Le tartarughe sono forse tra i rettili più amati e diffusi nelle nostre case.
A cura della Dott.ssa Marta AvanziMedico Veterinario Castelfranco Veneto (TV) www.avanzimorivet.it
Avere le carte in regola
Se la vendita di molte specie d’acqua dolce è pressoché libera, nel caso di altre specie il commercio è regolamentato da norme che devono essere conosciute molto bene. Il commercio delle tartarughe terrestri è regolamentato da un documento detto CITES. Questo comprende diverse appendici, secondo il grado di limitazione cui sono soggette le diverse specie. In appendice
I sono incluse le comuni tartarughe mediterranee (Testudo hermanni, T. graeca e T. marginata), nonché altre più rare come la tartaruga egiziana T. kleinmanni, Astrochelys (Geochelone) radiata e Chelonoidis (Geochelone) niger. Ciascuna di queste tartarughe deve avere un documento CITES che ne attesta l’origine legale e deve essere identificata con un microchip (simile a quello dei cani)
Le tartarughe prive di questo documento non possono essere “messe in regola” in alcun modo; il loro possesso è un reato penale che comporta il sequestro del rettile e forti multe. Pertanto è importante adottare solo soggetti di provenienza legale, dotati di regolare documentazione. L’acquisto può avvenire nei negozi che trattano rettili o da allevatori privati che cedono i piccoli nati in cattività.
Se qualcuno vuole regalarvi un piccolo perché ha avuto troppe nascite, o vuole cedervi un adulto perché non può più accudirlo, se non ha i documenti in regola non accettate.
La fauna selvatica e le tartarughe mediterranee
Per legge, le tartarughe delle specie mediterranee rientrano nella fauna protetta. Ciò vuol dire che, se si trova casualmente una tartaruga mediterranea (Testudo graeca, T. hermanni e T. marginata) non la si può tenere.
È possibile però denunciarne il ritrovamento al Corpo Forestale dello Stato se l’ambiente in cui viene rinvenuta non è idoneo alla sua sopravvivenza (ad esempio nei pressi di un centro abitato dove rischia di venire schiacciata dalle automobili), o se viene trovata ferita o malata.


Quando si vuole acquistare una tartarughina, è indispensabile informarsi di che specie si tratta, non solo per essere in regola con la legge, ma anche (cosa nonmeno importante) per capire quali siano i corretti requisiti di allevamento, per farla vivere bene e a lungo.
Le tartarughe di terra esotiche
Tutte le altre tartarughe di terra della famiglia Testudinidae sono incluse nell’appendice II CITES. Significa che possono essere regolarmente detenute e vendute, purché possiedano una documentazione CITES o una copia del verbale di nascita di esemplare nato in cattività in un paese dell’Unione Europea.
La tartaruga palustre americana
Dal 14 febbraio 2018 è entrato in vigore un decreto che stabilisce che chi detiene uno o più esemplari di specie esotiche incluse negli elenchi delle specie esotiche invasive è tenuto a farne denuncia al Ministero dell’Ambiente. In questo elenco è compresa Trachemys scripta, la comune tartaruga palustre americana.
La norma riguarda tutte le sottospecie (non solo, quindi, la classica T. scripta elegans, la tartaruga dalle orecchie rosse), ibridi compresi. Pertanto per gli esemplari di Trachemys scripta sono vietati la riproduzione, il trasporto, l’acquisto, la vendita e/o lo scambio, la detenzione e il rilascio in natura.
Da quando è entrato in vigore il divieto di commerciare Trachemys scripta, nei negozi per animali sono comparse numerose altre specie di tartarughine acquatiche, americane o asiatiche, come Mauremys reevesii, la tartaruga palustre cinese, Mauremys sinensis, la tartaruga cinese dal collo striato e Chrysemys picta, la tartaruga palustre dipinta, tutte di libera vendita.Fino alla morte
Chi già possiede queste tartarughe non deve preoccuparsi, può continuare a tenerle, ma deve denunciarne il possesso,
dichiarando che ha preso ogni provvedimento per evitarne la riproduzione e la fuga, e che le custodirà fino alla loro morte. Per evitare la riproduzione, se si possiedono esemplari di entrambi i sessi, sono possibili vari metodi: distruzione delle uova, separazione dei sessi, assenza di una zona emersa adatta a scavare i nidi. In nessun caso queste tartarughe vanno abbandonate. A parte la possibilità di essere scoperti e vedersi notificare multe molto salate, queste tartarughe causano danni gravi alla flora e alla fauna locali. Inoltre, le Trachemys scripta trovate allo stato naturale rischiano la soppressione secondo quanto stabilito dal piano di eradicazione.
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