I Barbus

Di natura onnivora, i Barbus accettano di buon grado tutti i mangimi in fiocchi o granuli. Non disdegnano periodicamente cibo vivo e surgelato – come artemie, dafnie, chironomi, tubifex – e verdure cotte.

Dott.ssa FEDERICA MICANTI – Medico Veterinario

Teste calde

La maggior parte dei Barbus vive nelle acque correnti di ruscelli, canali e fiumi, ma non è raro trovare esemplari che popolano anche i laghi. Per quanto riguarda le specie di piccola taglia, non ci sono problemi di compatibilità con gli altri pesci e possono essere anche tenute negli acquari di comunità. Invece gli esemplari più grandi sono un po’ aggressivi verso gli altri ospiti di dimensioni più ridotte, soprattutto se presentano pinne vistose ed ampie come pesci combattenti e guppy. Molte volte le pinne di questi malaugurati inquilini vengono morse o, nei casi più gravi, persino parzialmente amputate.

Ciliege, tigri e pagliacci

Ecco di seguito alcune delle specie più gettonate. Il “Barbo rosa” è originario dell’India e può superare i 10 centimetri. Il Barbus cumingi vive invece nei terreni montani dello Sri
Lanka e non supera mai i 5 centimetri. Dallo stesso habitat provengono anche il B. nigrofasciatus che è di taglia leggermente più grande ed il “Barbo ciliegia” (B. titteya”).

Il “Barbo pagliaccio” invece è lungo fino a 10 centimetri e proviene da Malesia e Borneo. Il “Barbo tigre” è certamente il barbo più diffuso in acquariologia. Ha un carattere piuttosto vivace e litigioso soprattutto con gli esemplari più piccoli o con pinne lunghe.Di solito raggiunge i 7-8 centimetri di lunghezza. Oltre alla forma “selvatica” nei negozi specializzati sono comuni le varietà domestiche come la dorata, l’albina, la verde o “muschio”.

Al termine della deposizione devono essere tolti i genitori per evitare che divorino le uova. La schiusa avviene in 2-3 giorni.sono abbastanza tolleranti con gli esemplari della loro stessa taglia, senza pinne evidenti. I Barbus appartengono alla famiglia dei Ciprinidi.

In branco

Possono essere allevati in vasche più o meno grandi in base alla loro taglia. Gli esemplari più grandi (come B. everetti, B. arulius, B. filamentosus, ecc.) necessitano di acquarispaziosi e con una capacità di almeno 250 litri ed oltre. Le specie di medie dimensioni (come B. tetrazona, B. ticto, B. nigrofasciatus, ecc.) si possono tenere in vasche di almeno 80 centimetri di lunghezza ed oltre 100 litri di capacità. Infine le specie di piccola taglia (come B. gelius, B. pentazona, ecc.) possono essere ospitate in acquari dai 50 litri in sù.
Tutti i Barbus devono essere allevati in branco, con una vegetazione molto folta, che lasci comunque  un ampio spazio a disposizione per il nuoto.

In commercio si trovano quasi esclusivamente le specie dell’Asia tropicale.

Occhio alle uova! 

Nei Barbus non esistono differenze molto evidenti tra il maschio e femmina. Spesso tuttavia in prossimità dell’accoppiamento e del precedente corteggiamento si possono riscontrare alcuni cambiamenti. Infatti il maschio in questa occasione appare più snello con pinne molto più colorate e vivaci, mentre la femmina ha un addome piuttosto tondo.

La coppia pronta per la riproduzione dovrebbe essere isolata dal resto del gruppo. Dato che le uova potrebbero essere divorate dai genitori, è consigliabile stendere sul fondo dell’acquario delle biglie di vetro o una griglia di plastica, sulla quale si possono disporre delle piante o delle foglie. Le uova in genere cadono tra le piante e sul fondo, in piccoli gruppi dopo ogni accoppiamento.  

L’acqua deve essere sempre mossa e ben filtrata… I valori chimico-fisici ideali per tutte le specie sono: temperatura 22-26 gradi, ph 6-7, durezza 5-12 dGH.

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