Aggressività del gatto: le cause

L’aggressività del gatto costituisce un fenomeno biologico complesso, molto diffuso. La sua complessità aumenta se si considerano i suoi diversi aspetti e le relazioni che esistono tra aggressività e genetica, ambiente e alimentazione.

A cura della Dott.ssa SILVIA DIODATI – Medico Veterinario

AGGRESSIVITA’: le cause

Nei carnivori, in generale, anche in quelli parziali come può essere l’uomo, la fame aumenta l’aggressività. Nel cervello del cane e di altri animali è stato individuato il centro dell’aggressività che ha stretti collegamenti con il centro della fame.

E’ interessante sapere che una fame specifica da carenza di carne e di proteine di tipo animale, nei carnivori incrementa l’aggressività. Il fenomeno, senz’altro importante, è stato studiato nei dettagli, e si è giunti alla conclusione; che dopo l’ingestione di carne o di un altro alimento similare, compare una riduzione dell’aggressività e una certa calma.

Nella carne è presente il triptofano, un aminoacido che quando giunge al cervello serve per la produzione di serotonina; una proteina tranquillante naturale, ma soprattutto nella carne i rapporti tra i diversi aminoacidi è ottimale per l’assorbimento proprio del triptofano. Nella carne e negli alimenti di origine animale sono contenute anche sostanziose quantità di amide nicotinica che, diversamente dall’acido nocotinico, ha un forte effetto tranquillante.

Gatto che si stà rilassando coccolato
Alimenti e tecniche rilassanti

Ci sono alimenti che hanno di per sé caratteristiche tranquillanti o, all’opposto, eccitanti.

Tra i primi possiamo ricordare il latte. Recenti ricerche hanno dimostrato che durante la digestione della più importante proteina del latte, la caseina; si formano composti dotati di attività calmanti simili alla morfina (denominati casomorfine).

Carne, latte e taluni vegetali sono la fonte di composti ad attività calmante o tranquillante e quindi anti-aggressiva. In altri alimenti si cominciano a intravedere caratteristiche opposte e quindi volte ad aumentare l’aggressività.


Da quanto fin qui esposto risulta che la prima norma per prevenire una eccessiva aggressività, almeno nei carnivori domestici (cane e gatto). Anche in altri animali (piccoli roditori e uccelli) è di fornire loro una corretta alimentazione; adatta a soddisfare il loro fabbisogno quantitativo, ma che consideri anche la qualità dell’alimento.

Più precisamente, in animali come il cane e il gatto che per milioni di anni sono stati almeno in parte carnivori, è necessaria una dieta con una certa quota di carne o di alimenti di origine animale.

Ma si potrebbe però fornire loro anche una alimentazione ricca di proteine vegetali, con un preciso equilibrio tra i diversi aminoacidi e tra aminoacidi e amidi, fornendo un’alimentazione vegetariana rispettosa anche delle necessità comportamentali e psicologiche.

Nei carnivori, di cui di cui sono classici esempi il cane e il gatto, una certa quota di aggressività è collegata alla ricerca dell’alimento e sopratutto della sua qualità. Si è visto infatti che con un’alimentazione a base vegetale l’aggressività non diminuisce, anzi, aumenta.

Gatto che si pulisce con la zampa
Aggressività del gatto dipende anche dall’alimentazione

Le nostre conoscenze sono sufficienti per costruire un’alimentazione artificiale corretta?

Per il benessere e la felicità dei cuccioli è importante un’alimentazione con il latte, soprattutto della loro specie. Quando vediamo una cucciolata che dorme beatamente dopo la poppata, non possiamo fare a meno di pensare con quanta complessità sia stato ottenuto quel benessere; la vicinanza e il calore della madre, la distensione dello stomaco pieno di cibo, il soddisfacimento del gusto attraverso la sensazione del gusto; questa è l’azione di una droga tutta naturale, la casomorfina.

Purtroppo tutto ciò può essere alterato da una semplice e banale malattia. Basta che un cane abbia dei vermi intestinali che anche la migliore alimentazione non sarà più adatta per soddisfare le necessità psichiche: l’animale è agitato e irritabile.

In conclusione, per un’alimentazione corretta sotto tutti i punti di vista, risulta importante la qualità dell’alimento e soprattutto come una dieta non corretta, quando è associata ad una parassitosi o una pur limitata malattia intestinale, aumenti notevolmente l’irritabilità e l’aggressività dell’animale.

La vitrù dell’alimento

Il calcolo delle calorie o la conoscenza dei rapporti tra proteine, gli amidi o i grassi o della qualità delle vitamine e dei minerali presenti in una dieta, non sono sufficienti a coprire la vasta gamma di necessità che l’alimentazione deve soddisfare per assicurare un completo benessere. 

Gli antichi avevano indirizzato la loro attenzione anche sulle “virtù” degli alimenti e soprattutto avevano capito che vi erano alimentazioni adatte per una specie ma non per un’altra, inoltre, ritenevano che un cibo potesse andar bene in una data stagione e non in un’altra, tollerare soltanto alcuni tipi di accostamento, influenzare l’umore e così via.

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