Essendo ambienti abbastanza “ristretti” non è difficile poter osservare diversi tipi di malattie dei pesci, dovute in molti casi a stress.
A cura della Dott.ssa MICANTI FEDERICA – Medico Veterinario
Malattie dei pesci dovute da casi di stress
Qualsiasi fattore negativo e stressante che altera l’equilibrio dell’organismo del pesce, inizialmente genera in esso una reazione di adattamento, dopo di che si verifica una proliferazione massiva di microrganismi, per lo più già presenti e in condizioni normali innocui.
Le malattie dei pesci d’acquario che si possono osservare più frequentemente sono quasi sempre legate alle condizioni dell’ambiente in cui essi sono ospitati e alle errate tecniche di allevamento; abbiamo poi malattie infettive (virali e batteriche), micotiche parassitarie.
Il trasporto prolungato e il cambiamento brusco di ambiente è un fattore molto importante. La maggior parte dei pesci d’acquario proviene dall’estero e quindi deve compiere un viaggio spesso molto lungo dalle zone di cattura o allevamento per raggiungere la vasca dell’appassionato acquariofilo.
Lo shock termico e le parziali intossicazioni da parte dei cataboliti che vengono eliminati e si concentrano nello spazio ridotto in cui vengono confinati questi animali durante il trasporto, possono debilitarli fortemente e renderli incapaci di difendersi da svariate infezioni. Per questo andrebbero prese delle precauzioni, come per esempio far abituare gradualmente i nuovi esemplari alle condizioni dell’acquario a cui saranno destinati.
Una vasca troppo affollata
Le errate condizioni di allevamento, che portano stress ai nostri amici acquatici, si verificano quando le dimensioni della vasca non sono adeguate alle specie e al numero degli individui in essa contenuti e quando l’acqua è di scarsa qualità (in particolare: pH, temperatura, ossigenazione, sostanze tossiche). Ogni animale ha bisogno di uno spazio dove vivere e nuotare. È buona norma considerare in media 2-3 litri di acqua per ogni centimetro di pesce ospitato nell’acquario.
Malattia da acqua alcalina
Il sovraffollamento induce carenza di ossigeno, eccesso di cataboliti e di solito porta a morte gli individui più “deboli”.
È bene tenere sempre sotto stretto controllo la qualità dell’acqua, in quanto, essendo l’acquario un ambiente ristretto, tendono ad accumularsi le sostanze di rifiuto.
Il pH ideale oscilla tra 6 e 8, anche se esiste una notevole variabilità di specie. Se esso scende costantemente sotto i 5,3 i pesci iniziano a respirare più rapidamente, guizzano a scatti e boccheggiano in superficie. Se il pH è stabile e leggermente basso, compaiono patine marroni e secrezioni di muco sulle branchie, nonché aree opache biancastre sulla pelle. La “malattia da acqua alcalina” compare quando questo valore supera 8 e si manifesta con sfilacciamenti delle pinne e intorbidamenti biancastri sulla pelle.
Solo in presenza di valori di ossigeno elevati, i batteri che fanno parte del normale ecosistema dell’acquario (Nitrosomonas sp., Nitrobacter sp. ecc) sono in grado di ossidare e rendere meno tossica l’ammoniaca espulsa dai pesci.
Occhio alla temperatura
Particolarmente dannosi per i pesci sono gli sbalzi di temperatura. Con l’abbassamento della temperatura la digestione è rallentata, nell’intestino permane del cibo non digerito, con conseguenti infiammazioni intestinali. La carenza di ossigeno genera un notevole stress nei pesci.
Può comparire in acquario per diversi motivi: sovraffollamento, sovralimentazione, filtro sporco, temperatura eccessivamente elevata dell’acqua. Nei pesci giovani tale carenza può provocare delle malformazioni, ma di solito si riscontra in tutti frequentemente una respirazione affannosa, seguita da morte, se non si pone rimedio.
Sostanze tossiche
Le sostanze più dannose per i pesci sono il cloro e i nitriti. Il primo causa un avvelenamento che si manifesta con movimenti tremolanti dei pesci e branchie pallide e in seguito cessazione della respirazione e morte. A questo problema si può ovviare usando degli appositi prodotti che lo rendono innocuo. I nitriti invece sono estremamente pericolosi e causano gravi morie di pesci anche a distanza di tempo dalla loro eliminazione dall’acqua del nostro acquario.
Infezioni
La principale malattia virale che può colpire i pesci è l’infezione da linfocisti. Questa colpisce soprattutto i pesci stressati, malnutriti e deboli, a livello di pinne e corpo. Le malattie batteriche possono essere forme primarie o secondarie, a seconda che costituiscano la vera patologia o rappresentino una complicazione della malattia iniziale.
Il più comune segno di batteriosi è rappresentato da aree arrossate sulla superficie corporea oppure da sfilacciamento e progressiva erosione delle pinne insieme, talvolta, anche al coinvolgimento delle branchie.
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