A prescindere dal tipo di acquario che vogliamo allestire, dobbiamo prendere in considerazione diverse componenti: la vasca, l’illuminazione, il sistema di filtraggio e di riscaldamento, il fondo e l’arredamento interno, la vegetazione, l’acqua.
A cura Dott.ssa FEDERICA MICANTI Medico Veterinario
Acquario rettangolare è bello
Per quanto riguarda la vasca, oggi a disposizione dell’acquariofilo, c’è un’offerta pressoché infinita, in termini sia di forme sia di dimensioni e materiali.
Infatti, la moderna tecnologia acquaristica consente di soddisfare le più fantasiose esigenze estetiche: abbiamo vasche triangolari, quadrate, cilindriche o con vetro anteriore convesso, sia di produzione industriale che artigianale.
Tuttavia la classica forma a sezione rettangolare offre indubbiamente il miglior rapporto tra funzionalità ed estetica. Una cosa a cui dobbiamo prestare attenzione è la dimensione, che sarà strettamente legata alla disponibilità di spazio che abbiamo e al numero di pesci che vogliamo acquistare.
Meglio optare per vasche di almeno 100 litri, perché daranno sicuramente meno problemi nella gestione rispetto a quelle più piccole.
Caldi e puliti
Le vasche di vetro che si trovano in commercio, solitamente sono dotate di lampade con una lunghezza d’onda adatta alla flora e alla fauna di acqua dolce e di un filtro ad azione meccanica/biologica/chimica che serve per depurare l’acqua dai prodotti di rifiuto dei pesci (ammoniaca, sostanze tossiche e detriti).
In genere il filtro si trova all’interno della vasca ed è costituito da tre a cinque scomparti da riempire con materiale come lana sintetica, spugne o altro.
Il primo scomparto è provvisto di fori con tappi grigliati per l’entrata dell’acqua, quelli centrali contengono materiali filtranti, mentre quello finale presenta una pompa di ricircolo che reimmette l’acqua filtrata in vasca. L’acqua può essere riscaldata grazie a un termoriscaldatore, il cui wattaggio deve essere proporzionale ai litri contenuti nella vasca.
L’acqua del rubinetto
La comune acqua di rubinetto presente nella maggior parte della nostra nazione, ha una durezza (cioè una quantità di sali disciolti) media e si mostra idonea all’allevamento della maggior parte delle specie d’acqua dolce tropicale.
Prima, però, deve essere addizionata con un biocondizionatore.
Questo prodotto permette di bloccare i metalli pesanti, se presenti, e arricchire l’acqua di vitamine e sostanze colloidali utili per la protezione delle mucose dei pesci. Solo per alcune specie importate da ambienti con acqua tenera e acida o per particolari pesci si consiglia l’uso di acqua osmotica ricostituita con sali.
Prima di inserire dei pesci in acquario, dobbiamo documentarci sempre sulla specie e sugli eventuali problemi di compatibilità con gli altri ospiti della nostra vasca.
Ghiaia arcobaleno
Una volta acquistata la vasca, prima di inserire acqua, piante e pesci deve essere allestito il fondo. Quest’ultimo deve permettere la corretta radicazione delle piante ospitate e facilitare l’ambientamento dei pesci. Il fondo è fatto prevalentemente da sabbie e ghiaietti che vanno scelti al momento dell’allestimento della vasca ed arricchiti con apposite miscele fertilizzanti per il fondo.
Tenete presente che queste componenti sono molto difficili da sostituire ad acquario ormai riempito e avviato! La scelta è ampia e in linea di massima i prezzi sono abbastanza contenuti. Chi è alle prime armi può utilizzare il ghiaietto policromo, molto diffuso in acquariofilia e decisamente economico.
In commercio lo troviamo nei tipi e nelle granulometrie più svariate: è costituito da granelli diversamente colorati, ma di solito piuttosto scuri. Un ottimo materiale per il fondo è la terra akadama presente in commercio in diverse granulometrie e ottima anche per l’effetto naturale che crea in vasca.
legni a mollo
Per arredare il nostro acquario si possono usare legni, canne di bambù, rocce e sassi di vario tipo, tuttavia è necessario prestare molta attenzione alle caratteristiche di questi oggetti per evitare spiacevoli inconvenienti o addirittura grossi danni al nostro acquario. Il legno è uno dei materiali più gradevoli e naturali.
È facilmente reperibile sui fondali di corsi d’acqua che scorrono sotto la volta delle foreste, oppure lungo le rive dei laghi. In commercio se ne trovano di molti tipi, che vanno preventivamente messi a mollo per qualche giorno. Quest’operazione permette la fuoriuscita delle sostanze tanniniche che potrebbero scurire l’acqua della vasca e renderla sgradevole dal punto di vista estetico.
Cibo vivo
I primi pesci esistono da ben quattrocento milioni di anni e già gli antichi usavano degli stagni per mantenere e far riprodurre questi animali. Gli scopi erano i più vari. Ad esempio gli Egizi allevavano le tilapie, della Famiglia dei Ciclidi, per avere “cibo vivo” durante tutto l’anno.
Altri pesci come la Perca nilotica, probabilmente a causa della loro bellezza, venivano addirittura adorati come divinità. Anche al tempo dell’Impero Romano venivano allevate molte varietà di pesci a fini gastronomici. E’ invece in Oriente che si diffonde l’allevamento a scopo ornamentale.
Nel corso della storia, le tecniche di allevamento si sono evolute e si è riusciti a risolvere gran parte dei problemi che affiggevano i primi cultori di acquari, primo fra tutti quello dell’ossigenazione dell’acqua.
Una foresta sott’acqua
Se si desidera coltivare delle piante vere, una volta allestito il fondo della vasca, sia esso ghiaietto o sabbia, bisogna procedere alla sua fertilizzazione. Infatti sarà proprio dal fondo, oltre che dall’acqua, che le piante assumeranno tutti gli elementi nutritivi organici e inorganici per vivere.
A tale scopo si possono utilizzare diversi tipi di fertilizzanti granulari a base di ferro o argilla, che vanno miscelati al materiale di fondo scelto. Le piante, a differenza dei pesci, possono essere inserite fin da subito. In commercio se ne trovano dei tipi più svariati, ma essenzialmente si dividono in due categorie: quelle vere e quelle “finte”.
Vista l’importanza biologica delle piante nel sistema acquario, quelle vere sono fondamentali! Le più semplici da coltivare sono le “felci di Giava” (Microsorum pteropus), le Anubias, le Ceratophyllum e le Cryptocoryne.
In base alle esigenze, le piante allevate in acquario avranno bisogno di un corretto piano di fertilizzazione (liquido). Un diffusore di anidride carbonica permetterà inoltre una corretta fotosintesi delle piante ospitate.
Fortunatamente oggi la situazione è cambiata e tutti riconoscono alle piante un ruolo fondamentale per l’equilibrio biologico dell’acquario di acqua dolce.
Facili
I pesci non possono essere inseriti subito nell’acquario, ma è necessario aspettare almeno una ventina di giorni affinché si formino le colonie batteriche nel filtro, tali da permettere un corretto smaltimento dei composti azotati prodotti anche dai pesci.
A questo scopo ricordate di inserire inoculi batterici, comunemente reperibili in commercio, al momento dell’avvio dell’acquario. Per gli acquariofili neofiti è consigliabile dedicarsi all’allevamento di pesci robusti e con esigenze abbastanza limitate.
Sì dunque ai cosiddetti pesci “facili”, come i Guppy o i Danio. Siccome le specie in commercio sono centinaia, la cosa migliore da fare è informarsi preventivamente leggendo libri, enciclopedie e riviste e limitarsi a pochi soggetti scelti in base alle loro caratteristiche etologiche e allo spazio fisico e biologico disponibile.