Gli Hypostomus appartengono al folto gruppo dei “pesci gatto”, che racchiudono in sé numerose famiglie e circa 2mila specie.
a cura della redazione
Sono molto diffusi soprattutto in Africa, in Sudamerica e nell’Asia sudorientale.
Di abitudini notturne, hanno la bocca rivolta verso il basso con “barbigli” utilizzati per la ricerca del cibo. Molti pesci gatto sono coperti da placche ossee o scudi e alcuni riescono a usare perfino l’aria atmosferica.
La specie di pesce gatto più allevata in acquario è l’Hypostomus punctatus, il cui antico nome era Plecostomus commersoni, che raggiunge e a volte supera perfino i 30 centimetri. Si tratta di pesci molto pacifici. I giovani sono abbastanza socievoli, gli adulti più solitari. Grazie alle loro dimensioni ed alla loro corazza possono essere tenuti insieme anche a specie molto aggressive come alcuni Ciclidi oppure i Piranha.
Oltre al cibo per pesci è necessario che l’Hypostomus riceva anche un costante apporto di verdure cotte, come spinaci, zucchine o lattuga.
L’ambiente giusto
Questi pesci necessitano di un’acqua ben filtrata ed agitata, un fondo di ghiaia grossolana misto a ciottoli e qualche legno come arredamento. I valori chimico-fisici ottimali dell’acqua sono: temperatura 22-27°C, pH 6-7. Durezza 5-15 °dGH. Dato che si tratta di animali di taglia considerevole, è bene attrezzarsi subito con un acquario di dimensioni adeguate, meglio se di lunghezza non inferiore ai 120 centimetri e una capacità di almeno 250 litri.
Le piante non sono necessarie, perché non si trovano nei suoi biotopi naturali ed anche perché spesso gli esemplari adulti possono cibarsi delle foglie, danneggiarle o perfino sradicare le piante stesse.
Sicuramente gli Hypostomus sono riprodotti negli allevamenti asiatici. Tuttavia nei nostri acquari è abbastanza raro che ciò possa accadere, anche perché non è facile per l’acquariofilo disporre di una coppia adulta.
Il cugino Ancistrus
Anche l’Ancistrus appartiene alla famiglia dei Locaridi ed al folto gruppo dei “pesci gatto”. E’ diffuso in tutto il bacino amazzonico, particolarmente in torrenti ed i tratti di fiumi con acque
chiare a corrente rapida. Ha il corpo appiattito con una bocca a ventosa. Queste caratteristiche lo rendono adatto a vivere in acque caratterizzate da forti correnti. E’ pacifico e decisamente tranquillo, adatto alla convivenza con la maggior parte degli altri pesci d’acquario. Questo curioso pesce è molto apprezzato dagli acquariofili perché si ciba delle fastidiose alghe che spesso invadono le nostre vasche, crescendo sia sui vetri che sui vari oggetti sommersi.
Gli Hypostomus appartengono alla famiglia dei Locaridi, lontani parenti degli Ancistrus. Sono diffusi in buona parte del Sud America, nelle acque correnti con un fondo ricco di ghiaia e ciottoli. Alcuni esemplari tuttavia si ritrovano anche in acque più profonde e tranquille.
I “pesci pulitori”
Gli Hyoistomus appartengono alla grande famiglia dei cosiddetti “pesci pulitori”, un nutrito gruppo di pesci che trae il suo nome proprio dalla particolare caratteristica di liberare l’acquario da detriti ed avanzi di cibo. Per far ciò essi si aggirano freneticamente sul fondo della vasca ripulendola da ogni impurità, così da consentire una vita più sana a tutti i loro compagni di vasca. Proprio per la loro funzione di “spazzini”, spesso non sono considerati alla stregua degli altri inquilini dell’acquario, quasi come fossero pesci di “serie B”.
L’Ancistrus è molto apprezzato dagli acquariofili perché si ciba delle fastidiose alghe che spesso invadono le nostre vasche, crescendo sia sui vetri che sui vari oggetti sommersi.
Non solo avanzi
In realtà non è così: essi svolgono infatti un ruolo insostituibile per mantenere in perfetta salute “l’ecosistema acquario” ed hanno le loro esigenze sia in termini di qualità dell’acqua che in termini di alimentazione.
A questo proposito molti pensano che i pesci pulitori non necessitino di mangime proprio e che si nutrano esclusivamente rovistando sul fondo dell’acquario e mangiando ciò che avanza agli altri pesci. Al contrario, bisogna somministrare loro del mangime specifico che si depositi sul fondo, perché spesso l’alimento con cui si nutrono gli altri ospiti dell’acquario non è sufficiente e rischiano letteralmente di morire di fame.