Il Betta splendens viene chiamato comunemente “Pesce combattente” a causa dell’innata aggressività dei maschi, anche al di fuori del normale periodo riproduttivo.
a cura della redazione di Petfamily
Betta Splendens o Pesce Combattente, un guerriero in acquario
Pesce particolare e interessante, il Betta splendens è diffuso in Indocina e Arcipelago indonesiano, dove vive in piccoli corsi d’acqua e acque stagnanti come acquitrini e risaie.
Pesce combattente: ecco perché viene chiamato così
A causa del loro carattere bellicoso, in Oriente i Betta splendens sono protagonisti di combattimenti molto cruenti ai quali assiste un gran numero di persone. Su queste lotte all’ultimo sangue, che si concludono di solito con la morte di uno dei due contendenti, (a volte di entrambi); In questi combattimenti ci sono scommesse con ingenti somme di denaro.
Betta splendens: come distinguere i maschi dalle femmine
In natura i maschi e le femmine sono bruni con zone rosse e verdi. Per l’acquariofilia sono state selezionate varietà in cui il maschio presenta colori decisamente sgargianti (blu, rosso) e pinne più grandi e fluenti rispetto a quelle dei colleghi selvatici.
La femmina si distingue dal maschio perché è molto meno colorata e ha pinne decisamente più piccole e corte. I valori fisico-chimici dell’acqua: temperatura 25-28°C, pH 6-7, durezza 5-12°dGH.
Il pesce combattente è solitario
Attenzione il Pesce combattente in acquari di comunità, perché potrebbero dimostrarsi aggressivi nei confronti degli altri ospiti dell’acquario. Soprattutto se si trattano di pesci dotati di pinne appariscenti, lunghe e ampie. I maschi come già specificato, è meglio tenerli separati, perché sono molto aggressivi tra di loro.
Che tipo di acquario è meglio per ospitare i pesci combattenti?
Per ospitare i Pesci combattenti possono essere utilizzate vasche di 60 litri di capacità e 70 centimetri di lunghezza. Il fondo deve essere realizzato con sabbia fine, non eccessivamente chiara, l’arredamento con una radice di torbiera e ricca vegetazione.
I Betta splendens non possono essere tenuti in acquari aperti (senza coperchio), perché hanno bisogno di aria calda e umida sulla superficie dell’acqua.
Tutto ciò che c’è da sapere sulla riproduzione degli Betta splendens
La riproduzione nel pesce combattente è molto particolare. Il maschio costruisce un nido galleggiante di schiuma e detriti all’interno del quale attira la femmina per l’accoppiamento. La quale viene allontanata subito dopo l’accoppiamento stesso.
Infatti è solamente il maschio ad occuparsi della cura e della difesa del nido fino alla schiusa delle uova (che avviene circa 24-48 ore dopo). Di solito gli avannotti diventano indipendenti solo quando sono in grado di nuotare da soli.
Aria e labirinti
I pesci che popolano le acque ferme e stagnanti ogni giorno devono fare i conti con la mancanza di ossigeno caratteristica di questi ambienti. Il quadro è aggravato ai tropici, le cui elevate temperature riducono ancora di più la concentrazione di questo preziosissimo gas. Per questo il Pesce combattente (ma anche altre specie della famiglia dei Belontidi) possiede il “labirinto”, un organo respiratorio del tutto particolare, molto ricco di vasi sanguigni, che aiuta a prelevare dall’aria l’ossigeno che manca.
Il pesce combattente deve essere nutrito con alimenti liofilizzati, congelati e soprattutto con prede vive, come larve di zanzara, tubifex, dafnie e altro. Comunque si può adattare anche a consumare cibo secco.
Pesci che affogano
I pesci dotati di “labirinto” hanno le branchie ma in caso di bisogno possono prelevare ossigeno direttamente dall’atmosfera tramite delle vere e proprie boccate d’aria sul pelo dell’acqua.
L’ossigeno viene trasferito nel sangue attraverso il “labirinto”. La frequenza delle “boccate” dipende dall’ossigenazione dell’acqua. Molte specie sono obbligate a respirare saltuariamente con il “labirinto” perché con le sole branchie non riuscirebbero ad assicurarsi una quantità sufficiente di ossigeno. Paradosso: se si impedisse loro di portarsi sulla superficie dell’acqua morirebbero affogate.
Lottando fra loro i pesci combattenti arrivano a procurarsi delle brutte ferite. Nei casi più gravi si può arrivare perfino all’uccisione dell’esemplare più debole.
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