Ben costruito, muscoloso e nello stesso tempo agile ed elegante, molto attento a ciò che lo circonda. Deve essere massiccio, non alto sugli arti e snello nei profili. E’ proverbiale il suo coraggio.
A cura dell’allevamento DEL MALESERRE (NA)
La Storia dell’American Staffordshire Terrier
L’American Staffordshire Terrier è stato riconosciuto dall’American Kennel Club (A.K.C.), nel 1936 e dalla F.C.I. nel 1985, ma la sua storia ha originni molto più lontane.
In Gran Bretagna, soprat-tutto nello Staffordshire, intorno al 1700 incrocia-rono i Bulldog con i Terrier ottenendo cani che possede-vano sia la forza e la presa del Bulldog che la velocità e lo scatto dei Terrier.
Nacquero i cosiddetti “Bull and Terrier” che venivano utilizzati nelle lotte con altri animali fino a quando nel 1835 i combattimenti in Gran Bretagna furono vie-tati. Quando i primi coloni britannici migrarono verso il Nuovo Continente porta-rono al seguito i loro Bull and Terrier che, una volta giunti in America, ripresero a ad essere usati per i com-battimenti ma col tempo furono impiegati anche co-me guardiani delle fattorie, conduttori di mandrie, cani per la caccia allo sciacallo ed alla grossa selvaggina.
Si iniziò quindi a fare una distinzione e una selezione soprattutto sul carattere del cane allevando esemplari che non erano mai stati usati per i
combattimenti.
Nel 1921, F.L. Dunable fondò l’American Bull Terrier Club e redasse una prima bozza di standard. Nel 1936 fu fondato lo Staffordshire Terrier Club d’America con presidente Wilfred T. Brandon ed il 1° luglio dello stesso anno l’A.K.C. rico-nobbe la razza con il nome di Staffordshire Terrier.
Quindi è dagli anni venti che l’American Stafford-shire Terrier non entra più in una arena di combatti-mento. Nel 1985 la F.C.I. riconob-be la razza
adottando lo standard americano.


L’Amstaff è il “cane totale”
Se ben gestito eccelle in tutte le discipline cinofile, dall’agility, all’ obedience, passando per le prove di lavoro e la pet the-rapy, è eccezionale nella di-fesa di coloro che ama ed è un temibile guardiano della nostra proprietà e, anche nel caso in cui si disponga di un ampio giardino dove farlo correre e giocare preferirà riposare sul tappeto di casa, ai nostri piedi.
Il Padrone
Dopo aver enunciato le doti di un buon Amstaff cerchia-mo di tracciare un profilo del padrone ideale di un esemplare di questa splen-dida razza. Le doti principali necessa-rie a chi si proponga l’ado-zione di un Amstaff sono: equilibrio, coerenza, auto-revolezza. Queste tre doti servono tutte, per garantire a noi ed al cane una con-vivenza felice, serena e piena di soddisfazioni.
L’Amstaff non è il cane per persone deboli, frustrate o troppo violente, non è il cane per chi ha problemi psicologici e cerca nel cane le doti di forza e di
ag-gressività da ostentare. L’Amstaff è un cane per chi conosce i cani e sa trarne il meglio con un compor-tamento autorevole, coe-rente ed equilibrato.
Non dobbiamo mai dimen-ticare che questa razza è dotata di spiccata intelli-genza e che saprà capire al volo già da cucciolo se chi lo “possiede” è anche in grado di gestirlo emoti-vamente.
Con i Bambini
Il rapporto cane/bambino andrebbe affrontato avendo molto più spazio a disposizione; comunque l’Amstaff è molto paziente, soprattutto con i “suoi” bambini, va da se che il bambino non può e non deve essere un supplizio per il cane che, al pari di qualsiasi amico, fratello, zio, può perdere la pazienza e allontanarsi per sottrarsi al momentaneo fastidio.
Con i bambini che amano i cani, però, si svilupperà un rapporto di vera amicizia e di protezione da parte del nostro Amstaff e se al bambino saranno impartite poche regole di buona convivenza con il cane, e sottolineo, qualsiasi cane, allora potremo essere certi che il nostro Amstaff sarà un silenzioso custode dell’incolumità dei nostri figli.


IL Carattere dell’Amstaff
L’AmStaff è noto per il suo proverbiale coraggio ma al tempo stesso per il suo equilibrio. È un cane adattabilissimo alla vita in famiglia ed è soprattutto un piacevole e fedele compagno di vita.
Per quanto riguarda il carattere dell’Amstaff, e prima di accennarne un profilo, è importante ricordare che le tante doti descritte più avanti si troveranno sempre in cani allevati in modo equilibrato, ben socializzati fin da cuccioli e con un compagno umano che sappia interpretare il ruolo di “capobranco”, ruolo fondamentale per la corretta crescita psichica di qualsiasi cane, di razza e non.
Fatta salva, quindi, la necessità, nell’approccio a questa razza, della conoscenza di una serie di regole “base”, possiamo certamente affermare di trovarci al cospetto di un cane dal coraggio smisurato, dalla tempra d’acciaio e dotato di una enorme propensione al rapporto con gli esseri umani. Il suo comportamento è sempre in sintonia con quello del padrone,
l’Amstaff cercherà sempre di comprendere e di accontentare i nostri desideri, e quando avrà “capito” cosa vogliamo (molto spesso anche se non abbiamo fatto molto per spiegarlielo) sarà visibilmente felice di dimostrarci di aver assolto al suo compito.
Nel rapporto con i membri della famiglia, pur rimanendo il cane di tutti, sceglierà quello che ritiene il suo punto di riferimento e con quella persona svilupperà un rapporto che si potrebbe definire di immediata comprensione, fatto di complicità e di totale affidamento.
Con gli estranei amici segue mentalmente il comportamento della sua famiglia, quindi sarà amichevole se pur con un certo ovvio distacco.