L’apparato respiratorio del cavallo è una struttura estremamente complessa deputata allo scambio di ossigeno e anidride carbonica tra il sangue circolante e l’aria atmosferica.
A cura del Dott. Andrea Brignolo Medico Veterinario
Anatomia e fisiologia dell’apparato respiratorio del cavallo
Anatomicamente si distinguono le vie aeree in superiori extratotaciche (cavità nasali, faringe, laringe e trachea), incaricate di regolare l’afflusso, la temperatura e l’umidità dell’aria e a trattenerne le impurità, e le vie aeree inferiori intratoraciche (bronchi, bronchioli e alveoli contenuti nel tessuto polmonare) che si occupano dello scambio di ossigeno e anidride carbonica col sangue.
L’ossigeno nell’aria inspirata si diffonde attraverso le pareti estremamente sottili degli alveoli nel flusso sanguigno. Ci sono milioni di alveoli nel polmone equino e ciascuno è avvolto in un letto di minuscoli vasi sanguigni a parete sottile chiamati capillari.
L’ossigeno erogata agli alveoli è, quindi, molto vicino al sangue e si diffonde semplicemente attraverso le pareti alveolari e capillari nel sangue, quindi nei globuli rossi.
Allo stesso modo, l’anidride carbonica si diffonde dal sangue, negli alveoli, e successivamente viene espirata attraverso le vie aeree.
Un processo semplice e… complesso
Sebbene il processo della respirazione appaia esteriormente semplice, la funzione integrata di molti nervi, muscoli, cartilagini e altre strutture anatomiche è essenziale per garantire il flusso d’aria senza ostacoli da e verso gli alveoli. Ciò è particolarmente importante nei cavalli che si allenano ad alta velocità.
Nel cavallo, il passaggio dell’aria avviene esclusivamente per via nasale e, a causa di questa sua caratteristica, ogni tipo di ostruzione e/o riduzione della pervietà delle vie aeree può impedire il corretto passaggio dell’aria e determinare un’insufficienza respiratoria.
Un cavallo compie dai 10 ai 14 atti respiratori al minuto a riposo. La frequenza può variare con specie, razza, età, sesso, stato di salute. Al galoppo, ad una velocità maggiore di 500 m/min, può raggiungere i 300 atti/min.
Malattie respiratorie
Fenomeni di tachipnea (aumento della frequenza degli atti respiratori) sono collegati a stati patologici e alla febbre, ma anche un aumento eccessivo della temperatura ambiente può esserne la causa. Negli stati febbrili o dopo il lavoro, la frequenza respiratoria dei cavalli può raggiungere i 50 – 60 atti al minuto.
La funzionalità dell’apparato respiratorio può essere alterata da fattori come la qualità dell’aria inspirata (polveri, allergeni, esalazioni irritanti derivanti dalla degradazione delle deiezioni) o agenti patogeni esterni come affezioni virali, batteriche e/o fungine.
Le più comuni patologie di origine infettiva che coinvolgono l’apparato respiratorio del cavallo sono: l’influenza; la rinopolmonite (herpesvirus); l’arterite equina; le polmoniti e/o pleuropolmoniti batteriche (Streptococcus zooepidemicus, E.Coli, Klebsiella Pneumoniae, Actinobacillus, Pasteurella, Mycoplasma, Clostridi) e micotiche.
Anche le malattie respiratorie NON-infettive sono comuni e sono spesso dovute a ipersensibilità agli allergeni nell’ambiente stabile, ad esempio: malattia infiammatoria delle vie aeree. Nei cavalli più giovani è l’asma equina, precedentemente nota come ostruzione ricorrente delle vie aeree (RAO), malattia polmonare ostruttiva cronica (BPCO) o ‘bolsaggine”, nei cavalli più anziani.
Alterazioni morfo-funzionali
Problemi della funzionalità respiratorio possono essere legati anche ad alterazioni della morfologia e/o del corretto funzionamento degli organi della respirazione. Tra essi ricordiamo: l’emiplegia laringea (c.d. “corneggio”), ovvero la paralisi di una delle due cartilagini della laringe (più comunemente della sinistra); la dislocazione dorsale del palato molle, l’incarceramento dell’epiglottide e la presenza di cisti sub-epiglottiche.
Queste situazioni creano una riduzione della colonna d’aria inspirata specialmente sotto sforzo con sintomatologie diverse.
Sintomi
Le malattie respiratorie degli equini tendono a causare segni clinici simili nelle prime fasi, il che significa che la differenziazione di problemi specifici può essere inizialmente difficile al solo esame clinico e sono spesso necessari test di laboratorio per raggiungere una diagnosi. La distinzione su base clinica può essere difficile anche nelle fasi successive della malattia.
I segni clinici comuni che si verificano sono: tosse, secrezione nasale, riluttanza a lavorare, depressione, tachipnea, febbre (temperatura rettale superiore a 38,0°); rumori respiratori, aumento delle dimensioni dei linfonodi (“ghiandole linfatiche”) intorno alla testa, in particolare tra le mandibole. Ausilio diagnostico può essere ottenuto mediante il lavaggio bronco alveolare (BAL) o tramite indagini endoscopiche.