Le patologie delle basse vie urinarie del gatto “FLUTD”

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Patologie alle basse vie urinarie del gatto

Questo complesso di patologie è noto con il termine anglofono FLUTD (Feline Lower Urinary Tract Disease) e include una vasta serie di affezioni che possono colpire i tessuti e gli organi che compongono le basse vie urinarie del gatto: ureteri, vescica ed uretra.

Rubrica a cura di ANMVI Articolo del Dott. Alessio Arbuatti Medico Veterinario

Un coinvolgimento trasversale

Condizioni patologiche che possono divenire anche altamente debilitanti. Capaci di diminuire la qualità di vita del felino e, in relazione ai singoli casi, capaci di metterne a rischio anche la sopravvivenza.

Le ricerche scientifiche su questa tematica molto complessa hanno dimostrato come tutti i gatti possano essere colpiti a qualsiasi età a partire dal primo anno di vita, seppur con un’incidenza maggiore dai 5 anni.

Alcuni tra i fattori predisponenti riconosciuti sono: una vita casalinga con scarsa attività fisica, la condizione di sovrappeso. La presenza di esemplari molto sensibili verso gli stress di diversa natura (anche d’origine domestica), i soggetti di sesso maschile e quelli sterilizzati.

Per le patologie delle basse vie urinarie “Flutd” e’ il proprietario del gatto la prima sentinella

Lo stile di vita abitudinario di molti felini domestici consente ai proprietari di individuare facilmente eventuali segnali d’allarme; che non devono essere mai sottovalutati, ma riferiti subito al medico veterinario curante.

I segnali possono essere i più vari, tra cui: il rimanere posizionato sulla lettiera per lungo tempo nel tentativo di urinare (disuria); la presenza di sangue nella cassettina (ematuria); l’aumento o eventuali alterazioni nella frequenza urinaria; l’emissione di urina accompagnata da vocalizzazioni dolorose (stranguria); l’espulsione fuori luogo (periuria).

Senza dimenticare mai altri aspetti come l’eccessivo lambimento genitale o un’insolita aggressività. Questi sono atteggiamenti facilmente osservabili da non sottovalutare e spesso compaiono nelle prime fasi di vita, in quanto legati all’apparato urinario stesso.

Con il passare del tempo, talora anche in un breve periodo in relazione alla specifica patologia sottostante, il quadro clinico può mostrare sintomi sistemici e non è dunque raro osservare, tra gli altri, l’abbattimento, l’anoressia o il vomito, con conseguenze che non di rado possono mettere a rischio la vita del pet.

Bellissimo gatto in primo piano colore grigio

Un’eziologia da indagare

La FLUTD include tutta una serie di possibili patologie che devono essere sempre oggetto, nel brevissimo tempo, di indagine veterinaria.
Le cause eziologiche sono numerose e possono presentarsi e agire singolarmente o insieme, in contemporanea o persino in forma sequenziale e concatenata tra loro. Più l’intervento è tempestivo, migliori sono la possibilità di diagnosi e l’applicazione di una terapia precoce.

Una delle condizioni più complesse è rappresentata dalla cistite idiopatica felina che coinvolge oltre la metà dei gatti con FLUTD e che rappresenta ancora oggi una sfida diagnostica. Una condizione che provoca nel felino molto dolore a seguito dell’aumento delle fibre C a livello vescicale, oltre che alla vasodilatazione, allo spasmo e all’edema.

Numerose cause eziologiche sono riconosciute come potenziali starter, a partire da quelle infettive senza però dimenticare gli stress domestici e relazionali di tipo ambientale e sociale, dal cambiamento degli spazi, all’introduzione di nuovi pet o persino di sconosciuti in casa.
L’attivazione dell’asse neuroendocrino ipotalamo-ipofisi-surrene agirebbe da input per l’aumento delle fibre C. Sempre tra le FLUTD vi sono poi le patologie a eziologia batterica primaria o con coinvolgimento secondario, alcune forme neoplastiche tra le quali il carcinoma vescicale (più comune negli esemplari anziani) e le malformazioni anatomiche congenite.

Gatto davanti alla sua ciotola vuota
L’Alimentazione è molto importante per le patologie alle basse vie urinarie del gatto

“Calcoli complessi”

Le calcolosi urinarie in sede vescicale o nelle porzioni più distali sono un’ulteriore manifestazione di FLUTD. Nel gatto le forme più comuni sono quelli da struvite e da ossalati. Le prime derivano dall’aggregazione di minerali come il magnesio, il fosfato e i cristalli di ammonio attorno ad un nucleo centrale. Una deposizione favorita dal contemporaneo pH neutro o alcalino delle urine e talora da concomitanti affezioni batteriche.

Non vi è una maggior predisposizione di comparsa legata al sesso ma razze come il Soriano, il Ragdoll, l’Oriental Shorthair e l’Himalayano risultano tra le più affette. I calcoli da ossalato di calcio derivano da una sufficiente concentrazione urinaria di calcio/ossalato e un pH urinario superiore a 6.8. La presenza di urina soprassatura di ossalato o calcio è alla base della comparsa di questi uroliti.

Infine, vi sono i calcoli da urati d’ammonio, meno comuni e più di frequente riscontrati in razze come il Siamese, il Birmano e l’Egyptian mau. Le ostruzioni possono essere causate anche da entità meno compatte, note come “tappi” o “plug uretrali”, strutture di origine infiammatoria formate da una matrice organica centrale attorno alla quale si depositano albumine e cristalli.

Gatto sofferente per dolori alle basse vie urinarie

Linea diretta con il veterinario

L’approccio alla FLUTD deve essere al quanto più precoce a causa della grande varietà di sintomi osservabili; e della complessa diagnosi eziologica e della necessità di un trattamento il quanto più rapido e risolutivo.

In relazione alla patologia non potranno essere necessari solo presidi farmacologici di diversa natura ma, non di rado, anche cambiamenti nella dieta, nello stile di vita e variazioni di tipo etologiche e ambientali. Il medico veterinario è dunque figura di riferimento sia per l’approccio clinico che terapeutico.

La visita medica inizierà con un’approfondita e attenta raccolta dei dati anamnestici del pet, anche di tipo ambientale. Le condizioni cliniche del gatto portato in visita potranno essere estremamente varie, spaziando dagli esemplari che mostrano sintomi iniziali fino ad altri completamente ostruiti che necessitano di urgenti trattamenti quali cateterismi e talora di ricovero.

All’esame obiettivo generale e particolare seguiranno sempre esami di laboratorio, fondamentali per la diagnosi, tra i quali: l’esame ematobiochimico e quello delle urine prelevate attraverso la cistocentesi. Le indagini radiologiche ed ecografiche apporteranno ulteriori fondamentali informazioni per confermare o escludere alcune cause eziologiche di FLUTD e valutare lo stato di organi e tessuti coinvolti.

Il gatto vicino al suo tiragraffi

Un aiuto dal veterinario comportamentalista

Alcune forme di FLUTD riconoscono alla base alcuni agenti stressanti ambientali che non sempre sono facili da riconoscere come causa scatenante della condizione. In questi casi è importante la consulenza di un veterinario comportamentalista che affianchi il collega clinico al fine ricreare le condizioni di benessere animale ideali.

L’arrivo di nuovi esemplari, lettiere posizionate male, nei locali sbagliati, scomode o in numero insufficiente. Spostamenti di oggetti e cucce non sono aspetti da sottovalutare così come i traslochi o persino il cambiamento d’ambiente che fa seguito a un viaggio. Questi eventi in apparenza vengono ritenuti innocui ma che possono fungere da incipit di stress e patologia in animali abitudinari come i gatti domestici.

Soluzioni su misura e modifiche da apportare: mai abbassare la guardia

In relazione alle numerose potenziali cause eziologiche sottostanti, le terapie possono essere di natura molto diversa tra loro. Non di rado da mettere in atto anche in contemporanea.

Farmaci differenti appartenenti a un’ampia gamma di classi, chirurgia, feromoni, modifiche dell’alimentazione, controllo del peso per raggiungere la forma fisica ideale. Corretta gestione degli spazi, attenta stimolazione sensoriale ed arricchimento ambientale sono solo alcune delle soluzioni e mezzi di supporto che il Medico Veterinario indicherà in relazione alla patologia sottostante e allo stato di salute del pet e che richiedono una fedele collaborazione del proprietario stesso.

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