Gli anni passano per tutti, anche per i nostri amici a quattro zampe. L’età che avanza porta con sé qualche acciacco più o meno evidente. Uno di questi è particolarmente insidioso perché difficile da individuare. Ne abbiamo parlato con la Dott.ssa Adriana Barbin, Medico Veterinario con un Master in comportamento e una più che ventennale esperienza ambulatoriale alle spalle, che ci ha spiegato come ci si prende cura degli animali anziani.
Intervista alla Dott.ssa Adriana Barbin
Laureata in Medicina Veterinaria a Milano, la Dott.ssa Barbin ha conseguito il master in medicina comportamentale presso la facoltà di medicina veterinaria di Pisa. Da più di vent’anni è socio SISCA e ha partecipato a numerosi corsi, compreso quello di istruttore riabilitatore SISCA.
Ha collaborato con il canile di Lodi per la riabilitazione dei cani problematici e ha seguito un progetto di attività assistita con i cani di canile presso il nucleo Alzheimer di una RSA del lodigiano. Attualmente lavora nel suo ambulatorio in cui, oltre all’attività clinica, effettua visite comportamentali e percorsi riabilitativi.
Dr.ssa Barbin, come avviene il processo di invecchiamento?
Possiamo dire che a livello cerebrale negli anni si innesca un’infiammazione cronica che l’organismo non riesce più a contrastare e questo causa una progressiva degenerazione cognitiva. Sono dinamiche simili all’Alzheimer nell’uomo.
Ma come ce ne possiamo accorgere?
L’invito che rivolgo ai proprietari è di passare tempo con loro e di osservarli. Se un cane si blocca davanti agli oggetti, se lo troviamo a fissare il vuoto, oppure non si ricorda più dove si trova la ciotola o la porta, ecco che siamo in presenza di un animale con problemi di degenerazione cognitiva. Anche tremori e vocalizzi notturni sono sintomi che andrebbero segnalati al veterinario.
Passiamo alla terapia. Cosa ci può consigliare?
Siamo di fronte ad una patologia che non ha una cura. Possiamo solo rallentarne l’avanzata e questo è possibile intervenendo da cuccioli a curare gli aspetti comportamentali, favorendo da subito la socializzazione. Essenziale è anche mantenere attivi i nostri animali e curare l’alimentazione.
Cosa pensa dell’integrazione alla dieta?
La dieta ha un ruolo cruciale. L’integrazione la vedo un ausilio di grande utilità. Ad esempio, l’uso di miscele di acidi grassi a catena corta e media, Omega-3 insieme a Colina e lieviti possono costituire nutrimento per le cellule del sistema nervoso. Anche estratti vegetali quali Ginkgo e olivo esercitano una potente azione anti-infiammatoria e di stimolo al microcircolo e a ridurre il rischio di trombi. Non aspettiamo troppo, ai primi sintomi mi sento di consigliare di introdurre l’uso di integratori nell’alimentazione.
Oltre l’alimentazione ci sono altri aspetti da tenere in considerazione?
Dobbiamo curare altri due aspetti: l’ambiente in cui viviamo e la cosiddetta ‘terapia cognitivo-relazionale’. Non spaventiamoci, non è nulla di strano. Significa accompagnare l’animale in questo periodo di vita proponendo attività sensoriali che lo tengano vivo. Quando lo si porta fuori per la passeggiata facciamoli camminare su superfici differenti per regalare sensazioni nuove. Mentre cuciniamo, prepariamo qualche stuzzichino anche per loro, gli odori e i sapori sono un ottimo esercizio per il cervello. Curiamo l’aspetto ludico. Divertiamoci con i nostri animali, creiamo piccoli giochi di attivazione mentale, in cui devono scovare dove si trovano dei bocconcini, messi in posti sempre più difficili da trovare.
Consigli davvero semplici da mettere in atto. Per concludere, c’è ancora qualche consiglio per stare accanto ai nostri animali anziani?
Non aspettiamo di vedere i nostri animali anziani, provati e in difficoltà, fin da cuccioli curiamo la socializzazione, facciamo vedere loro luoghi nuovi, persone nuove, giochiamo con loro, diamo loro affetto, dall’inizio alla fine.