Quando si parla di pesci poco conosciuti si pensa a specie manipolate dall’uomo, create attraverso incroci di varietà diverse, il più delle volte provenienti dal mercato asiatico.
a cura di Carlo Speranza associato AIPA
Ecco alcune delle specie più sorprendenti.
Non siamo abituati a pensare a quello che la natura ci offre, come il pesce che si arrampica sugli alberi, quello che possiede quattro occhi e quello dotato di organi elettrici.
Quattrocchi
Il pesce Anableps anableps deriva dalla famiglia degli anablepidae e ha due occhi divisi in due parti differenti. Dato che vive sulla superficie dell’acqua, deve controllare che sia sopra sia sotto non ci siano predatori e, grazie alla speciale conformazione dei suoi occhi, riesce a sorvegliare tutte e due le aree. Questo animale è originario del Messico e del Sud America, vive nelle acque salmastre (raramente sulle coste marine) e la sua lunghezza massima è circa trenta centimetri.
Tenuto in cattività l’Anableps si ciba di mangimi e insetti e ha bisogno di una vasca di grandi dimensioni, poco profonda ma ben ricoperta di fango o sabbia.
Questo pesce è socievole con gli altri ospiti della vasca ma è piuttosto difficile da allevare in acquario. La riproduzione può avvenire in cattività; i piccoli misurano 2 o 3 cm e accettano di essere nutriti con naupli di artemia salina.
Saltatore del fango
Conosciuto solitamente come saltatore del fango, il Periophtalmus barbatus è un pesce della famiglia gobidae che si trova principalmente nelle aree tropicali dell’est Africa e dell’Australia occidentale.
Il Periophtalmus barbatus vive nelle mangrovie degli estuari e nel corso più basso dei fiumi, in ambienti di acqua salmastra; grazie agli occhi sporgenti (come quelli degli ippopotami) può vedere fuori dall’acqua anche quando è immerso.
Questo pesce è stato per lungo tempo erroneamente considerato dai biologi un anfibio, visto il lungo periodo che trascorre fuori dall’acqua; in seguito è stato riconosciuto come pesce di origini molto antiche (certi scienziati pensano che sia stato il primo pesce ad aver mosso i primi passi sulla terra ferma).
Infatti il Periophtalmus barbatus può mantenere una riserva d’acqua all’interno degli opercoli branchiali e trattenersi così fuor d’acqua per molte ore. Sulla terraferma si muove saltellando e in generale ha un comportamento territoriale.
Il nome Periophthalmus è composto dal greco ‘peri’ (attorno), e ‘ophthalmôn’ (occhio), in riferimento all’ampio campo visivo di queste specie, che può raggiungere i 15-16 cm. È un pesce carnivoro e opportunista alimentare (crostacei, insetti); per riprodursi scava tane con aperture, dotate di una torretta, in foreste alte di mangrovie.
Vellutati
L’Apteronotus albifrons è originario del Sud America, nel bacino amazzonico in Perù e Venezuela fino al fiume Paranà, in Paraguay. Questa particolare specie è caratterizzata da un debole organo elettrico situato presso il peduncolo caudale, che serve per individuare il cibo e che compensa la scarsa vista.
Si tratta di una specie notturna che può raggiungere i 50 cm in natura e che in acquario arriva a dimensioni più ridotte. Il corpo è molto appiattito sui fianchi e slanciato, con testa grande. La pinna anale è molto sviluppata e si estende per tutta la parte inferiore del corpo, mentre la caudale è ridotta e le pinne ventrali sono addirittura assenti.
Il colore della livrea è interamente nero-bluastro ad eccezione di una fascia bianca sul peduncolo caudale e sulla pinna anale. È una specie cacciatrice che si adatta a mangiare di tutto: i giovani accettano mangime secco mentre gli esemplari più grandi sono più esigenti e difficili da alimentare.
Il movimento natatorio indietreggiante di questo pesce è dovuto all’uso esclusivo della pinna anale. Si consiglia di tenerlo in una vasca con capienza superiore agli 80 litri, con folta vegetazione e ripari con rocce, radici (non sopporta la luce forte) e fondale sabbioso.
L’Apteronotus albifrons va messo in vasche con pesci di taglia uguale o superiore; l’illuminazione deve essere attenuata e la temperatura dell’acqua va tenuta tra i 23 e i 28 C, con pH neutro o leggermente acido e durezza di 10 Dgh. La femmina depone le uova vicino all’apertura di aspirazione di un filtro, su un tubo; la schiusa avviene dopo 60-90 ore.
La particolarità della sua pelle è quella di non avere squame e per questo essere quasi vellutato.