I Nothobranchius i pesci della savana

Hanno una livrea sfavillante, vivono di media un anno e muoiono dopo aver deposto le uova.

EDERICA MICANTI- Medico Veterinario

Ecco i segreti di uno dei pesci più amati dagli acquariofili di tutto il mondo. 

I Nothobranchius appartengono alla famiglia degli Aplocheilidi. Sono diffusi nell’Africa orientale e meridionale (Zanzibar, Mozambico, Tanzania, Kenia), negli stagni e nei ruscelli della savana, che hanno la particolarità di prosciugarsi anche completamente durante la stagione secca.

Piccoli e belli

I maschi hanno una bellissima livrea e una taglia non tanto grande, cosa che rende questi pesci estremamente graditi agli acquariofili. Le specie più facilmente reperibili in commercio sono N. guentheri. N. palmqvisti e N. rachovii.

La vasca deve essere di una sessantina di litri con fondo di torba in granuli o in fibre e vegetazione limitata.

Vita corta

Il loro allevamento è riservato ai più esperti, anche perché presenta delle caratteristiche particolari. Infatti la vita dei Nothobranchius in cattività non è molto lunga (può arrivare fino ad un anno, un anno e mezzo).

Attaccabrighe

E’ consigliabile dedicare loro un intero acquario, ospitando un maschio con 2 o 3 femmine. Infatti i maschi sono molto aggressivi tra di loro e talvolta anche con pesci di specie diverse.

Precoci

Il dimorfismo sessuale (ossia le differenze tra i maschi e le femmine) è abbastanza netto: i maschi sono più grandi e decisamente più colorati delle femmine. La maturità sessuale viene raggiunta già a 2- 3 mesi di vita.

I valori fisico-chimici ottimali dell’acqua: temperatura 18-22°C (valori più alti accorciano la vita dei pesci); pH 6-7, durezza 5-10°dGH.

Nel fango

Le uova vengono deposte a più riprese e in piccoli gruppi, nel fondo torboso della vasca, dove si immergono nel corso dell’accoppiamento. Al termine della riproduzione la coppia appare molto debilitata. Le uova possono rimanere nella torba anche diversi mesi. Gli avannotti vanno nutriti con naupli di artemia.

Condizioni estreme

Spesso i nostri amici acquatici popolano ambienti totalmente sfavorevoli alla loro sopravvivenza e quindi devono adattarsi in modi più o meno straordinari. Questo succede nel caso delle raccolte d’acqua temporanee che si formano nel corso della stagione delle piogge nelle regioni tropicali semiaride (come le savane africane) e che ben presto si prosciugano.  

Bozzoli di melma

I pesci che le abitano hanno adottato due diverse strategie di sopravvivenza. La prima consiste nell’infossarsi nel fango del fondo, talvolta avvolgendosi in una specie di “bozzolo”, sfruttando al massimo l’umidità residua, rallentando notevolmente il proprio metabolismo e assumendo l’ossigeno tramite la pelle oppure una sorta di polmoni primordiali. Tra i pesci che adottano questa strategia ci sono alcuni Anabatidi e Ofiocefali (“Teste di serpente”).

Genitori condannati

La seconda strategia, adottata dai “Killi”, i cosiddetti “pesci annuali”, tra cui i Nothobranchius, è molto spettacolare. Questi esemplari raggiungono la maturità sessuale a poche settimane di vita e subito cominciano ad accoppiarsi, deponendo le uova nel fondo fangoso, dove saranno in grado di resistere diversi mesi anche senza acqua. Intanto i genitori muoiono, spesso ancora prima che l’acqua all’interno del bacino sia completamente prosciugata.

Il filtro non deve essere necessariamente potentissimo, anche se sono necessari frequenti cambi parziali dell’acqua.

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