La moda fashion “free” sugli animali

Fashion-free
Moda Fashion free

L’industria della moda fashion free ha un impatto importante sulle nostre vite e sulla salute del pianeta, ma anche sul destino di moltissimi animali .

A cura di ANGELICA D’AGLIANO

Da una parte la produzione di vestiti costa molto in termini di energia e di sfruttamento di molteplici risorse come quelle idriche ed energetiche. Una produzione che, d’altra parte, è in continua crescita, con tutte le conseguenze che questo comporta.

Moda usa e getta?

Nella moda concepita come “fast fashion”, infatti, i vestiti sono sempre più visti come beni di consumo “usa e getta”. Oggetti reperibili a prezzi contenuti che possono essere indossati e abbandonati con disinvoltura, al cambiare della moda, o semplicemente per disinteresse.

Sono moltissime le persone che possiedono più vestiti di quanti effettivamente abbiano bisogno, o che tengono nel loro armadio capi che non hanno mai indossato.

Questa concezione della moda, che in un primo momento era forse più circoscritta ai paesi industrializzati, si sta facendo strada con preoccupante velocità anche presso paesi in via di sviluppo.

Sostanze nocive

È chiaro quindi come questo mondo sia strettamente connesso anche alla sfera dell’inquinamento. Nel processo di produzione dei vestiti, a diversi livelli, si creano sostanze tossiche e nocive per l’ambiente che finiscono nel mare e nei fiumi; provocando sul piano globale un preoccupante inquinamento delle acque, ma anche inquinamento dell’aria e in generale un forte impatto sull’ambiente.

Attrezzi per il cucito di abiti

Microplastiche

Nelle operazioni di lavaggio soprattutto di capi sintetici, oltre ai detergenti e alle sostanze chimiche usate per pulire i vestiti. Vengono rilasciate in certi casi minuscole particelle di materiale plastico, denominate “microplastiche”; che vengono liberate nell’ambiente e i cui effetti non sono stati ancora del tutto chiariti.

I vestiti dismessi, purtroppo a volte ben prima della loro effettiva età di “pensionamento”, se non trovano una nuova collocazione ad esempio in qualche circuito di riciclo o di recupero, diventano a loro volta rifiuti che necessitano di essere smaltiti e che possono finire al macero o bruciati.

Una storia antica

Come detto, la moda fashion free tocca da vicino anche la vita di molti animali. Lo sappiamo, si tratta di una concezione degli animali che proviene da lontano. Fin dalla notte dei tempi, infatti, l’uomo si è servito di loro per ripararsi dal freddo, coprirsi e adornare il proprio corpo.

Pensiamo alle pellicce, agli indumenti di pelle, ma anche a tessuti considerati preziosi come la seta o il bisso; agli antichi corsetti realizzati con stecche di balena, ai bottoni d’osso, alle cinture in pelle di coccodrillo, ai filati di lana, alle piume per le imbottiture dei capi invernali.

Vite spezzate

Ancora oggi sono moltissimi gli animali che vengono sfruttati, allevati e uccisi per la produzione di vestiti, con un costo che si traduce in milioni di vite ogni anno, che vengono sacrificate in modi più o meno cruenti. Un bilancio pesante e drammatico, che per molto tempo è sembrato essere un dato di fatto impossibile da cambiare. Negli ultimi tempi, tuttavia, la consapevolezza dei consumatori è andata gradualmente modificandosi.

Nuovi consumi

Non si può negare infatti la presenza di una sempre maggiore quantità di persone che decide ogni giorno attraverso i propri acquisti di andare contro a una logica di sfruttamento animale, per avvicinarsi ad un consumo più etico e consapevole. Un cambio di rotta che passa attraverso un rifiuto di tutti quei prodotti che sono all’origine della cattività e della morte di tantissimi animali ogni giorno. Non solo pelle e pellicce, quindi, ma anche seta, piume e lana.

Venti di cambiamento

Allo stesso tempo, anche una parte del mercato ha deciso di raccogliere questa sfida e di dare un segnale di cambiamento importante. Sempre più numerose infatti sono le aziende che stanno cercando di riconsiderare le proprie proposte nell’ottica di un minore impatto ambientale e di una nuova sensibilità nei confronti dello sfruttamento animale.

Una scelta che si sta dimostrando vantaggiosa anche in termini economici, visto il favore che questo genere di approccio sta riscontrando presso una fetta sempre più ampia di consumatori.

Una ricerca verso tessuti sintetici o vegetali che siano al tempo stesso economicamente accessibili, belli e resistenti, uno sguardo a filiere produttive etiche e rispettose dell’ambiente si stanno via via affermando come alternative sempre più numerose e interessanti per un nuovo e più sostenibile concetto di moda.

Se può interessarti moda per cani e gatti clicca QUI

Prodotti per cani

© Riproduzione riservata