Axolotl

Il Peter Pan degli anfibi, eventualmente può essere utile lasciare decantare in un catino l’acqua di ricambio in modo da far evaporare parte del cloro.

A cura del Dott. GINO CONZO Medico Veterinario

l’Axolotl predilige acque semidure e quindi si adatta bene all’acqua di rubinetto nostrana.

Eventualmente può essere utile lasciare decantare in un catino l’acqua di ricambio in modo da far evaporare parte del cloro.

L’Axolotl (Ambystoma mexicanum) è sicuramente tra gli anfibi più particolari ospitabili in acquario. La sua principale caratteristica è, infatti, quella di mantenere per tutta la vita lo stadio larvale senza subire la metamorfosi nella forma adulta.

Questa particolare condizione è detta “neotenia” e permette a questo anfibio anche di riprodursi benché sia ancora allo stadio larvale. In via sperimentale è possibile indurre la metamorfosi nell’Axolotl che si trasformerà in una salamandra in grado di condurre una vita terrestre.

Quasi estinti

L’Axolotl è originario del Messico, dove ha un areale di distribuzione piuttosto ridotto; per questo motivo si tratta di una specie quasi estinta in natura.

È invece molto più diffuso in cattività, probabilmente perché è stato molto allevato e impiegato come animale da laboratorio in virtù delle sue particolarità fisiologiche. Oltre ad essere una specie neotenica, l’Axolotl possiede, infatti, la capacità di rigenerare i tessuti, riuscendo perfino a far ricrescere un arto perduto.

Branchie e polmoni

Il colore naturale è marrone con macchie più scure, ma in cattività si sono ottenute due mutazioni chiare: l’albina (dorata o rosata con occhi rossi) e la leucistica (rosata con occhi neri). L’aspetto di questo anfibio è quello tipico delle larve di salamandra, con ampie branchie esterne con le quali è in grado di assumere l’ossigeno sciolto in acqua.

L’Axolotl, tuttavia, possiede anche i polmoni ed è quindi in grado di respirare l’ossigeno atmosferico. Le zampe sono piuttosto corte e gli permettono di camminare sul fondo, mentre la lunga coda, appiattita lateralmente, funge da organo propulsore per il nuoto.

Sebbene preferisca un grado di pH vicino alla neutralità, il nostro anfibio tollera bene un ampio range dell’acidità dell’acqua.

Notturni

Di abitudini prevalentemente notturne, l’Axolotl è completamente acquatico e deve quindi essere ospitato in un acquario senza alcuna zona emersa e di dimensioni proporzionate a quelle dell’animale, la cui lunghezza varia dai 15 ai 45 cm.

Cruciale è garantire la salubrità dell’acqua in cui questo anfibio vive attraverso un buon filtraggio, aerazione e frequenti ricambi; è, infatti, fondamentale che vi sia una buona quantità di ossigeno disciolto in acqua per permettergli una corretta respirazione.

Arredamento essenziale

La vasca può essere arredata con legni, rocce, grotte e piante; il fondo dovrebbe essere costituito da sabbia o ghiaietto. L’illuminazione della vasca non è importante, a meno che, ovviamente, non vi siano presenti delle piante.

L’Axolotl può essere alimentato con mangimi in pellet per pesci e con prede vive (lombrichi, larve di zanzara, dafnie, camole e pesciolini) che sono catturate grazie a dei rudimentali dentini presenti nella cavità orale.

Danza di corteggiamento

La riproduzione dell’Axolotl avviene piuttosto facilmente in cattività; la maturità sessuale viene conseguita quando l’animale raggiunge circa i 18 cm di lunghezza, cosa che avviene tra i 12 e i 18 mesi d’età. La stagione degli accoppiamenti comincia tra fine inverno e inizio primavera.

Dopo la danza di corteggiamento il maschio depone delle capsule gelatinose contenente lo sperma, dette spermatofore, che la femmina raccoglie con la cloaca e conserva nel suo corpo, per la fecondazione interna delle uova. Circa 24 ore dopo, le uova (in media circa 200, ma possono essere anche molte di più) vengono deposte su un substrato, a cui aderiscono grazie al muco con cui sono avvolte, e schiudono in circa 30 giorni (alla temperatura di 18°C). I piccoli alla nascita misurano 1,5 cm e inizialmente possono essere alimentati con prede vive di piccolissima taglia come Daphnia e Artemia, passando gradualmente a prede di taglia maggiore.

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