L’invecchiamento è un processo
naturale, lento ed inesorabile che colpisce, seppur diversamente,
tutti i tessuti: dalla pelle al cuore. Ma l’organo che più risente
del passare degli anni è sicuramente il cervello. Ecco
qualche consiglio per proteggerlo e salvaguardare gli “anni d’oro”
dei nostri pet.
Una nuova esigenza: la Geriatria
Veterinaria
Grazie all’avanzamento nelle
tecnologie diagnostiche, ai progressi effettuati nella ricerca
clinica e ad analisi sempre più accurate – unite ad una maggiore
consapevolezza e rispetto nei confronti del benessere animale –
l’aspettativa di vita dei nostri amici a quattro zampe è
notevolmente aumentata. Insomma, abbiamo la possibilità di godere
più a lungo della compagnia dei nostri beniamini, ma ci troviamo
anche a dover affrontare gli inconvenienti legati a questa longevità.
Per questo, la Geriatria Veterinaria
assume oggi sempre maggior importanza, non solo per la cura delle
numerose malattie della “terza età”, ma soprattutto per la
realizzazione di programmi di prevenzione, anche detti di “senior”
o “geriatric care”, atti a migliorare la qualità di vita del
paziente anziano e a supportare il proprietario in questa, a volte
non facile, convivenza.
L’invecchiamento cerebrale
Con il trascorrere degli anni, le
cellule del cervello (i neuroni) diminuiscono di numero e di volume e
perdono gradatamente la loro plasticità. Queste modificazioni
cerebrali – complessivamente note con il termine tecnico di
“neurodegenerazione” – si traducono in cambiamenti fisici e
mentali (ad esempio, una minor propensione al movimento, una
diminuita interazione con il proprietario o un ridotto interesse per
l’ambiente circostante) considerati “normali” per chi non è
più in giovane età. Attenzione, però. C’è il rischio che questo
fisiologico declino cerebrale diventi patologico ed apra la strada a
forme di demenza senile, molto simili a quelle di tipo Alzheimer
dell’uomo.
In questi casi, il nostro cane o gatto
può mostrarsi disorientato e confuso anche in casa, può non
riconoscere più i suoi “familiari”, vocalizzare senza motivi
apparenti, perdere le corrette abitudini eliminatorie, o addirittura
alternare momenti di aggressività a forte apatia.
La presenza di uno di questi segnali
deve senz’altro allertare il proprietario e spingerlo a consultare
rapidamente il veterinario specialista.
Neuroprotezione:
un valido aiuto per invecchiare con
“successo”
Lo sviluppo della ricerca nel settore
delle Neuroscienze ha reso oggi disponibili nuovi metodi per
contrastare efficacemente i processi degenerativi cerebrali di cani e
gatti anziani, limitando così la comparsa di quei disturbi
comportamentali e cognitivi legati ad un invecchiamento cerebrale
patologico. Tra gli strumenti più innovativi vi è la
“neuroprotezione”. L’impiego, cioè, di principi naturali ad
effetto “neuroprotettivo”, capaci di proteggere le cellule
cerebrali, intervenendo sui meccanismi responsabili della
neurodegenerazione. La contemporanea somministrazione di
queste sostanze (es. fosfatidilserina, Ginkgo biloba, resveratrolo,
vitamina B6) si è dimostrata efficace sia nel migliorare rapidamente
la memoria e l’attività generale di cani e gatti “senior”, sia
nel ridurre i segni cognitivi e comportamentali di invecchiamento
cerebrale patologico.