La misteriosa famiglia dei Mormiridi
A cura del Dott. ALESSIO ARBUATTI – Medico Veterinario
Pesce elefante fritto misto
Molte di queste specie nei luoghi d’origine sono usate a scopo alimentare. Nei nostri acquari, invece, troviamo per lo più lo Gnathonemus petersii originario dell’Africa occidentale equatoriale dove si ritrova nei fiumi a lento scorri-mento di Nigeria, Camerun e Zaire.
E’ un pesce che può raggiungere dimensioni di tutto rispetto (anche 25 cm). Per questo motivo richiede acquari con un litraggio me-dio grande – almeno 150 litri per individuo. Se disponete di acquari con capacità superiori potrete permettervi di allevare an-che più pesci. Attenzione però ai possibili problemi di aggressività tra i soggetti ospitati.
Scossa!!! Proprio l’attitudine notturna, unitamente con ambienti dove la luce non penetra a fondo in acqua, ha permesso lo sviluppo di capacità elettrogeniche ossia la capacità di produrre piccoli campi elettrici per localizzare le prede e gli ostacoli.
L’ambiente
Le vasche devono essere al-lestite come biotopi dell’A-frica occidentale, ciò vuol dire che esse cercheranno di riprodurre il più fedelmente possibile gli ambienti natu-rali di queste creature. In acquario tale specie può essere mantenuta a 21°-26° con un pH 6.4 – 7.4 ed una durezza dell’acqua da debo-le a media.
In natura tali am-bienti sono ricchi di piante e tannini che spesso rendono i corsi d’acqua caratteristici con acque scure o ambrate. Proprio in questi contesti ambientali, questa specie e più in generale tutta la fami-glia dei Mormiridi ha svi-luppato caratteristiche ana-tomiche e fisiologiche che la rendono unica.
Infatti il Pesce Elefante si riconosce facilmente per la lunga ma-scella allungata utilizzata per la ricerca del cibo nei fondali limacciosi, per l’autodifesa e l’orienta-mento in acqua. Il colore predominante è il nero con piccole bande bianche a livello precau-dale, le pinne dorsale ed anale sono praticamente simmetriche e contrapposte e la pinna caudale si pre-senta biforcuta ed unita al corpo mediante un pedun-colo lungo e stretto.
Il corpo schiacciato lateral-mente dimostra come que-sta specie si sia evoluta in ambienti ricchi di piante per meglio potersi muovere.
Tale aspetto, unito alla timi-dezza tipica di questi pesci, deve spingerci a progettare con cura il nostro acquario. Soprattutto sarà necessario inserite molte piante alte, capaci di dare protezione ai soggetti.
Il fondo della vasca andrà allestito con materiale che non danneggi il delicato ap-parato buccale, usato dai mormiridi per la ricerca nei substrati morbidi. Sì dunque alla sabbia d’acquario. Andrà inoltre utilizzata una bassa illuminazione che può essere attenuata usando piante galleggianti (Lemna, Pistia stratoides etc) in superficie.
Una raccomandazione: non va dimenticato di chiudere sempre il coperchio del-l’acquario poiché i Mormi-ridi sono ottimi saltatori.
Surgelati
Il cibo è un aspetto da non sottovalutare. I mormiridi non sono dei masticatori: dovremmo dunque optare per alimenti facilmente pre-dabili utilizzando soprat-tutto cibo surgelato – più va-rio è meglio è – oppure lo prepareremo appositamen-te, unendo anche compo-nenti vegetali.
Artemia salina, larve di zan-zara, Chironomus, ma anche Daphnia spp. ed altri invertebrati vengono accet-tati facilmente da tale spe-cie, alcuni soggetti si adat-tano anche al cibo in sca-glie. Ricordiamo che tali alimenti non vanno mai somministrati freddi ma a temperatura ambiente appe-na scongelati. Essendo una famiglia dalle tendenze notturne, meglio optare per una somministrazione se-rale.