Disturbi comportamentali nel cane

I problemi di disturbi comportamentali nel cane, aggressivita, agitazione, abbaio continuo, e imprevedibilita, sono spesso legati a stati di ansia.

A cura del Dott. Sergio Canello Fondatore e Responsabile Dipartimento Ricerca e Sviluppo SANYpet – FORZA10 Medico veterinario ed esperto internazionale in patologie di origine alimentare

Manifestazioni di disturbi comportamenti aggrssivi

Un problema piuttosto comune nel cane, si manifesta improvvisamente in modo aggressivo e inatteso, specie all’incontro con altri cani, ma anche con bambini o persone. Questo spiega il numero di persone insicure delle sue reazioni, deve tenere il cane col guinzaglio stretto, aumentando in questo modo le difficoltà di socializzazione.

Altre manifestazioni frequenti sono l’impulsività, l’agitazione costante, il nervosismo, l’ansia da separazione, la paura del temporale o dei fuochi, raspare il pavimento e i tappeti. Anche distruttività, disturbi dell’attenzione, la marcatura inappropriata (defecare e urinare), i disturbi del sonno, le ossessioni, le fobie sono segnali di un malessere psichico.

Le cause dell’aggressività

Senz’altro una delle cause dei dusturbi comportamentali nel cane è una scorretta interazione con l’uomo particolarmente l’imprinting educativo ma anche lo stile di vita adottato. In questo caso la soluzione è senza dubbio affidarsi ad un educatore cinofilo. Tuttavia sintomi di ansia e di aggressività nei cani sono in costante aumento, anche in razze da sempre riconosciute come pacifiche ed equilibrate.

C’è infatti un fattore che non viene considerato, nonostante sia determinante: la contaminazione chimica e farmacologica degli alimenti derivanti da allevamento intensivo.

Una differenza con il passato

È sufficiente consultare autorevoli enciclopedie del cane degli anni settanta per leggere descrizioni caratteriali di razze che non coincidono con le personalità delle corrispettive attuali.

Tutti i cani, a parte pochissime eccezioni, erano sereni, affettuosi, socievoli, totalmente affidabili con i bambini, ma pronti a cambiare atteggiamento in situazione di pericolo per gli elementi della loro famiglia. In pratica, la quasi totalità dei cani era sospettosa e aggressiva solo quando necessario.

Ogni cane, in passato, imparava facilmente a gestire situazioni ansiogene e, in pochi giorni, era in grado di adattarsi serenamente anche a situazioni oggettivamente inaccettabili.

Come stare da solo tutto il giorno, vivere alla catena e avere a che fare anche con proprietari inqualificabili, che spesso trattavano l’animale come un semplice strumento, usando spesso anche la violenza.

Quindi, i cani erano in grado di gestire efficacemente situazioni molto più pesanti di quelle attuali. Non vi è il minimo dubbio che i fattori ambientali odierni (stress, rumori, paranoie dei proprietari, litigi, scarsa vita all’aria aperta, difficoltà ad interpretare il loro linguaggio) siano notevoli fattori ansiogeni, ma poiché il cane prima degli anni ‘70 era in grado di gestire efficacemente situazioni molto più pesanti, significa che attualmente qualcosa di molto potente determina un’incapacità.

Il collegamento tra comportamento e alimentazione

Non è certo facile collegare il comportamento con l’alimentazione, ma questo collegamento è molto netto. Ciò è perfettamente logico essendo il comportamento regolato da precisi ormoni e neurotrasmettitori la cui funzione è guidata proprio dagli alimenti. I quali devono essere, quindi, necessariamente sani e completi.

In caso contrario, le strutture di controllo della personalità, non sono in grado di eseguire il loro lavoro e il meccanismo si inceppa in modo più o meno grave.

Cane jack russell al guinzaglio arrabbiato con la sua proprietaria

Le reazioni avverse al cibo: cause e conseguenze

Ho potuto osservare, nei trent’anni di pratica veterinaria svolta nella mia clinica, un’attività tossica di residui farmacologici presenti nelle carni derivanti dall’allevamento intensivo. La tossicità si manifesta attraverso svariati processi infiammatori, quali otiti, congiuntiviti, lacrimazione costante, dermatiti, prurito, forfora, odore cattivo della cute, leccamento della zampa, continui episodi di vomito a digiuno, diarrea e molte altre.

Poiché l’aumento dell’aggressività osservato nel cane è avvenuto nel medesimo periodo, la mia ipotesi (ed ora certezza,) fu, che tale tossicità ostacola la fisiologica presenza della serotonina o del GABA (acido gamma ammino-butirrico), neurotrasmettitori che influenzano in modo chiaro il livello di aggressività o di tranquillità individuale.

Una carenza di serotonina o di GABA sarebbe, quindi, un possibile responsabile dell’aumento di aggressività o della diminuzione del livello di pacatezza riscontrato nella specie canina, specie fra gli anni ’80 e ‘90.

Non è tutto, gli studi effettuati in collaborazione con la Professoressa Raffaela Cocco dell’Università di Sassari, hanno certificato in modo inequivocabile che i valori ematici della dopamina, cortisolo e noradrenalina, gli altri ormoni e neurotrasmettitori che regolano ansia ed aggressività, sono profondamente alterati nei cani problematici alimentati con prodotti basati su farine aviarie.

Su tali soggetti abbiamo verificato che eliminando tali farine, e sostituendole con proteine non derivanti da allevamento intensivo, contemporaneamente e rapidamente, sia i valori degli strumenti di controllo del comportamento, sia i livelli di ansia ritornano normali in oltre il 70% dei soggetti esaminati.

La progressiva riduzione dell’uso di antibiotici nell’allevamento intensivo fa sperare di poter rivedere in tempi accettabili un comportamento canino condizionato solo dal modello di vita.

La soluzione

Puntate sull’utilizzo del pesce pescato in mare, della carne biologica o di carni non derivanti da allevamento intensivo e su alimenti particolarmente ricchi di Omega3. Chiedete aiuto al vostro veterinario o al vostro educatore cinofilo per facilitare i percorsi educativi del vostro cucciolo o rieducativi del vostro cane adulto.

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