L’anatomia dell’apparato respiratorio e la fisiologia della respirazione degli uccelli sono molto diverse rispetto a quelle dei mammiferi. Scopriamo nel dettaglio come respirano gli uccelli.
a cura Dott. GINO CONZO -Medico Veterinario –
L’apparato respiratorio degli uccelli
Al contrario dei polmoni dei mammiferi, quelli degli uccelli non hanno la capacità di espandersi; tuttavia gli uccelli hanno una maggiore capacità respiratoria grazie a delle strutture uniche: i sacchi aerei.
Si tratta di nove sacchi membranosi collocati nelle regioni cervicale, clavicolare, toracica ed addominale, tutti in comunicazione con i polmoni. I sacchi aerei, contraendosi ed espandendosi, funzionano come dei mantici e permettono all’aria inspirata di penetrare nei polmoni e successivamente essere espulsa.
Un apparato molto efficace
Mentre gli scambi gassosi (ossigeno e anidride carbonica) dei mammiferi avvengono negli alveoli polmonari, quelli degli uccelli si svolgono in microscopiche strutture tubulari dette capillari aerei.
La fisiologia degli uccelli è molto complessa e occorrono due cicli respiratori completi perché l’aria attraversi l’intero apparato respiratorio. Questa complessità rende l’apparato respiratorio degli uccelli molto più efficace di quello dei mammiferi, permettendo un maggior apporto di ossigeno ad ogni atto respiratorio.
Tale capacità è fondamentale per permettere agli uccelli di svolgere nel migliore dei modi l’attività di volo che richiede un grande apporto di ossigeno.
L’apparato respiratorio è anche molto delicato
Un apparato respiratorio così “sofisticato” se, da una parte, è di grande aiuto per gli uccelli allo stato selvatico, dall’altra può presentare degli inconvenienti per i volatili ospitati nelle nostre case.
Se è vero, infatti, che la respirazione degli uccelli porta una maggiore quantità di ossigeno, è altrettanto vero che essa può veicolare una quantità di sostanze tossiche disperse nell’aria molto più elevata di quanto avviene nei mammiferi.
È questo il motivo per cui gli uccelli sono così sensibili agli avvelenamenti dal gas che si sprigiona dai rivestimenti di teflon surriscaldato, mentre ciò non causa alcun danno ai mammiferi esposti alle stesse concentrazioni di gas tossico.
Sterno mobile degli uccelli: che cosa è?
A differenza dei mammiferi, gli uccelli non possiedono il diaframma e l’aria viene spinta dai sacchi aerei nei polmoni (che come detto non sono mobili) attraverso il movimento dello sterno ed in seguito alla contrazione dei muscoli pettorali. Per questo motivo quando si prende in mano un volatile occorre fare molta attenzione a non comprimerne lo sterno: se ne si impedisce il libero movimento, infatti, si può correre il rischio di soffocare il malcapitato pennuto.
Spazi comunicanti
Mancando il diaframma, inoltre, non c’è negli uccelli una netta separazione tra cavità toracica e addominale come avviene nei mammiferi; una qualsiasi causa di ingrossamento degli organi addominali (fegato, milza, reni, stomaco) può causare quindi difficoltà respiratorie per la compressione dei sacchi aerei addominali. In questi casi si può ritenere che il volatile soffra per una patologia respiratoria, ma in realtà non è così.
Le comunicazioni esistenti tra sacchi aerei, cavità addominale e ossa possono inoltre far sì che infezioni assunte per via respiratoria raggiungano altri organi, complicando tanto la diagnosi della malattia quanto la relativa terapia.