I ciclidi dell’Africa occidentale o pesci Nanochromis sono molto diffusi tra gli acquariofili poiché molto apprezzati sia per i loro colori vivaci sia per il loro interessante comportamento.
A cura della Dott.ssa FEDERICA MICANTI – Medico Veterinari
Tra questi pesci non si possono non annoverare gli esemplari del genere Nanochromis.
Il loro habitat è rappresentato da acque acide e tenere e spesso il loro allevamento in acquario non è semplice.
Variopinti
Nel genere i pesci Nanochromis i maschi può raggiungere i sette centimetri di lunghezza mentre le femmine ne misurano circa cinque. Il corpo è di colore grigio chiaro oppure blu acciaio. La pinna anale è rosso con il bordo esterno nero. Le pinne ventrali sono gialle. Nella pinna caudale il bordo superiore è rosso vivo, mentre la metà inferiore è rosso-arancione.
Le specie
Tra le specie più conosciute dei pesci del genere Nanochromis possiamo nominare N. Parilus. Di più recente importazione è invece N. “Kasai”. Proveniente anche esso dall’Africa occidentale, e più precisamente dalla città di Bandundu in Congo, N. “Kasai” deve il suo nome al fiume principale di quest’area, in cui è largamente presente, e venne introdotto in Italia nell’anno 2000.
Le uova, abbastanza grandi e di colore giallo, vengono curate esclusivamente dalla femmina.
Ospitarli e riprodurli
Questi splendidi pesci possono essere ospitati in acquari di medie dimensioni. Perché vivano bene e possano riprodursi dovrebbe essere collocata all’interno della vasca una folta vegetazione e alcune cavità sia per fornire dei nascondigli, sia eventualmente per la deposizione delle uova.
Grappoli di uova
Alcune specie, come Nanochromis “Kasai”, depositano circa 80-90 uova, appese a filamenti di substrato, proprio sulle pareti o sulle volte delle cavità o dei fori. Le uova, abbastanza grandi e di colore giallo, vengono curate esclusivamente dalla femmina, che non abbandona mai il nido.
Le uova, abbastanza grandi e di colore giallo, vengono curate esclusivamente dalla femmina.
Femmina “tuttofare”
Quest’ultima si occupa anche di mantenere il più possibile pulita l’acqua all’interno della cavità che ospita le uova, comportandosi in un modo assolutamente particolare: rimanendo sulla soglia. Il pesce agita
energicamente le pinne, gettando in questa maniera acqua nuova (e quindi più pulita) all’interno del nido ed evitando ristagni.
Inoltre, la femmina provvede anche all’ossigenazione dell’ambiente muovendosi all’interno della cavità e pulisce le uova, aspirandole con la bocca e rimuovendo quindi dalla superficie sporco e microrganismi. La femmina può anche emettere dalla bocca uno speciale muco ad azione disinfettante.
La schiusa e i piccoli
La schiusa avviene dopo circa sessanta ore dalla fecondazione. Le larve escono e rimangono appese alla volta della cavità attraverso dei filamenti di muco, fino a formare addirittura dei grappoli che oscillano nell’acqua, uno accanto all’altro. La femmina cura le larve con molta attenzione e perizia. Il maschio invece ha il compito di sorvegliare il territorio antistante alla cavità, soffermandosi con grande attenzione soprattutto all’entrata.
Passati circa dieci giorni dalla deposizione, i piccoli abbandonano la cavità nuotando nell’acquario assieme ai genitori, che provvedono a sorvegliarli e a controllare il territorio circostante. Dopo circa due settimane sarà necessario trasferire i piccoli in un acquario più grande, della capacità di almeno 200 litri.
Tra le specie più conosciute del genere Nanochromis possiamo nominare N. Parilus e N. “Kasai”, provenienti entrambi dall’Africa occidentale.
Parametri ideali
Per uno sviluppo ottimale delle larve sono consigliabili i seguenti parametri dell’acqua: pH tra 5,6 e 5,4; temperatura circa 26°C. Ai piccoli si possono somministrare naupli di artemia come primo cibo.
A causa dell’alimentazione abbondante, può essere necessario cambiare tutti i giorni circa un quarto dell’acqua. Dopo tre mesi i piccoli arriveranno a misurare circa cinque centimetri ed a mostrare la colorazione rossa.
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