La febbre nel gatto

La febbre nel gatto è definita come temperatura corporea superiore ai livelli normali e fisiologici di un organismo. Sia nel cane che nel gatto la temperatura normale si aggira intorno ai 38°C-39°C e viene misurata intrarettale.

a cura della redazione

Esiste anche un tipo di febbre nel gatto chiamata “febbre di origine sconosciuta”

Si manifesta da un innalzamento della temperatura fino ad almeno 39.7°C per non meno di 4 volte nell’arco di due settimane. E’ un malessere della durata di due settimane senza che in questo periodo si possa mettere in evidenza una causa certa di questo innalzamento termico.

Quando è presente la febbre nell’organismo sono presenti alcune sostanze sia esterne che interne che riescono a stimolare il rilascio di alcuni composti: come in una reazione a catena alla fine viene coinvolto il “centro di termoregolazione” (presente a livello dell’ipotalamo, nel cervello). Spostandone lo standard di riferimento su livelli superiori al normale e attivando, di conseguenza, opportune reazioni fisiologiche dell’organismo. Per produrre la quantità necessaria di calore per portare la temperatura corporea al nuovo livello desiderato.

Queste reazioni fisiologiche comportano un aumento del fabbisogno metabolico, del consumo di energia a livello muscolare (brividi e tremori) ed un aumento del fabbisogno idrico e calorico. Infatti, una febbre prolungata che superi i 40.5°C può portare ad uno stato di disidratazione, mancanza di appetito (anoressia) e depressione dello stato sensorio.

Addirittura, una temperatura corporea che supera i 41.1°C può provocare edema cerebrale, depressione del midollo osseo e una particolare patologia denominata “coagulazione intravasale disseminata” che comporta la formazione di emorragie diffuse nell’organismo.

Cause di febbre nel gatto

  • Agenti infettivi (cause più frequenti): Virus della leucemia felina (FeLV) e dell’immunodeficienza felina (FIV); parvovirus, virus del cimurro, virus respiratori (Herpesvirus e Calicivirus). Batteri. Micosi sistemiche. Ehrlichia ,Rickettsia Hemobartonella. Parassiti e protozooi (fra cui la Toxoplasmosi, la Leishmania e la Dirofilaria).
  • Patologie immuno-mediate: ricordiamo l’anemia emolitica immunomediata e il lupus eritematoso sistemico.
  • Cause ormonali e metaboliche: ipertiroidismo ed iperlipidemia.
  • Neoplasie: tra cui il linfoma e tumori solidi soprattutto a carico del fegato, rene, ossa, polmoni e linfonodi.
  • Farmaci: alcuni antibiotici come ad esempio le tetracicline e le penicilline o i barbiturici e gli antistaminici.

La febbre nel gatto: diagnosi

E’ essenziale riuscire a risalire all’eventuale contatto con agenti infettanti. Se l’animale è stato vaccinato recentemente, se sono stati somministrati dei farmaci, morsicature di insetti o episodi di allergia. Riuscendo, in questo modo a contribuire sensibilmente a stabilire quale sia la malattia che è all’origine della febbre. Sarebbe importante riuscire a stabilire anche di che tipo di febbre si tratta. Ovvero, se è una febbre che dura da alcuni giorni a certi valori (la così detta “febbre continua”) o è una febbre che va e che viene (o “febbre intermittente”).

Diventa anche importante riuscire a distinguere la febbre vera e propria da una semplice ipertermia. Lo stress e l’ansia che colgono l’animale quando viene ricoverato in una clinica sono di per sé sufficienti per determinare un lieve innalzamento della temperatura corporea. Un aumento fino a 39.4°C può essere attribuito sia ad uno stress che ad una malattia, ma quasi sempre la febbre assume importanza decisiva quando si superano i 40°C. Se la temperatura arrivasse addirittura sopra i 41.7°C, di solito, non viene considerata come febbre vera e propria, ma piuttosto come risultato di un’ipertemia primitiva.

Saranno necessari degli esami diagnostici di laboratorio per riuscire ad individuare la causa esatta come un esame del sangue (emocoltura se viene sospettata una febbre di natura batterica; la ricerca degli antigeni se si sospetta una causa parassitaria o la FeLV nei gatti; determinazione dei valori di alcuni ormoni; esame completo delle feci se la febbre è accompagnata a sintomi gastroenterici), ecografia addominale, esame radiografico, scintigrafia.

Ecco come trattare la febbre felina

E’ necessario ridurre il più possibile l’attività fisica del paziente, correggere la disidratazione con la somministrazione di fluidi adeguati ed iniziare una terapia farmacologia adeguata. Il fine del trattamento è quello di riportare il centro di termoregolazione sul valore standard fisiologico precedente. Posto ad un livello inferiore a quello attuale (una sorta di “formattazione” se vogliamo usare un termine tecnologico). La scelta dei farmaci da utilizzare dipende chiaramente dalla diagnosi e dalla causa specifica che ha indotto la febbre.

La febbre può aiutare l’organismo a contrastare la condizione di malattia (ad esempio impedendo la moltiplicazione dei batteri e facilitando così l’azione delle difese immunitarie naturali dell’ospite). Di conseguenza il trattamento antipiretico va usato soltanto quando la febbre persiste ormai da molte ore e può mettere addirittura in pericolo la vita del paziente (ossia quando supera i 41.1°C). Il calo spontaneo della temperatura è un indice molto importante che ci dice che l’organismo sta reagendo positivamente alla terapia intrapresa.

L’utilizzo di farmaci antipiretici, inoltre, non è privo di effetti collaterali come il vomito, la diarrea, la formazione di ulcerazioni gastroenteriche e tossicità a livello epatico.

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