Le ben conosciute tartarughine verdi giungono molto facilmente nelle nostre case dato che il loro costo è molto contenuto ed è piuttosto facile reperirle nei negozi di animali così come nei mercati e nelle fiere di paese.
A cura del Dott. GINO CONZO Medico Veterinario
TARTARUGHE UNA STRAGE SILENZIOSA
Purtroppo l’acquirente non è consapevole di cosa ci sia alla base del commercio di questi animali ed il destino che attende la maggior parte delle tartarughine messe in vendita.
Fatta la legge, trovato l’inganno
La comune tartaruga d’acqua dolce (Trachemys scripta) proviene dagli USA (in particolare dalla Louisiana) dove è allevata, numerosissima, in grandi “farms” che spesso attingono dalla natura per ottenere i riproduttori. Singolarmente il commercio interno delle tartarughine è vietato negli USA fin dal 1975, quando fu evidenziato che questi rettili trasmettono la Salmonellosi.
Tuttavia le farms continuano a produrre annualmente milioni di esemplari per l’esportazione in modo da rifornire il mercato del “pet”. La prima sottospecie ad essere stata allevata è la Tartaruga dalle orecchie rosse (Trachemys scripta elegans), la cui importazione è stata vietata in Europa dal 1997, quando ci si è resi conto dell’impatto negativo che queste tartarughe hanno avuto, una volta liberate in natura, sui nostri ecosistemi.
Per aggirare questa proibizione, le farms hanno cominciato ad allevare anche altre specie, soprattutto la sottospecie (Trachemys scripta scripta), molto simile alla precedente dalla quale essenzialmente si distingue per le strisce gialle sul collo in luogo di quelle rosse. Il commercio della Tartaruga dalle orecchie gialle è quindi del tutto legale in Europa.
A causa delle errate condizioni di alloggiamento e della cattiva alimentazione si stima che più dell’80% delle tartarughine allevate muoia entro il primo anno di vita.
Dagli USA con… dolore!
Nelle farms le uova sono raccolte ed incubate artificialmente a temperatura superiore ai 26°C in modo che la schiusa sia più rapida. Dal momento che nelle tartarughe la determinazione del sesso dei nascituri è determinata dalla temperatura d’incubazione, tali valori termici permetteranno la schiusa esclusivamente di femmine che, normalmente, raggiungono una taglia da adulti notevolmente superiore a quella dei maschi.
Appena nate le tartarughine vengono inscatolate in piccoli contenitori di plastica, senza cibo, per essere spedite sui mercati di destinazione. Se al momento della schiusa la richiesta del mercato è bassa, le sfortunate tartarughine sono “stoccate” anche per vari mesi in celle alla temperatura di 10-15°C in modo che subiscano una specie di ibernazione in attesa di essere poste in vendita in tempi più favorevoli.
Questa ibernazione, forzata ed innaturale, è nociva per le bestiole; molte di esse moriranno inalando i gas ammoniacali da loro stesse prodotto ancor prima di essere spedite o si ammaleranno in seguito.
Quando le tartarughe crescono molti proprietari cedono alla tentazione di liberarle nel più vicino fiume o lago, causando così gravi danni ambientali.
L’arrivo in Europa
Chi acquista le tartarughine generalmente è poco informato sulle esigenze di mantenimento di questi animaletti e quasi sempre finisce per alloggiarle nella classica piccola vaschetta di plastica con palma, senza riscaldamento, e a nutrirle con i tipici gamberetti essiccati. Tali condizioni di alloggiamento ed alimentazione non sono certo adatti al loro benessere cosicché gran parte delle tartarughine finisce per ammalarsi e morire. Probabilmente più dell’80% delle tartarughine allevate muore entro il primo anno di vita.
La comune tartaruga d’acqua dolce (Trachemys scripta) proviene dagli USA, in particolare dalla Louisiana.
E quelle che sopravvivono?
Le tartarughe che hanno la fortuna di essere alloggiate ed alimentate meglio sopravvivono e, ovviamente, cominciano a crescere. Ben presto il proprietario si rende conto che la graziosa tartarughina acquistata, che era poco più grande di una moneta, è diventata una grossa tartaruga di circa 30 cm di lunghezza, famelica e mordace. Per non parlare poi di quanto sporca l’acqua della vasca che bisogna pulire ogni giorno!
Molti proprietari che non vogliono più tenere la propria tartaruga, non trovando nessuno disposto a prendersene cura, cedono alla tentazione di liberarla nel più vicino fiume o lago. A questo punto si completa il dramma e questa volta a farne le spese non è la tartaruga americana.
Le Trachemys sopravvissute, infatti, sono quelle più forti, resistenti e adattabili. In molti casi, purtroppo, la loro liberazione ha decretato la scomparsa o forte riduzione della Tartaruga palustre europea (Emys orbicularis) in diversi ecosistemi. Il danno ecologico non si ferma qui dal momento che, in assenza di naturali predatori, le fameliche Trachemys hanno la possibilità di porsi all’apice della catena alimentare predando qualsiasi animale reputino commestibile, come pesci, anfibi ma anche nidiacei di molti uccelli palustri.