.
Il pellet complementare, invece, proprio per la presenza di frutti liofilizzati di nocciole, arachidi, noci e estrusi e di cereali, possono sviluppare miceti che con le loro ife rendono il prodotto non edibile.
I vegetali verdi e la frutta possono presentare ticchiolature o marciume.
Paradossalmente anche il fieno può essere contaminato da spore fungine, quando non viene correttamente conservato. Inoltre, anche la somministrazione quotidiana di fieni contenenti piante aromatiche (come il meliloto, la passiflora, la camomilla ed altri) possono creare disbiosi intestinali, con episodi di meteorismo che possono indurre il coniglio a non alimentarsi, con le conseguenze negative che si possono immaginare. In questo caso è da preferirsi la somministrazione di un fieno di prato polifita, ossia che contenente diverse varietà vegetali.
Frequenti si rilevano intossicazioni da contaminanti ambientali come: ammoniaca, che si sprigiona nell’ambiente e che deriva dalla scarsa igiene della lettiera del coniglio; deodoranti per l’ambiente o per l’igiene personale (salviettine detergenti, shampoo secco o sbiancanti); fumo delle sigarette; detersivi per l’ambiente fortemente volatili; incenso; esalazioni di gas che si sprigionano dai fornelli o dalle stufe che compromettono la salubrità dell’aria; emissione di antropotossine da parte dell’uomo.
Se invece il coniglio vive all’aperto i rischi di intossicazione sono legati all’ingestione o al contatto con presidi per la disinfestazione, gli anticrittogamici, vernici, diluenti, prodotti per la derattizzazione e all’ingestione continuata di piante velenose.
Fattori che predispongono alle intossicazioni nel coniglio nano
Non sempre i conigli che ingeriscono o vengono a contatto con una sostanza velenosa muoiono, ma la letalità dipende da molti fattori che possono riguardare il peso e l’età del coniglio.I giovani coniglietti infatti, hanno una minore capacità rispetto agli adulti di eliminare i tossici e di inattivarli a causa dell’immaturità del patrimonio enzimatico epatico.
Il peso corporeo è un parametro fondamentale poiché la metabolizzazione e l’eliminazione del tossico sono tanto più elevate quanto maggiore è il rapporto superficie/volume e tale rapporto è tanto più grande quanto più piccolo è l’animale. Per questo motivo i conigli di taglia grande sono più sensibili all’azione di un tossico dal momento che riescono ad attivarne in quantità inferiori.
Altri fattori
Eventi stressogeni che spesso si susseguono nel management del coniglio (errata gestione alimentare, gabbia piccola, scarse igiene, etc…) contribuiscono alla debilitazione del sistema immunitario rendendoli più sensibili all’azione di agenti tossici.
La stipsi o la stasi gastro-intestinale, rallentando il transito intestinale, favoriscono un assorbimento maggiore del tossico. Sovradosaggio di vitamine, specie della vitamina A, vitamina C, vitamina D, vitamine del gruppo B.
La tossicità di un determinato composto può variare in rapporto alla via con cui viene a contatto con l’organismo. Se un tossico viene introdotto per inalazione, può incrementare la sua tossicità rispetto alla via orale poiché evita l’azione detossificante del fegato. La via orale, cutanea e polmonare, sono quelle più frequentemente responsabili di intossicazioni accidentali e spontanee nel coniglio.
Farmaci (di cui il pellettato con coccidiostatico ne è un esempio eclatante) o l’uso inappropriato di antibiotici enterotossici.
Modalità e tipologia delle intossicazioni
Secondo la modalità e la tipologia delle intossicazioni e/o avvelenamenti si possono distinguere: Intossicazioni di origine vegetale: il coniglio come quasi tutti i mammiferi erbivori, possiede un sofisticato e complesso sistema olfattivo che gli consente di distinguere le sostanze potenzialmente dannose contenute nelle piante da quelle innocue.
Questa capacità però viene perduta quando le stesse piante vengono sottoposte ad essiccamento e alla disidratazione che fanno perdere la loro peculiare fragranza rendendole al naso nel nostro coniglietto innocue e vengono quindi ingerite. La tossicità di una pianta, inoltre, può essere limitata alle radici, alle foglie e ai frutti. Perciò di una pianta solo alcune parti sono commestibili mentre altre sono tossiche ad esempio il pomodoro non è tossico, ma la sua pianta lo è.
La somministrazione continuata di alimenti vegetali orticole come i cavoli, possono incidere sulla funzionalità della tiroide; alimenti ricchi di ossalati di calcio, favoriscono invece la formazione di uroliti (calcoli) a diversi livelli dell’apparato urinario e accumulo di materiale amorfo nella vescica (ipercalciuria).
Intossicazioni di origine minerale nella specie cunicola, sono piuttosto eccezionali.
Si tratta generalmente di ingestione accidentale di veleni o intossicazioni da medicamenti. Piuttosto frequenti invece, sono le intossicazioni per l’ingestione di piante trattate con antiparassitari vegetali, prodotti chimici usati per la disinfezione di locali come la calce viva, la lisciva che viene utilizzata anche per debellare la presenza di lumache che infestano le piante da giardino. Perciò, se il coniglio vive libero in giardino è importante limitare il contatto con le piante trattate.
Intossicazioni di origine farmacologica.
Rappresentano un evento del tutto eccezionale nel coniglio anche se l’avvelenamento da farmaci può verificarsi a causa della cattiva gestione del farmaco stesso e quindi dalla scarsa conoscenza dell’attività tossicocinetica delle molecole attive. La somministrazione di alcuni antibiotici come l’ampicillina, la clindamicina, l’amoxicillina, selezionano negativamente la flora batterica intestinale favorendo la moltiplicazione di germi patogeni scatenando enteriti che possono portare alla morte del coniglio.
Attenzione! Se il coniglio ingerisce piante o parti di piante velenose, bisogna recarsi immediatamente dal Medico Veterinario di fiducia, preoccupandosi di portare con sé un campione della pianta ingerita per approntare una terapia di supporto appropriata.
Non cercare rimedi fai da te come ad esempio l’induzione del vomito, perché i conigli non vomitano e rimedi di dubbia efficacia potrebbero essere risolutivi ma, anzi, potrebbero risultare fatali per il nostro piccolo amico.