La “peste rossa” delle anguille detta anche “vibriosi” è una malattia causata da diversi batteri che fu scoperta originariamente nelle anguille sia in Europa che in Asia.
a cura della redazione
I pesci più sensibili alla “peste rossa”
Frequente appunto in anguille, squali, murene e razze, può scatenarsi quando si ha un brusco peggioramento delle condizioni ambientali dell’acquario oppure quando i pesci presentano lesioni cutanee (fattori che comunque rappresentano una porta aperta per qualsiasi tipo di infezione).
I più sensibili alla “peste rossa” sono particolarmente a rischio di contrarre la malattia durante il trasporto dai paesi tropicali da cui provengono, per lo più a causa delle condizioni ambientali in cui si trovano a dover vivere per giorni, ossia chiusi in sacchetti di plastica, a digiuno, con un’alta concentrazione di sostanze di rifiuto ed una notevole diminuzione dell’ossigeno.
Arrossamento sospetto
Per questo i nuovi arrivati in acquario dovrebbero essere sempre sottoposti ad una quarantena di almeno 10 giorni prima di essere inseriti in vasca. Quando si acquista un esemplare, si dovrebbe inoltre sempre osservare con attenzione il suo aspetto generale.
Infine, per quanto riguarda razze, murene o squaletti bisognerebbe osservare sempre l’eventuale presenza di un arrossamento soprattutto nella regione anale.
Come avviene il contagio?
I batteri penetrano attraverso il retto (che è una parte dell’intestino), tramite una lesione della pelle o anche attraverso le branchie. Il sintomo che compare per primo è la presenza di puntini rossi sulla superficie del corpo del pesce, che si spandono sempre di più fino a diventare ulcere. L’esemplare mostra evidenti difficoltà nel nuoto e boccheggia, spesso si porta sulla superficie della vasca con dei veri e propri scatti, per portarsi poi di nuovo sul fondo.
Se si sospetta di essere di fronte a un caso di peste rossa è comunque necessario rivolgersi ad un Medico Veterinario esperto in acquari, per effettuare una diagnosi ed eventualmente ottenere la necessaria prescrizione del farmaco.
Mangimi medicati
La terapia contro la peste rossa non è semplice. Questa patologia è curata nei pesci allevati per l’alimentazione umana, come le anguille, attraverso la somministrazione di mangimi medicati, ossia di alimenti che contengono al loro interno il principio attivo efficace per sconfiggere la malattia. In acquariofilia questi mangimi possono difficilmente essere utilizzati, sia per la reperibilità non facile, sia perché pesci come murene, squaletti o razze non li accettano volentieri come mangimi.
Un male contagioso
Il principio attivo più efficace contro la peste rossa si è dimostrato un antibiotico: il cloramfenicolo, che però è proibito perché ha causato numerosi problemi per l’uomo. Eventualmente è possibile effettuare bagni con altre sostanze come la kanamicina o la streptomicina. In alternativa si può utilizzare anche una sostanza dal nome quasi improponibile, ossia il nifurpirinol, che è contenuto in alcuni prodotti curativi per acquariologia.
Il bagno dovrà durare almeno 48 ore, per poi essere seguito da un cambio di acqua parziale (del 50%) ed infine da un filtraggio con carbone attivo per 48 ore almeno. Eventualmente è possibile ripetere il trattamento.
Trattandosi di una malattia estremamente contagiosa, il primo passo rimane comunque quello di individuare il prima possibile l’esemplare colpito e di isolarlo dagli altri pesci, sperando che in questi ultimi non sia ancora avvenuta l’infezione.
Il principio attivo più efficace contro la peste rossa è il cloramfenicolo, che però è proibito perché ha causato numerosi problemi per l’uomo.
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