Allestire un recinto per le tartarughe terrestri

Per allestire un recinto ottimale alle tartarughe terrestri è importante tenere in considerazione alcuni fattori come lo spazio disponibile, il materiale e l’esposizione solare. Ecco come orientarsi nella scelta.

A cura di AGOSTINO MONTALTI Presidente Tarta Club Italia

Allestire un recinto in giardino per le tartarughe impone una serie di accorgimenti in relazione alle specie che si intende allevare. In questo articolo prenderemo in considerazione le modalità necessarie principalmente in riferimento alle specie terrestri Mediterranee; che sono di gran lunga gli esemplari più diffusi sul territorio nazionale.

L’importanza di allestire un recinto alle tartarughe sufficientemente grande

In linea di massima, scegliere un recinto di ampie dimensioni è un’indicazione generica che va bene per tutte le specie, soprattutto per quelle di grandi dimensioni. Le tartarughe, infatti, hanno bisogno di muoversi molto e un modello troppo piccolo inciderebbe negativamente sulla qualità della loro vita e sulla salute degli animali stessi.

Volendo approfondire l’argomento, sul sito dei Carabinieri (Servizio Corpo Forestale) è presente un articolo molto interessante dal titolo “Linee guida sintetiche per il mantenimento in cattività delle testuggini (Testudo spp.)”.

Tuttavia, questo testo consiglia recinti con misure minime: se si hanno a disposizione grandi spazi, invece, sarebbe meglio optare per qualcosa di più ampio. In un vasto giardino, infatti, è più facile che le tartarughe trovino le condizioni migliori per deporre le uova, riposare e andare in letargo.

Una tartaruga durante il letargo semisotterrata
Tartaruga durante il letargo nel recinto

Le caratteristiche della recinzione ideale

Per prima cosa è bene scegliere una posizione recintata il più possibile al sole. In una zona non soggetta ad alluvioni così da proteggere le uova e le tartarughe durante il letargo.

Dal punto di vista dei materiali, vanno escluse le reti perché sono facili da scalare e fanno passare aria; le tartarughe terrestri in genere non scavano per fuggire, ma se trovano una piccola fessura che permette loro di vedere la luce è facile che cerchino di crearsi varco.

Per questo motivo molti allevatori utilizzano dei fogli di vetroresina liscia di altezza media di 50 cm, interrati 10 cm. Tuttavia, se si opta per questa soluzione, è necessario installare dei pali di sostegno su tutto il perimetro del recinto. Il foglio di vetroresina, infatti, è molto sottile, non rigido e rischia di piegarsi troppo se non è adeguatamente rinforzato.

Al contrario, se si vuole progettare un modello che abbia un’estetica migliore, si può ricorrere a dei blocchi di tufo posati a terra per un’altezza minima di 40cm, preferibilmente con angoli tondi o a 45°. Via libera anche ai pali di legno o ai mezzi pali (posizionati uno accanto all’altro così da non creare possibili fessure) o ai sassi lisci bloccati col cemento.

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Foto di Capri23auto da Pixabay

Come allestire l’interno del recinto

La vegetazione gioca un ruolo centrale nell’allestimento, perché ne va la salute delle tartarughe stesse. In un recinto ottimale, quindi, devono esserci cespugli bassi dove gli animali possono rifugiarsi in tutte le fasi della loro vita; piccole siepi, arbusti e foglie cadute, cosicché il tasso di umidità possa garantire loro un ottimo letargo.

Per questo motivo sono da scartare le “belle casine” non adatte alle tartarughe in quanto sono ambienti troppo secchi dove non passa pioggia, né tantomeno la neve.

Il freddo elevato, infatti, non è un problema per le specie Mediterranee come la Testudo hermanni boettegeri o la Testudo ibera; queste varietà sono abituate a scavare e il calore del sottosuolo le scalda a sufficienza.

Tuttavia, le specie che vivono al sud (come ad esempio la Testudo hermanni o la Testudo marginata) hanno esigenze differenti. Pertanto quando vengono allevate in ambienti freddi è bene che d’inverno vengano coperte con cumoli di foglie o paglia.

La zona adibita alla deposizione delle uova deve essere in leggera pendenza ed esposta a pieno sole. L’ideale sarebbe una piccola collinetta di terra friabile mista con sabbia di fiume, dove la pioggia potrebbe drenare bene l’acqua, evitando di far soffocare le uova.

Per quel che concerne l’acqua, alcuni allevatori evitano di lasciarne grosse quantità a disposizione delle tartarughe, così da ricreare il più possibile il loro habitat naturale. Tuttavia, altri preferiscono optare per grandi ciotole talvolta incassate nella pietra alla profondità 2-3 cm.

Ovviamente, per quel che concerne le specie che amano climi umidi, è fondamentale che l’acqua sia sempre a disposizione (meglio ancora predisponendo nel recinto anche un piccolo laghetto).

Le esigenze delle specie esotiche

Se si possiedono delle tartarughe esotiche e si deve allestire un recinto in una zona particolarmente fredda (come il Nord Italia) è importante avere ulteriori accorgimenti così da tutelare il benessere degli animali.

Una prima soluzione può essere quella di ricorre a dei rifugi protettivi riscaldati che abbiano all’interno una temperatura minima di 20° C. Così da limitare dei possibili sbalzi di temperatura durante la notte. Parliamo di vere e proprie casine di diversi mq. costruite con materiali termici tipo legno o pannelli coibentati di almeno 8-10cm di spessore.

È importante tenere presente, infine, che le tartarughe Centrochelys sulcata amano scavare gallerie, pertanto i loro recinti devono essere particolarmente profondi. Inoltre, se si possiedono esemplari che amano un clima più umido; è opportuno collocare piante basse o siepi, avendo cura di inumidire spesso anche l’interno del recinto stesso.

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