I Pesci pulitori

Spazzini in acquario

Dott.ssa FEDERICA MICANTI – Medico Veterinario

Il “pesce pulitore” trae il suo nome dalla particolare caratteristica di liberare l’acquario da detriti e avanzi di cibo. Per far ciò si aggirano freneticamente sul fondo della vasca ripulendola da ogni impurità (così da
consentire una vita più sana a tutti i loro compagni di vasca!).  

Pinnuti di serie B

Proprio per la loro funzione di “spazzini”, i pesci pulitori d’acqua dolce spesso non sono considerati alla stregua degli altri inquilini dell’acquario… quasi come fossero pesci di “serie B”. In realtà non è così: i pesci pulitori svolgono un ruolo insostituibile per mantenere in perfetta salute l’ecosistema acquario e hanno anch’essi le loro esigenze sia in termini di qualità dell’acqua che in termini di alimentazione.

I pesci pulitori hanno bisogno di cibo?

A questo proposito molti pensano che i pesci pulitori non necessitino di mangime proprio. In realtà non è così: bisogna somministrare loro del mangime specifico che si depositi sul fondo. Spesso infatti l’alimento con cui si nutrono gli altri ospiti dell’acquario non è sufficiente e perciò si corre il rischio di far letteralmente morire di fame i nostri amici “spazzini”!

Come sono fatti i pesci pulitori?

L’Ancistrus appartiene alla famiglia dei Locaridi. È diffuso in tutto il bacino amazzonico, particolarmente in torrenti e in tratti di fiumi con acque chiare a corrente rapida. Ha il corpo appiattito con una bocca a ventosa. Queste caratteristiche lo rendono adatto a vivere in acque caratterizzate da forti correnti.

È pacifico e decisamente tranquillo, adatto alla convivenza con la maggior parte degli altri pesci d’acquario. Questo curioso pesce è molto apprezzato dagli acquariofili perché si ciba delle fastidiose alghe che spesso invadono le nostre vasche, crescendo sia sui vetri che sui vari oggetti sommersi. Il suo ambiente ideale è un’acqua ben filtrata ed agitata, mentre il fondo dev’essere costituito da ghiaia grossolana con ciottoli e legni come arredamento. La presenza di vegetazione non è essenziale, in quanto non presente nei suoi biotopi naturali. I valori chimico-fisici dell’acqua sono:
temperatura 22-27°C, pH 6-7, durezza 5-15 °dGH.

Barbigli: caratteristiche

I Corydoras sono pesci appartenenti alla famiglia dei Callittidi. Infatti si trovano in gran parte del Sud America, in regioni tropicali e subtropicali. In generale il corpo di questo pesce è breve e tozzo, più o meno compresso
lateralmente, con profilo dorsale ricurvo e profilo ventrale appiattito.

La bocca è grossa, rivolta verso il basso e munita di  tre paia di “barbigli”. La colorazione più comune è il beige, più scura sul dorso e più chiara sul ventre. È di indole pacifica e ama vivere in branchi. È adatto per vasche di 60-70 cm di lunghezza, dove vanno allevati sempre in gruppi di almeno tre o quattro esemplari.

Pesci pulitori da acqua dolce: come gestire l’acquario

Sarebbe consigliabile utilizzare un fondo di sabbia fine e scura, folta vegetazione e arredamento a base di radici legnose e rocce piatte, avere un buon sistema di filtraggio ed effettuare frequenti cambi parziali dell’acqua. I valori fisico-chimici consigliati sono: temperatura 24-26°C, pH 6-7,
durezza 5-15. I Corydoras andrebbero nutriti con l’apposito mangime per pesci di fondo, ma si adattano quasi sempre anche al cibo offerto agli altri inquilini della vasca.

Gradiscono ogni tanto piccole prede vive come le dafnie o surgelate.
I sessi non sono facilmente riconoscibili, in genere la femmina è più grande e massiccia, gonfia di uova in periodo riproduttivo. Possono riprodursi in cattività, ma purtroppo spesso tale evento è casuale e non ricercato dall’acquariofilo.

Una femmina, tanti maschi

Se si vuole tentare è comunque consigliabile introdurre un piccolo gruppo di individui nella vasca. Spesso all’accoppiamento prendono parte più maschi intorno ad una sola femmina. Inizialmente quest’ultima accoglie le uova in una tasca formata dalle pinne ventrali ripiegate. In seguito, una volta individuato il luogo più adatto, apre le pinne per liberare le uova, che andranno ad aderire al substrato prescelto (foglie di piante acquatiche o direttamente i vetri della vasca). La schiusa avviene dopo 6-14 giorni e già dopo un giorno di vita gli avannotti nuotano liberamente. È bene separare i genitori dai piccoli, che possono essere nutriti con naupli di artemia ed
abbondante mangime finemente sminuzzato.

Pagliacci!

I Botia appartengono alla famiglia dei Cobitidae. Il più rappresentato negli acquari è il “Botia pagliaccio” Botia macracantha, che ha un corpo arcuato, arancione e attraversato da bande nere. Le pinne sono in parte di un colore rosso-arancione, in parte nere con bordi chiari. Abita i corsi d’acqua di Indonesia, Sumatra e Borneo.

È  preferibile allevarlo in branchi. Il Botia modesta ha corpo azzurrognolo reso opaco da piccolissime scaglie. Al contrario le pinne hanno colori vivaci. Davanti all’occhio c’è un aculeo erettile. Possiede anche quattro barbigli. Abita i corsi d’acqua della Malaysia, Thailandia e Vietnam. Questa specie è timida e si nasconde durante il giorno, ma è possibile osservarla offrendole del cibo. Emette suoni simili a schiocchi ed è carnivoro.

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