Tartarughe dalle orecchie gialle

Vengono importate dagli Stati Uniti a decine di migliaia ogni anno e la maggior parte muore ancora prima di essere venduta.

A cura della Dott.ssa MARTA AVANZI – Medico Veterinario

Sono delicate e necessitano di attenzioni

Tenute in condizioni inadatte a loro, moltissime non arrivano a un anno di età per mancanza di cure adeguate da parte dei proprietari. Quando crescono e diventano troppo ingombranti spesso vengono liberate, tanto che ne esistono già insediamenti stabili in Israele, Francia, Germania, Olanda e Sud Africa.  

Chi non è rimasto colpito dal loro bel musetto, pas-sando per caso davanti alla vetrina di un negozio di ani-mali? Sono le tartarughe dalle orecchie gialle: un mondo ancora tutto da sco-prire… e da conoscere. Sebbene molte di esse ab-biano vita breve nei nostri acquari, le tartarughe dalle orecchie gialle possono rag-giungere anche i 30 anni e più, se accudite in modo ap-propriato.

Il mantenimento ideale in cattività delle Trachemys

E’ rappresentato da un laghetto all’aperto, con tanto di muretto o una recinzione per evitare che gli animali scappino. Dovremo inoltre fornire loro una zona asciut-ta per permettere alle tarta-rughe di uscire dall’acqua e riscaldarsi al sole, ed even-tualmente aggiungere an-che un’area adatta alla de-posizione delle uova.    

Se non si dispone di spazio sufficente per costruire un laghetto possiamo utilizzare un acquario di vetro, facilmente lavabile e disin-fettabile. Un paio di Tra-chemys fino a 10 cm di lun-ghezza possono essere tenu-te in un ambiente che misuri 60x30x30 cm. Man mano che i soggetti crescono, la vasca deve essere propor-zionalmente più grande. 

Si deve evitare un affolla-mento eccessivo perché so-no animali molto aggres-sivi. La profondità dell’acqua per le tartarughe neonate non deve superare i 5 cm. Per quelle più grandi la profondità deve essere pari alla lunghezza del carapace. Ad esempio per una tarta-ruga di 10 cm l’acqua deve essere profonda 10 cm. 

Le tartarughe devono avere la possibilità di accedere fa-cilmente a una zona asciut-ta, come un pezzo di legno o delle rocce. Occorre porre molta attenzione affinché gli animali non abbiano la possibilità di restare intrap-polati sott’acqua smuoven-do oggetti pesanti, perché questo ne causerebbe l’an-negamento!    

Bagni di sole

Ponete una lampada riscaldante in corrispondenza della zona asciutta, in modo da creare un punto caldo di 30-31°C, in cui le tartarughe possano uscire a riscaldarsi come se si esponessero al sole. Un punto caldo all’interno del terrario permetterà di creare un gradiente di temperatura, indispensabile per il benessere del rettile, che potrà in questo modo regolare la sua temperatura corporea.

La luce va lasciata accesa per 12-14 ore al giorno. Oltre a utilizzare una lampadina a incandescenza (da 40-100 watt a seconda delle dimensioni del terrario) per il calore, si deve utilizzare una lampada a raggi ultravioletti (UVB), che permette alle tartarughe di sintetizzare la vitamina D3 di cui hanno necessità.

La lampada a ultravioletti serve a sostituire la luce solare, e chiaramente non è necessaria se le tartarughe vengono sistemate all’aperto o se vengono esposte regolarmente al sole. Attenzione, però: tenete sempre a mente che la luce solare filtrata da un vetro o dal plexiglas non apporta raggi ultravioletti! Durante le giornate calde e soleggiate è un’ottima pratica permettere alle tartarughe di esporsi alla luce solare diretta.

Si deve prestare la massima cura ad evitare problemi di surriscaldamento, soprattutto per gli esemplari più piccoli, fornendo la possibilità di ripararsi all’ombra se la temperatura aumenta troppo. Il calore eccessivo può uccidere un rettile in pochi minuti.      

Uno dei problemi principali è rappresentato dall’igiene dell’acqua, che deve essere mantenuta più pulita pos-sibile con un filtro da ac-quario. Ciò eviterà proble-mi di salute alle nostre tar-tarughe. Anche con l’uso di un buon sistema di filtrag-gio l’acqua deve essere periodicamente cambiata e il terrario disinfettato.

Prima lo si lava con cura con acqua calda e sapone, poi si utilizza un disinfet-tante (la varechina diluita è efficace ed economica), e quindi si risciacqua abbon-dantemente per eliminare ogni residuo di disin-fettante. I disinfettanti a base di fenoli devono essere evitati perché sono tossici.    

La temperatura dell’acqua deve essere di 24-26°C di giorno, con una riduzione di circa 5°C di notte.

Ciò si ottiene con dei riscaldatori collegati a un termostato, facendo attenzione che le tartarughe, specialmente quelle più grosse, non li danneggino. Attenzione a non posizionare il terrario di fronte a una finestra perché con il sole si surriscalde-rebbe facilmente. Il fondo non deve essere costituito da particelle in-goiabili, perché queste cau-sano facilmente costi-pazione intestinale. 

No dunque a sabbia, ghiaia e simili.   Le tartarughe piccole devo-no essere alimentate tutti i giorni; man mano che cre-scono la frequenza dei pasti va diminuita, fino ad arri-vare a 2-3 volte alla setti-mana negli individui adulti. L’alimentazione delle tarta-rughe acquatiche può creare grossi problemi di igiene dell’acqua.

Per tale ragione è meglio evitare alimenti molto grassi od oleosi, e la somministrazione eccessi-va di cibo, che causa l’in-tasamento dei filtri e degra-da la qualità dell’acqua. L’ideale è alimentare le tar-tarughe in una vasca separa-ta, oppure di mettere il cibo in una zona asciutta, anche se le Trachemys preferisco-no alimentarsi in acqua.  La vasca usata per i pasti va lavata e disinfettata dopo l’uso.

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