Il benessere nell’invecchiamento dei pet dipende da una combinazione di fattori, tutti fondamentali e connessi tra loro. Questi fattori sono principalmente una corretta relazione proprietario-animale.
A cura della Dott.ssa Erica Longato – DVM, PhD
Una Corretta relazione tra proprietario e animale
Per la cura e la prevenzione delle malattie seguire sempre i consigli del Medico Veterinario ed una corretta alimentazione, sia dal punto qualitativo che quantitativo. Ciò è vero ed applicabile in qualsiasi fase della vita specialmente però nell’invecchiamento dei nostri pet. Ed è estremamente importante capire come ognuna di queste fasi, da cucciolo a quella di anziano, comporti delle esigenze differenti che vanno interpretate e soddisfatte.
In questo articolo parleremo principalmente delle esigenze alimentari nell’invecchiamento dei Pet. Per dare qualche numero sulla popolazione di animali anziani nel nostro paese; si stima che nelle famiglie italiane vivano circa sette milioni di cani e, tra questi, il 25% sia composta da animali in età geriatrica.
Definizione di vecchiaia o anzianità
Innanzitutto occorre definire la vecchiaia o anzianità, che spesso viene vista in maniera errata: la vecchiaia non è una malattia! Ma uno stadio della vita in cui si verificano cambiamenti fisiologici e patologici progressivi ed irreversibili e, come tali, bisogna prendere alcune accortezze. La velocità di comparsa di tali cambiamenti dipende da fattori intrinseci ed estrinseci, tra cui l’alimentazione gioca un ruolo importante.
Ma a che età possiamo definire un cane o un gatto “anziano”?
La risposta è piuttosto complessa ed è oggetto di numerosi studi, soprattutto nel cane, per il quale è stato dimostrato che dipende dalla taglia. Maggiore è la taglia del cane, minore è la soglia di vecchiaia e l’aspettativa di vita media prevista. Si dice ad esempio che per un cane di taglia grande o gigante, la soglia di vecchiaia sia di cinque anni mentre per un cane di taglia piccola sia di sette.
Nel gatto invece, non essendoci differenze di taglia così marcate; l’invecchiamento risulta essere più uniforme e lo si può grossolanamente paragonare alla categoria “cane di piccola taglia”. Definire la soglia di vecchiaia è utile per valutare quando cominciare ad apportare le adeguate modifiche all’alimentazione del nostro pet. Vi sono infatti alcune alterazioni corporee correlate all’invecchiamento che possono influenzare l’alimentazione dei nostri animali anziani e di cui bisogna tener particolarmente conto:
- Alterazioni del sensorio: quali ad esempio la riduzione dell’olfatto e di conseguenza dell’interesse verso il cibo;Effetti metabolici: in particolare la riduzione della massa magra del corpo (muscoli) e aumento della massa grassa, riduzione dell’attività fisica e riduzione del metabolismo basale; tutti effetti che, se mal gestiti, possono essere predisponenti all’obesità e alla disidratazione;
- Effetti sull’apparato digerente: a cominciare dal cavo orale, in cui è più facile che si manifestino problemi dentali e conseguente minor o alterata assunzione di cibo; ma anche riduzione della capacità digestiva e metabolica, riduzione della motilità intestinale e conseguente maggior facilità a sviluppare stipsi;
- Effetti sul comportamento: quali ad esempio disorientamento, alterazione del ciclo sonno/veglia; anche tali effetti possono influire sul comportamento alimentare dell’animale, alterando l’appetito o la regolarità nei pasti.
- Effetti sul sistema immunitario: questo sistema infatti risente del processo d’invecchiamento, rendendo più vulnerabile quindi il soggetto anziano; attraverso l’alimentazione è possibile stimolare e rinforzare il sistema immunitario.
Quali devono essere quindi le principali caratteristiche delle razioni per cani e gatti anziani?
In commercio vi sono moltissimi prodotti, sia umidi che secchi, destinati a questa categoria di animali. Il consiglio è quello di chiedere al proprio veterinario curante quando è bene cominciare a variare l’alimentazione del proprio pet. In quanto, come detto in precedenza, non è facile standardizzare un età precisa senza valutare la soggettività dell’animale.
La raccomandazione, che vale sempre per ogni cambio alimentare, è valida anche in questo caso; il passaggio di mangime da mantenimento per l’animale adulto a quello destinato all’animale in età geriatrica andrà fatto sempre in maniera graduale.
Petfood Senior
Gli alimenti destinati agli animali anziani sono formulati in maniera tale da soddisfare le nuove esigenze del soggetto e prevenire il più possibile le patologie e le disfunzioni metaboliche a cui più frequentemente un animale può andare incontro durante questa delicata fase della vita.
Tali alimenti sono solitamente caratterizzati dal possedere un elevata digeribilità ed un alta appetibilità. Questi prodotti sono, a grandi linee, accumunati dalle seguenti caratteristiche (rispetto ad un prodotto di mantenimento per cani e gatti adulti). Un apporto calorico ridotto ( circa 15%), in quanto il soggetto anziano solitamente ha un metabolismo più lento e si muove di meno, bruciando meno calorie.
Un contenuto di proteine di più alto valore biologico, ricche in amminoacidi essenziali ed in quantità uguale o leggermente inferiore, per far fronte ai cambiamenti metabolici e contemporaneamente non sovraccaricare gli organi emuntori in particolare il rene. Una maggiore quantità di fibra, invece per aumentare la peristalsi intestinale e prevenire fenomeni di stipsi.
Un maggior contenuto in vitamine (in particolare A, B, E) e di acidi grassi essenziali (in particolare di omega 3), per contrastare un’infiammazione cronica; un contenuto in fosforo e sodio minore ed un maggior contenuto di zinco e selenio, per aumentare le difese antiossidanti.
Sostanze antiossidanti contro l’invecchiamento dei pet
A proposito di sostanze antiossidanti, è noto come lo stress ossidativo giochi un ruolo chiave nei processi d’invecchiamento cellulare e quindi dell’organismo. Per contrastare la formazione dei radicali liberi che, come nell’uomo, sono i responsabili di tali processi, è molto importante aumentare l’introduzione di sostanze antiossidanti; sia attraverso una corretta alimentazione, sia, in alcuni casi, attraverso l’utilizzo di integratori specifici.
Tra le principali sostanze antiossidanti naturali si annoverano alcuni minerali (come lo zinco ed il selenio), alcune vitamine (in particolare le vitamine A, E e C) ed alcuni pigmenti che si trovano nei vegetali, come ad esempio i polifenoli. Tali sostanze si possono anche introdurre nell’alimentazione dei nostri animali attraverso l’uso di alimenti freschi; ma in questo caso è sempre bene rivolgersi ad un veterinario esperto in nutrizione ed alimentazione animale.
Alimenti specifici
In pratica pertanto, nel soggetto anziano è sempre consigliabile utilizzare un alimento specifico che supporti le nuove esigenze di questa delicata fase di vita.
E’ consigliabile somministrare almeno due pasti al giorno (nel cane), mentre nel gatto mantenere la somministrazione di più micropasti nell’arco della giornata;, in modo da non sovraccaricare l’apparato digerente e facilitare la digestione. Può essere inoltre utile inumidire leggermente gli alimenti secchi o valutare l’introduzione di alimenti umidi, se l’animale non era in precedenza abituato ad assumere.
Per i proprietari di un animale anziano è inoltre consigliabile sottoporre il soggetto ad un monitoraggio sistemico. Attraverso visite cliniche periodiche (ed in alcuni casi, esami di laboratorio specifici) dal proprio veterinario, per tener sotto controllo il peso dell’animale e lo stato nutrizionale; al fine di adeguare eventualmente il programma di alimentazione a seconda dei casi.
E’ bene anche ricordare come, una corretta gestione dell’alimentazione del cane o del gatto già da quando questo è cucciolo, sia il modo migliore per prevenire alcune problematiche che si manifestano tardivamente.
In conclusione, attraverso un’alimentazione corretta anti-age è possibile migliorare la qualità e la durata della vita del nostro cane e del nostro gatto, ritardando la progressione e/o alleviando alcune condizioni patologiche croniche.