Da un po’ di tempo è sempre più diffusa in tutto il mondo.Ne sono colpiti anche i gatti e viene trasmessa da un insetto chiamato flebotomo. La leishmaniosi è una malattia da non sottovalutare.
a cura della Redazione
FLAGELLO DEI CANI
La Leishmaniosi canina è provocata da un parassita, Leishmania infantum, che viene trasmesso da un insetto vettore, il flebotomo. In questi ultimi anni si è assistito ad un incremento nella diffusione dei flebotomi, legato a diversi fattori tra cui i cambiamenti climatici. Infatti il riscaldamento globale del pianeta ha fatto si che questi insetti vettori colonizzassero aree che prima erano climaticamente sfavorevoli al loro sviluppo.
All’infezione non segue necessariamente la malattia, infatti il cane si ammala solo se il suo sistema immunitario non risponde in maniera idonea. L’uomo non può essere contagiato direttamente dal cane, anche se può contrarre l’infezione attraverso la puntura del flebotomo.
Invecchiati anzitempo
La sintomatologia è variabile, a volte può anche essere assente. Si può avere una modificazione del pelo, che può diventare più grigio se colorato, con un eventuale diradamento, più o meno evidente, soprattutto intorno agli occhi, che sembrano quasi “cerchiati” (infatti comunemente si dice che il soggetto ha l’aspetto di un cane anziano, anche se di giovane d’età), alle orecchie e alle labbra.
Può anche essere presente una dermatite diffusa, con ulcerazioni oppure con forfora. Le unghie possono crescere in maniera irregolare e abnorme. Con un prelievo di sangue e relative analisi di laboratorio, il veterinario può svelare se l’animale è positivo oppure no, e anche il grado di positività.
Meglio controllare
A tutti questi sintomi si possono aggiungere anche problemi articolari, renali e oculari più gravi. Anche se l’animale gode di ottima salute e non presenta alcun sintomo sarebbe bene effettuare un controllo una volta all’anno. Un semplice prelievo di sangue ci permetterà di verificare se il nostro beniamino sia venuto in contatto o meno col parassita.
Test rapidi
Per la diagnosi della leishmania esistono dei test rapidi che possono essere svolti velocemente in ambulatorio. Questi hanno il vantaggio di rivelare in pochi minuti se l’animale sia positivo, permettendo quindi ulteriori esami di approfondimento.
“Ago aspirato”
Se il laboratorio riferisce dei valori che superano una certa soglia, è necessario effettuare un’altra serie di analisi come i prelievi “ago aspirati”, grazie ai quali è possibile verificare al microscopio la presenza di parassiti. Questo e altri test servono solamente per sapere se l’animale è stato infettato e non svelano da soli lo “stato della malattia”.
Sangue e reni
Anche il test più sensibile non è utile da solo a stabilire se il cane deve essere trattato o meno, e con quali modalità. In caso di positività occorre fare una serie di altre indagini collaterali che consentano per esempio di valutare la situazione delle proteine del sangue, che in corso di leishmaniosi presentano delle caratteristiche più o meno peculiari. In secondo luogo è consigliabile effettuare analisi per valutare la funzionalità renale, che può essere compromessa in modo più o meno grave.
La strada giusta
Una volta accertato dal veterinario che è presente la malattia, il passo successivo è rappresentato dalla scelta della terapia idonea. Le terapie disponibili ad oggi sono rappresentate da antimoniato o miltefosina, sempre associati ad allopurinolo.
Entrambe le opzioni terapeutiche uccidono il parassita e ne impedisce l’ulteriore moltiplicazione nell’organismo del cane. Grazie ai farmaci il nostro amico potrà stare meglio (sempre ammesso che il sistema immunitario del cane inizi a lavorare in maniera idonea), ma il soggetto rimarrà per tutta la vita portatore di questi parassiti.
Un vaccino per salvarli
Ad oggi, il modo migliore per tenere sotto controllo la malattia sono la prevenzione e la diagnosi precoce. Fino a un paio di anni fa, la prevenzione era possibile soltanto con repellenti e mezzi fisici di protezione contro le punture dei pappataci. Dal 2011 è in commercio un’ulteriore possibilità di prevenzione, il vaccino. Nel cane malato, purtroppo la terapia va protratta per tutta la vita.
Tre iniezioni per la salute
Possono essere vaccinati i cani sani di età superiore ai sei mesi ma non le femmine in gravidanza e in allattamento. Prima della vaccinazione il cane deve essere sottoposto ad apposito test per escludere una positività a Leishmania. Il protocollo vaccinale prevede un ciclo di tre iniezioni a tre settimane di distanza l’una dall’altra.Il richiamo, per poter garantire la copertura immunitaria, dovrà essere iniettato ad un anno dalla terza somministrazione di vaccino. L’immunità è valida a partire dalle quattro settimane dal completamento del primo ciclo vaccinale.