Benessere animali allevamento e non solo

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L’Unione Europea si occupa di stabilire delle regole che possano essere applicate su tutto il territorio europeo anche in materia di benessere degli animali, sia domestici che d’allevamento.

I pulcini, ad esempio, sono stati oggetto di una direttiva europea che impone agli stati membri di adeguare le proprie normative interne. Entro il 31 dicembre 2026 tutti gli stati dell’UE dovranno favorire l’uso di strumenti per il sessaggio degli embrioni in ovo. In questo modo è possibile riconoscere e selezionare il sesso dei pulcini prima che questi vengano al mondo.

L’intento della direttiva è quella di eliminare, o quantomeno ridurre il più possibile, l’attuale pratica di abbattimento selettivo dei pulcini maschi. Diffusa negli allevamenti di galline ovaiole della specie Gallus gallus domesticus, questa tecnica avviene spesso con metodi violenti e che non tengono conto della sofferenza arrecata agli animali.

Alcuni Stati, come la Francia e la Germania, hanno già vietato la pratica di abbattimento selettivo dei pulcini. In Italia, si sta dando tempo agli allevatori di adeguarsi a quanto prescritto dal regolamento europeo per la protezione degli animali, dotandosi, entro i prossimi anni, della tecnologia idonea per la selezione in ovo. Le associazioni animaliste avrebbero voluto un’immediata attuazione del divieto anche in Italia, per interrompere subito le attuali pratiche di selezione che prevedono l’abbattimento, spesso tramite triturazione, di milioni di pulcini con un solo giorno di vita.

Alla fine dello scorso anno, la Commissione Europea ha adottato un Programma di lavoro 2023, che vedrà le istituzioni impegnate nella realizzazione di norme europee che tutelino ulteriormente gli animali e il loro benessere.

Cosa si intende per benessere degli animali

Nel 1976 Hughes definì il benessere animale come “uno stato di salute completo, sia fisico che mentale, nel quale l’animale è in armonia con il proprio ambiente”.
Il benessere degli animali iniziò a far parte del dibattito pubblico dal 1964, anno di pubblicazione del libro “Animal Machines” dell’attivista Ruth Harrison che metteva in evidenza gli aspetti negativi dell’allevamento intensivo. Il dibattito sulla connessione tra benessere animale e metodologie di allevamento iniziò a coinvolgere attivamente anche diversi enti e istituzioni.

L’anno successivo venne pubblicato nel Regno Unito il noto “Brambell Report” che individuava le cinque libertà fondamentali di cui dovrebbero godere tutti gli animali e che, con i dovuti aggiornamenti, sono tutt’oggi alla base delle normative europee in materia.

Le cinque libertà per garantire benessere agli animali domestici e d’allevamento

Le cinque libertà di cui devono poter godere gli animali per il loro benessere, teorizzate nel Rapporto Brambell, erano in origine:

  • Libertà di alzarsi.
  • Libertà di sdraiarsi.
  • Libertà di girarsi.
  • Libertà di prendersi cura del proprio corpo.
  • Libertà di stiracchiare le gambe.

Dagli anni ’60 ad oggi la definizione di queste libertà è stata ampliata e approfondita. Questo perché il concetto di benessere animale non è statico e va modificandosi con il progredire tecnologico, medico e culturale delle società.
Oggi le cinque libertà vengono definite in questo modo:

  1. Libertà dalla fame e dalla sete. Garantendo agli animali l’accesso all’acqua fresca e ad una dieta sana.
  2. Libertà dal disagio. Fornendo agli animali un ambiente di vita adeguato alle loro necessità etologiche, compresi ripari e aree di riposo.
  3. Libertà dal dolore, dalle ferite o dalle malattie. Garantendo l’accesso alle cure e rapidità di diagnosi e di trattamento.
  4. Libertà di esprimere un comportamento normale. Fornendo agli animali un ambiente di vita adeguato alle caratteristiche della specie.
  5. Libertà dalla paura e dallo stress. Evitando agli animali trattamenti che causano sofferenza psico-fisica.

L’EFSA

La valutazione del benessere animale è affidata ai Medici Veterinari. Questi dovrebbero basarsi, oltre che su aspetti oggettivi, anche sulla valutazione delle peculiarità dei singoli animali.

In ambiti industriali, in cui gli animali sono allevati principalmente per i loro derivati alimentari, esistono degli enti preposti al monitoraggio del loro benessere. L’EFSA, ad esempio, è l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare e si occupa di monitorare la sicurezza della filiera alimentare, in connessione al benessere degli animali che ne fanno parte.

L’EFSA, pertanto, esprime raccomandazioni e pareri per migliorare il benessere degli animali, ad esempio, negli allevamenti, nel trasporto degli animali vivi, nonché nella filiera di produzione delle uova. I suoi report arrivano fino alle istituzioni Europee. Lì vengono infine emanate le direttive in tutela degli animali che andranno poi applicate su tutto il territorio europeo dagli stati facenti parte dell’Unione.

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